domenica 31 gennaio 2010
Miniera di Bauxite da Alantino
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giovedì 28 gennaio 2010
Da Sella di Corno a non lo so
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domenica 24 gennaio 2010
Pista Centomonti e la Miniera di Bauxite
La potenza è nulla senza il controllo. Basta abbracciare le piante, schivare le pietre, rischiare la vita. Ho deciso di approfittare del corso di sci da fondo promosso dal CAI dell'Aquila. Di resistenza ne ho tanta, ma ho bisogno di strutturare algoritmicamente i miei movimenti. Poco prima di cominciare il maestro mi boccia subito i miei meravigliosi sci... mi dice che non vanno bene perchè sono troppo larghi, inadatti per le piste, e per imparare i movimenti di base dello sci da fondo, e che l'escursionismo, poi, sarà il passo successivo a tutto l'apprendimento... mi veniva da piangere... sul serio... ma d'altronde il maesto è lui. Mi ha dato un paio di sci gialli e rosa con una tigre bruttissima disegnata sopra. Baricentro.
Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Baricentro. Inteso non come una locazione relativa alla capitale della Puglia, ma come centro di massa, punto di equilibrio, dimensione unica da focalizzare nel movimento. Ce lo ripeteva in continuazione. Abbiamo trascorso un paio di ore scarse a fare esercizi di equilibrio e discesa, e devo ammettere che il maestro (Loris) è molto bravo. Finita la lezione continuo la pista Centomonti, fino a tornare ad Alantino. Come
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giovedì 21 gennaio 2010
Valle dell'Asino da Prato Capito
Visto che devo pazientare ancora un po' per rimettere gli sci oggi mi sono data alle ciaspole... meglio gli sci. La neve non era bella, aveva tutte le consistenze, tranne che quella buona. Passava da ghiacciata ad ammollata tralasciando tutte le dimensioni intermedie. Anche il sentiero non era molto esaltante, la neve sopra, durissima, era stata tutta sconnessa sia dalle ruote dei fuoristrada, che da varie impronte, anche di cavalli. A camminarci sopra si faceva tantissimo rumore (CIASP*!CIASP*!CIASP*!). Non lo potevo sopportare. Come potevo passavo dove la neve non era battuta, ma a momenti mi scapicollo pure con le ciaspole... assurdo. Ho giurato amore ai miei sci. Ho capito che
non sono tipo da “ciaspolata”. Partite da Prato Capito (1552 m) abbiamo seguito la solita carrareccia che attraversa il bosco di Cerasolo. Poco prima di deviare per andare verso Monte San Rocco (1880 m) e Monte Cava (2000 m), abbiamo deviato a sinistra, dove un sentiero (Mercaturo) conduce nella Valle dell'Asino (da 1493 a 1597 m). Inizialmente abbiamo fatto la strada giusta, ma poi ci siamo lasciate ingannare da alcune tracce segnate sulla neve, che salivano in maniera ripida su Monte Ginepro (1934 m). Io avrei anche continuato, ma stavamo in due
con le ciaspole ed una con gli sci... e la neve era pessima. Al ritorno le ho attaccate allo zaino e ho proseguito senza. Con questo non voglio escluderle del tutto, di sicuro sono utilissime per alcuni tipi di percorsi, ma in questo caso erano un impedimento.
con le ciaspole ed una con gli sci... e la neve era pessima. Al ritorno le ho attaccate allo zaino e ho proseguito senza. Con questo non voglio escluderle del tutto, di sicuro sono utilissime per alcuni tipi di percorsi, ma in questo caso erano un impedimento.
