La Grotta degli Urli vista dopo anni dava la percezione di
un ambiente diverso, la mancata attività esponeva le sue inquietudini e di
nuovolimiti da superare. Ci addentravamo in un ambiente maestoso che scendeva come
al centro della terra: la Galleria Andrea
Doria, che davaaccesso al Salone del Trentennale e alla Santabarbara,
rinnovava la sorpresa di un grande ambiente custodito nel sottosuolo. I
pensieri siamplificavano in quella cava fonda di notte eterna; in un momento
di attesa ascoltavo i rumori della grotta, ogni piccolo suono si dilatava cosìcome facevano i miei pensieri, che si estendevano e fluivano come voci interiori.
Quel grande tempio sotterraneo era a dimensione del sacro,ogni inquietudine si calmava e finalmente si rasserenava l’anima. (Le ultime due immagini sono state realizzate da uPIX uNDER PIXel)
domenica 23 maggio 2021
Grotta degli Urli
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domenica 16 maggio 2021
Grotta di Cittareale
Il cielo sopra Cittareale si era vestito di altostrati di
nubi, un illusorio mare visto dal basso, movimentato e bellissimo, definito daichiaroscuri del bianco. Tornavamo in grotta dopo tanto tempo con l’emozione di
ripercorrere parte del sottosuolo della Grotta diCittareale, tra cunicoli e
pozzi, legati alle corde e alla nostra amicizia. La condivisione era come
sempre l’essenza del nostro percorso, sirianimava il sentimento di amore per
il sotterraneo, tra i meandri di notti eterne rischiarate dalle nostre luci, tra
scintille di sogni e pensieriamplificati nel buio.
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sabato 15 maggio 2021
La Rocchetta di Ovindoli e la Valle d'Arano
La Valle d’Arano si raccoglieva alle pendici meridionali del
Sirente, protetta dai rilievi circostanti e cinta dal bosco attiguo. I suoi
pratimostravano tutta la bellezza del verde rinnovato, mentre i primi fiori
sgualciti dalla recente pioggia effondevano maggiormente i loroprofumi. Sopra un
modesto rilievo, adiacente all’imbocco della valle, vi erano i resti della
Rocchetta di Ovindoli, tracce a malapena visibili diun antico castello-recinto
posseduto nel XIII secolo da Berardo della Rocca di Arano. L’antica fortificazione
bassomedievale lasciava ormai ilsuo posto ai pascoli, con distese di prati dispiegati
in morbidi avvallamenti. I cavalli al pascolo conferivamo ulteriore quiete a
quellavisione così rilassante, semplice, antica.
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mercoledì 12 maggio 2021
Iaccio Rosso e Castello dell'Orsa
Il rifugio Iaccio Rosso giaceva sulla parte sommitale della
Valle dell’Inferno ed era raggiungibile dalla strada sterrata che da Bagnaturosaliva sul Colle delle Vacche e proseguiva oltre. Dinanzi ai nostri occhi un
magnifico balcone panoramico si apriva sulla conca di Sulmona, el’aria tersa e
le nuvole rapprese conferivano ancora più bellezza alla visuale. Alle nostre
spalle la cima del Morrone era poco distante ma cifermavamo lì con le bici,
per non proseguire oltre sui prati in assenza di carrarecce. Un brindisi di
compleanno e poi di nuovo giù alla scopertadel Castello dell’Orsa. L’antico
maniero sorgeva su un modesto rilievo tra Roccacasale e l’Eremo di Sant’Onofrio
al Morrone, erano visibili lemura superstiti ed una probabile torre,
completamente inglobate da una vegetazione rigogliosa e dominante. Una
probabile datazione loattribuiva all’XI secolo, mentre era incerta la
proprietà, presumibilmente di nobile famiglia sulmonese. La consapevolezza delvalore della bellezza di natura, arte e storia era uno dei regali più belli che
potessi farmi.
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domenica 9 maggio 2021
Monte San Franco
Camminavamo tra i colori nella bellezza di maggio, tra le
ultime lingue di neve e le prime fioriture, sul filo di cresta della montagna
aperta supanorami nitidi, puliti dal vento di maestrale. Qualche nuvola
raccolta impreziosiva il cielo scandendo le lontananze, mentre il cuore colmodella
quiete di tutta quella bellezza rasserenava l’anima. Conoscevo un nuovo
sentiero mai percorso che dalla cima di Monte San Francoraggiungeva l’omonima
sorgente sottostante, la scelta del nuovo itinerario ci lasciava scoprire meravigliose
distese fittissime di fiorituredi crochi. L’acqua sgorgava abbondante dalla
sorgente, rinnovava la memoria e le stagioni, alimentava la montagna e la
nostra sete,alimentava anche la nostra anima.
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giovedì 6 maggio 2021
Pomeriggio a Monte Calvo
La montagna di casa stava tra i colori nitidi e le ultime lingue
di neve, tra il riposo e il gioco dei cavalli e la quiete della solitudine di
unpomeriggio di maggio. Di tanto in tanto qualche presenza ne animava il silenzio,
i primi piccoli fiori ne impreziosivano le coste erbose; miaccompagnava la
familiare visione delle montagne, l’umore declinante del pomeriggio, la
distensione della luce. Il vento in quota flettevaa tratti la croce di vetta,
mentre la discesa tornava subito serena, colma di bellezza contemplativa.
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sabato 1 maggio 2021
La Madonna della Tibia
Nel giorno delle virtù teramane i colori della natura assumevano
i toni polverosi della terra, una foschia leggera mitigava le lontananze,stemperava
i profili delle montagne confondendoli col cielo. Da molto tempo avevo letto
della Madonna della Tibia, il suo nome cosìparticolare mi era rimasto impresso
ed oggi finalmente la vedevo, così raccolta a ridosso delle rocce sovrastanti il
piccolo abitato diCrognaleto, su di una selletta panoramica da cui la vista
del Gran Sasso mostrava uno dei suoi volti più belli. Costruita per grazia
ricevuta, lachiesa godeva di un’atmosfera unica, fatta della memoria dei
pellegrinaggi sulle orme dei padri, chissà quante volte da quelcampanile a
vela i rintocchi si erano perpetrati nella valle tra i dirupi e i fossi, il
portale accolto i viandanti e le icone sacre ricevuto le preghieredei fedeli.
Rimaneva quel bellissimo umore di un passato unico e singolare, fatto di
semplicità, di rito e di sacro.
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