Il mare
d’inverno si modulava sotto il canto del vento e delle onde, poche persone
camminavano sulla riva, che, maggiormentepopolata dai gabbiani, si
impreziosiva di conchiglie e addirittura di alcune stelle marine. Davanti alla
Torre di Cerrano,riaffioravano dalla sabbia le rovine dell’antico porto di Hatria, un’importante struttura portuale
che i romani costruironointorno al III secolo a.C. circa; nonostante i tanti
secoli trascorsi quelle malte tenevano ancora saldi il pietrame e il
calcestruzzo,che così erosi dal mare assumevano una veste anonima simile a
quella di normali rocce. Ammiravamo la costa dall’affacciopanoramico di Silvi,
e seguivamo la strada che sul filo della collina conduceva ad Atri. Atri vantava
una storia trimillenaria, dal marealla collina un tempo raccoglieva tutto, era
stata lei a dare il nome al mare Adriatico, una supposizione avvalorata dalla
sua origineantichissima (XII-XI sec. a.C.) e dalla sua collocazione centrale
nel bacino del Mediterraneo. I vasti confini di epoca romana sitrovavano
adesso ridimensionati in un raccolto nucleo urbano, di cui la piazza e la
Chiesa di Santa Maria Assunta ne parevano ilcentro. Dentro la cattedrale
ammiravamo i mosaici delle antiche terme e gli affreschi rinascimentali
ispiratiai paesaggi e ai personaggi abruzzesi. Tra il chiostro e le cisterne romane
numerosi reperti testimoniavano il fascino di una storiaantichissima, la
bellezza della terra d’Abruzzo era anche nel dettaglio di ogni piccolo ricamo
di pietra.
domenica 15 febbraio 2015
Hatria: l'antica Atri dal mare alla collina
Etichette:
atri,
hatria,
silvi,
torre di cerrano
domenica 8 febbraio 2015
Colle di Vallecupa sopra l'altopiano di Cascina
Alcuni casolari
sparsi segnavano la presenza dell’uomo sull’altopiano di Cascina, i loro ruderi
trovavano risalto nelcontrasto con la neve, che negli ultimi giorni aveva
imbiancato gran parte delle montagne. Dalla strada ammiravamo tutto ilversante settentrionale
di Monte Calvo, che sotto notevoli accumuli aveva ammorbidito il suo profilo di
cresta, ma ilpanorama più bello lo scorgevamo dalla cima di una piccola
collina non molto distante, Colle di Vallecupa, dove non solopotevamo continuare
ad ammirare gli scenari precedenti, ma anche la conca aquilana, la mole del
Gran Sasso e parte della Laga.In lontananza c’era anche la Majella che
alleggerita dalle nebbie della prospettiva aerea pareva come un’isola a cui
approdare.Tutti i panorami si perdevano nel bianco, qualsiasi colore che ne
rimaneva fuori viveva un contrasto fortissimo, così facevano glialberi e i
cespugli, i cavalli e i casolari. I piccoli paesi di Menzano, Santi e Casaline
si tenevano stretti nei loro piccoli nuclei urbani,la neve ne aveva eguagliato
forme e colori, tanto da renderli simili a quelli di un presepe.
Etichette:
altopiano di cascina,
casaline,
colle di vallecupa,
menzano,
santi
Iscriviti a:
Post (Atom)