La Cima di Vallevona si circondava di ambienti solitari raggiungibili
solo da strade sterrate che ne limitavano gli avvicinamenti. Davanti ainostri
occhi avevamo la bellezza di ampi piani carsici, dove un pascolo lento di
mucche e cavalli ne accresceva la visione di quiete. I pratierano distese di
erba rasa che assecondavano le forme della terra, dove di tanto in tanto
piccole doline esaltavano la loro presenza contenendogli ultimi residui di neve.
La primavera era iniziata da poco e sulla sua soglia l’accoglievano intense
fioriture di crochi. Eravamo lì alla ricercadella Grotta Picinara e delle sue
concrezioni azzurre, la cercavamo seguendo tutte le indicazioni raccolte, ma
senza riuscire a trovarla.Dalla Cima di Vallevona ammiravamo l’affaccio sulle
Coste di Camposecco e il sottostante Fosso Fioio, dove tutto precipitava nel
fittodei boschi di una natura selvatica. Andavamo via andando incontro prima alla
sera, che scendeva lenta nei boschi e sui prati di velluto, e poialla notte
che si rischiarava a malapena della luce della luna.
domenica 26 marzo 2017
sabato 18 marzo 2017
Il misterioso colle tra Tufo Basso e Pietrasecca
Tra Tufo e Pietrasecca un colle a 919 metri di quota
catturava la nostra attenzione con la particolare morfologia delle sue rocce,
così definite dasuggerire un passato in qualche modo antropizzato. Il suo
punto di vista scopriva bene entrambi i paesi suddetti e il Monte Sant’Angelo ad
Ovest,come a sottolinearne una possibile funzione difensiva strategica.
Rimanevamo incantati da quelle rocce, come se un qualcosa disignificativo
fosse accaduto lì, ma non ne sapevamo nulla. Sarebbe molto interessante
conoscerne la storia, qualora vi fosse.
domenica 5 marzo 2017
La Grotta del Secchio
Pioveva nel bosco, tra i faggi scoscesi del Monte Guardia d’Orlando,
dove si nascondeva l’ingresso della meravigliosa Grotta del Secchio.Uno
stretto e lungo cunicolo dava accesso a meandri concrezionati, dove piccole
sale echeggiavano i riflessi di luce attraverso speleotemi dicalcite. La bellezza era ovunque: i depositi minerari
avevano modellato la roccia nei millenni, svelando in una delle prime sale
magnifichestalattiti con addossate eccentriche e tubolari trasparenti. Una
pioggia fittissima di capelli d’angelo rivestiva l’ingresso del ramo finalesuperiore, considerato fino a qualche anno fa come il più spettacolare della
grotta. Nuove scoperte avevano individuato una prosecuzioneattraverso un lungo
laminatoio, lo percorrevamo fidandoci delle descrizioni, adattandoci metro dopo
metro ad una durevole serie distrettoie. Ma quello che si apriva alla fine del
budello ci ripagava poiché di grande bellezza: davanti ai nostri occhi un fiume fossile mostravatutto il suo
corso, con la piega delle sue anse bianchissime rivestite da vaschette e concrezioni
coralloidi. Seguivamo il corso del fiume e aseguito di un successivo
restringimento vi era l’ulteriore meraviglia del lago fossile: un’ampia vasca mostrava col candore il suo massimolivello di tracimazione, vi erano concrezioni ovunque e di ogni tipo, ogni
centimetro di quella sala mostrava la meraviglia della creazione divina.
Etichette:
Colli di montebove,
grotta del secchio,
monte guardia d'orlando
Iscriviti a:
Post (Atom)