I Prati di Foce
si raccoglievano al di sotto di piccole montagne, isolandosi a Sud con maggiori
baluardi. Una lunga cresta si poneva come spartiacque con la valle del rio
Forcella, dove ipaesi di Menzano, Santi e Casaline caratterizzavano una delle
ultime estensioni della terra d’Abruzzo, prima del reatino e della Salaria. Il
valico di accesso che metteva in comunicazione i dueversanti della montagna
ormai era anonimo e segnato a malapena da un sentiero, così come erano anonimi
i resti dell’antico Castello di Cesura. La prima volta che lo vidi era d’inverno,
e laneve aveva coperto di molto il perimetro basso delle sua mura, adesso si
lasciava scoprire sotto l’aria fredda di novembre, scaldata a malapena dagli
ultimi colori dell’autunno. Alcunestanze mantenevano ancora la loro funzione
di dimora, accogliendo piante ed arbusti tra le poche mura rimaste, mentre la
memoria della pietra tornava indietro di quasi mille anni,quando da quella
posizione dominante vi era il controllo sulle vallate sottostanti. Il Castello
di Cesura venne edificato nel XII secolo a beneficio dei coloni dei terreni spettanti
alla Badia di SanQuirico e Giulitta,
segnando il confine tra l’antico contado Reatino e quello Amiternino. Anton
Ludovico Antinori testificava il contributo di Cesura alla fondazione della
città dell’Aquila, nel1254, e la sua capitolazione nel 1349 per mano del conte Lalle Camponesco Aquilano; venne completamente abbandonato, dopo di che i
secoli continuarono a livellare inesorabilmente lesua mura. Riprendevamo il
sentiero che metteva in comunicazione gli antichi confini, immettendoci
nuovamente nei Prati di Foce. Una carrareccia costeggiava a Nord la vallata,passando davanti ad un vecchio casolare in rovina. Tale struttura aveva da
sempre attirato la mia attenzione, ma non era mai stata accessibile a causa del
fitto groviglio di rovi che la rendevaimpenetrabile. Il freddo aveva messo a
dimora le piante e finalmente senza il fogliame riuscivamo ad individuarne l’accesso:
al suo interno alcuni ingranaggi di archeologia industrialeavrebbero potuto
svelarne la funzione, ma avevo paura ad avvicinarmi a causa del soffitto
gravemente pericolante.
domenica 23 novembre 2014
domenica 9 novembre 2014
Monte Mozzano dalle Capannelle
Il Monte Mozzano ospitava i resti di
antiche postazioni militari di epoca romana, collocati secondo gli studiosi sul
Piccu de Mezzo,una delle tre torri
delle cime di Aielli. Tra i sassi resi anonimi dai millenni si leggevano
sbiaditi gli interventi dell’uomo, sempliciordini costruttivi che avevano
superato inosservati lo scorrere dei secoli, confusi alle pietre e mimetizzati
tra gli arbusti. Antichemulattiere fornivano il collegamento con l’Altopiano
di Aielli, ricco di fontanili e casolari, bordato dai pendii delle montagneche
ospitavano le più belle manifestazioni dell’autunno. La luce nitida di novembre
esaltava il contrasto dei colori, le nuvoleproiettavano perfettamente le loro
ombre sui boschi bruniti, animando anche in lontananza sia i profili della Laga che
quelli aOvest del Gran Sasso.
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