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L’autunno era
ancora in ritardo nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise,
iniziava a colorare i faggi che
costeggiavano il torrente Fondillo, mentre erano
le foglie secche dello scorso anno a scaldare la terra. Un ripido sentiero
immerso
nel bosco ne risaliva la dorsale attraversando strette svolte, ogni
tanto si apriva lasciando allo sguardo l’indagine di luoghi remoti e
selvaggi. Due
piccole cime ne caratterizzavano la parte sommitale, dominando a 360° un’ampissima
visuale, tra la
massiccia presenza del Monte Marsicano ed i severi profili delle
montagne al di sopra del Passo del Cavuto. Barrea e Villetta
Barrea custodivano
il loro lago in parte inaridito, che oltre al riflesso del cielo mostrava anche
la terra delle sue sponde. Un
gruppo di camosci giaceva a mezza costa indisturbato
dalla nostra presenza, li guardavamo mangiare all’innesco del bosco, al di
sopra dei ripidi pendii che piombavano a valle. Tutto quel territorio era un’area
sacra consacrata a Cerere e al culto della
Luna, dove i Volsci si stabilirono
nel III secolo a.C., tra il "Molino di Opi", Barrea e l'imbocco della
Val Fondillo. Lì una necropoli di
grandissima importanza era venuta alla luce
grazie a degli scavi, rivelando più di cento tombe, corredi di armi ed oggetti
ornamentali.