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sabato 16 gennaio 2010
Meteorite del Sirente da Secinaro passando per Fonte all'Acqua

Nei Prati del Sirente è presente il cratere del primo meteorite italiano da impatto. Un esame al carbonio 14 ne ha stabilito la datazione collocabile all'incirca tra il IV-V secolo. Una aspetto affascinante è l'interpretazione probabile che gli storici danno a questo evento straordinario: è possibile che la scia luminosa lasciata dal meteorite del Sirente sia il segno divino (secondo Eusebio di Cesarea) che abbia illuminato l'Imperatore Costantino prima della vittoria su Massenzio. Attualmente il cratere è un piccolo lago, facilmente raggiungibile dalla strada – anzi addirittura è a vista da lì – che collega Rocca di Mezzo e Secinaro. Non che avessimo chissà quanto tempo (oggi siamo potuti partire tardi), ma desideravamo scoprirlo in un altro modo, partendo
proprio da Secinaro paese. Lasciata l'auto fuori la stazione del Corpo Forestale, e chiesta indicazione ad una guardia (perchè sulla carta del Sirente-Velino non rientra buona parte della zona), ci incamminiamo continuando a salire la strada. Il percorso è
molto semplice e ben tracciato, non ci sono rischi di perdersi. Dapprima si presenta come un tappeto di muschio, poi un po' sconnesso da sassi, ma tuttavia molto percorribile. L'unico
cartello che si incontra (a circa un'ora di percorso) è quello dell'ippovia di Secinaro. Proseguendo in direzione di Rocca di Mezzo, a pochi metri, si incontra il laghetto di Fonte all'Acqua (1156 m), adiacente alla strada asfaltata, e composto da una fonte e da un'area attrezzata per il pic-nic. Da qui il sentiero è segnalato
circa un'ora raggiungiamo i Prati del Sirente. Il cratere si trova proprio alla fine della valle, con la sua acqua completamente
ghiacciata. Purtroppo non ci siamo potuti fermare nemmeno a fare una pausa lì, perchè era tardi e non potevamo rischiare di tornare col buio. Tornati indietro, non facciamo lo stesso percorso per raggiungere Fonte all'Acqua, ma proseguiamo dritti, lungo la carrareccia che sale per il bosco ceduo di Sasso Sirente e
le Schiappare. I cartelli dell'ippovia segnalano per bene tutto il tragitto. Nonostante fosse tardi riusciamo a tornare (per fortuna) con la luce. A passo molto sostenuto, tutto il giro impiega 4 ore e
cristiano. Nemmeno a farlo apposta oggi coincideva con la vigilia della festa di Sant'Antonio: girando nei vicoli del borgo abbiamo
incrociato il piccolo corteo di figuranti che con una piccola banda faceva il giro del paese, raccogliendo le offerte e distribuendo
granturco lesso e granati. E' stato davvero molto bello assistere e far parte così della loro usanza.
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giovedì 14 gennaio 2010
Dal Lago di Racollo al Canyon della Valianara, e i ruderi di Santa Maria del Monte
su... sempre. Abbiamo lasciato l'auto presso il piccolo Lago di Racollo, e da lì ci siamo mosse in direzione del Canyon della
questa esperienza mistico-introspettiva torniamo indietro, sempre a caccia di neve un po' più abbondate.
Camicia, e a destra da Monte Bolza. E' stata davvero una bella giornata, peccato solo per la neve... Ma va bene anche così, ho solo da imparare. In tutto abbiamo impiegato 5 ore.domenica 10 gennaio 2010
Valle di Morretano da Prato Capito
Finalmente. Riandare su oggi è stata un'esperienza liberatoria: la depressione accumulata in questi giorni di maltempo cominciava davvero a pesare. Decidiamo di andare a fare un sopralluogo-neve in zona Campo Felice. Dalle webcam l'immagine che si vedeva mostrava uno strato non molto spesso di neve, che in diversi punti scopriva anche dei sassi... Pensiamo che salendo –
magari – si riesce a trovare più neve... pure a costo di portarci gli sci a spalla fino su decidiamo di fare questo tentativo. E ci ha detto bene per fortuna! Partite da Prato Capito (Prato Agapito, 1552 m), poco dopo il Valico della Chiesola (1656 m), abbiamo
indossato gli sci da subito! La neve era bellissima, soffice, leggera, farinosa, insomma giusta e meravigliosa in ogni sua più piccola sfaccettatura, l'ideale per placare ogni malessere. Più salivamo
è più era bella. Ci portiamo in direzione del Morretano, da lì in poi il manto nevoso era intatto, nessuno era passato prima di noi (!), solo un lupo con le sue
impronte allineate. Uscite dal secondo tratto di bosco, sotto il Puzzillo, al bianco della neve si sommava quello della nebbia, non ho mai percepito questo colore in maniera così forte e intensa,
sembrava un caleidoscopio dove sfumature di bianco giravano come frattali geometrici su un'altra tonalità di bianco, fino quasi a
portare la vertigine. E' normale quando non si hanno riferimenti visivi fermi da fissare e l'unica cosa che vedi sono tuoi sci in
movimento. La foto sopra mostra effettivamente quello che vedevamo davanti a noi. Mancava poco al Passo del Morretano
(1983 m), ma andare oltre era da incoscienti, così riscendiamo. In tutto abbiamo impiegato poco più di tre ore e mezza.
(1983 m), ma andare oltre era da incoscienti, così riscendiamo. In tutto abbiamo impiegato poco più di tre ore e mezza.
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lunedì 4 gennaio 2010
Marruci
Oggi volevamo spostarci nella zona del Sirente, ma purtroppo (o per fortuna) la neve ci ha indotto a rimandare. Non che nevichi chissà quanto, ma non si sa mai come può andare con il tempo incerto. E poi bisogna anche saper rinunciare. Ne ho approfittato per fare un giro nel mio paese, a cui non ho mai dato grande
importanza. Spesso le cose che si apprezzano di più sono quelle che non si hanno a portata di mano: tutto ciò che si ha a disposizione viene dato per scontato proprio perchè è sempre presente. Ritengo che questo sia un errore, e non voglio commetterlo.
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