L’eremo di San Aliatore si nascondeva al di sotto delle
balze rocciose delle Gole di Antrodoco, costituito da una piccola grotta didifficile localizzazione era raggiungibile soltanto attraverso ripidi sentieri.
Un bellissimo angelo dalle fattezze bizantine eracustodito sulla parete di
fondo, e anche se visibile soltanto parzialmente era comunque ancora in grado
di suscitare moltissimasuggestione. La sua datazione – presumibilmente
risalente al XIII secolo – compiva un grande salto temporale, svelando memorie
diuna vita lontana priva di agi ma comunque ricca della naturale bellezza del
territorio intorno. Affianco alla grotta un vecchio romitorioera stato ricavato
innalzando un muro a ridosso di uno scavernamento, chissà quali vite avevano
vissuto in quel luogo, echi di un passato di cuisoltanto quelle pietre erano
testimoni. Grazie ad Eligio Boccacci del CAI di Antrodoco per avermi dedicato
il suo tempoaccompagnandomi all’eremo che difficilmente avrei trovato da sola,
e agli altri soci della Sezione che ho avuto il piacere di conoscere.
lunedì 28 novembre 2022
L'eremo di San Aliatore nelle Gole di Antrodoco
Etichette:
antrodoco,
eremo di san aliatore,
gole di antrodoco,
rapelle
sabato 12 novembre 2022
Lo Stazzo le Mandrucce da Jovana per Valle Cupa
Allo Stazzo delle Mandrucce i prati si vestivano d’erba d’oro.
Il piccolo rifugio si apriva accogliente nel cuore della valle, unica presenzapreziosa di tutta la zona che avevamo raggiunto attraversando Valle Cupa. Partiti
da Jovana ci eravamo inoltrati nei toni ombrosi del boscod’autunno, lungo una
comoda carrareccia bordata di noccioli, di faggi, di aceri e di cespugli
spinosi di rosa canina. Antichi muri a seccoricoperti di muschi e vecchi
alberi vestiti di licheni dimoravano nell’ombra perenne di quella selva infossata
tra Monte Curio e SerraPantanella, che una volta oltrepassata dava respiro ad
un ambiente lunare ed essenziale, spoglio di ogni albero, in grado di svelare
soltantoi dolci avvallamenti della terra. Il piccolo rifugio forniva riparo e
indicazioni, l’oro d’Abruzzo era nei pascoli intorno che mano a manoprocedevano lenti sotto la guida di un pastore e dei suoi cani. Eravamo circondati
della preziosa ricchezza dell’essenziale.
Etichette:
agriturismo jovana,
stazzo le mandrucce,
valle cupa
domenica 6 novembre 2022
L'eremo di Rottevecchia nelle Gole di Antrodoco
Al di sopra delle Gole di Antrodoco un reticolo di sentieri
metteva in comunicazioni edifici diruti, memorie di un passato lontano riccoancora di tanta suggestione. Quella natura così impervia si riprendeva quanto l’uomo
le aveva tolto, lasciando svelare soltanto a tratti levecchie mulattiere. Quegli
edifici anonimi erano ormai riparo di arbusti, le loro finestre direttamente scoperchiate
su volte di cielo nonfacevano più differenza tra dentro e fuori. Lunghe file
di mura a secco assecondavano sinuosamente il sentiero tra querce e ginestre,
labellezza era ovunque tra i sassi, lungo vie parzialmente dimenticate che
lasciavano ancora intendere la loro importanza. Trovavamo l’eremo diRottevecchia nascosto da una vegetazione selvaggia, la sua datazione risalente
al XIII secolo ci proiettava in un passato lontano fatto diisolamento e
privazioni. Una scala in pietra semidismessa dava accesso ad una grande grotta
protetta da un muro, l’area sacra era a ridossodella montagna, così come un
altro ambiente nelle prossimità, probabilmente costruito in un secondo momento, che custodiva ancoraall’interno l’agio di una dispensa con scaffali in legno inseriti
nella muratura, e all’esterno un piccolo affresco di una Madonna conBambino
datato a.D.1583. Fuori un pozzo ancora mantenente l’acqua si riforniva dello stillicidio delle rocce sovrastanti.
Etichette:
eremo di rottevecchia,
gole di antrodoco
domenica 23 ottobre 2022
Monte Tranquillo da Pescasseroli, il Santuario e il Bosco della Difesa
Da Pescasseroli salivamo la via per il Monte Tranquillo, tra
faggi secolari di grandissima bellezza, le loro dimensioni li rendevano
monumenti
vestiti di morbidi muschi, le loro foglie mostravano tutte le manifestazioni
cromatiche dal verde al rosso dovute all’ineludibilemomento di passaggio di
una clorosi autunnale. Il Santuario di Monte Tranquillo, Santa Maria della
Serra, originariamente fondato nel XIIsecolo per volontà di San Berardo
vescovo dei Marsi, venne danneggiato più volte dai terremoti e più volte
ricostruito, la sua ultimaveste, quella attuale, era del 1956. Custode di una
Madonna nera, teneva ancora le sue porte chiuse a causa di interminabili lavori
dirifacimento esterno. Un’altra icona di madonna nera era situata in una
piccola cappella a bordo via, lungo il sentiero nel bosco. Continuavamoa
salire fino alla cima della montagna, l’affaccio panoramico intorno era come
una cura per l’anima, tanta bellezza semplicemente trovataosservando la
natura, una vera ricchezza a disposizione di tutti ma colta da pochi, soltanto
da chi sapeva davvero apprezzarla, propriocome il tempo che scorre. Il sottostante
Bosco della Difesa era un’altra delle cinque faggete vetuste del Parco
Nazionale d’Abruzzo riconosciutaPatrimonio dell’UNESCO, le forme contorte degli
alberi monumentali, dovute all’antica pratica della capitozzatura eseguita in
passato daiboscaioli gli avevano conferito con lo scorrere del tempo un’identità
unica nel suo genere.
sabato 22 ottobre 2022
Monte Turchio da Passo del Diavolo
Da Passo del Diavolo di Gioia Vecchia una comoda strada per
la Valle Cicerana raggiungeva un rifugio gestito che accoglieva i viandanti.Seguivamo il sentiero parzialmente segnato per la cima di Monte Turchio, inoltrandoci
nella vibrazione del rosso dei caldi tonid'autunno. Oltre il bosco si
scoprivano i panorami sulle altre montagne, su vasti pianori e fitti boschi di
faggi, come la Selva Moricento, unadelle cinque faggete vetuste del Parco
Nazionale d’Abruzzo, patrimonio dell’Unesco. Un vecchio rudere all’inizio della
valle manteneva il suobasamento interrato, a testimonianza di un passato, nemmeno
troppo lontano, in cui l’uomo era più presente a vivere in questi ambienti. Lacima
ci donava la bellezza dei paesaggi, l’affaccio sulla conca del Fucino velato da
delicate trasparenze di nebbie sottili rasserenava l’anima,così come il più marcato
contrasto dei colori delle altre montagne intorno, dal rosso brunito dei faggi,
al verde dei pini, al dorato dell’erba.
giovedì 22 settembre 2022
Paestum e Velia
Tra Paestum e Velia aleggiava il mito. Paestum, l’antica
Poseidonia, si lasciava scoprire influenzata dall’archetipo del cavallo,
conduttore nonsolo verso un mondo onirico e ancestrale, ma anche introspettivo
ed interiore. Le antiche vie lastricate, la strada Aurea, i magnifici templidorici, mostravano la bellezza greca di uno stile severo e arcaico, così come
Velia, antica sede della scuola filosofica di Parmenide e Zeno,affacciata
sulla costa del Cilento, con alle spalle morbide colline di uliveti e
vegetazione mediterranea. Il Cavallo di Sabbia di MimmoPaladino si innalzava
tra i templi di Hera e Nettuno, al di sopra di un prato verdeggiante che anno
dopo anno si rinnovava nel ciclo dellestagioni, e al di sotto di un cielo azzurro
ed eterno, lo stesso che contemplavano gli uomini vissuti millenni fa.
Iscriviti a:
Post (Atom)