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Il Castello di
Preturo si trovava arroccato sul piccolo Colle ad Est della Torretta, la sua
struttura, ormai collassata su se stessa, si
lasciava completamente avvolgere
dalla vegetazione selvatica di querce, clematidi, rovi e prugnoli, tanto da far
perdere la
definizione dei suoi perimetri. Cercavamo la Stanza della Regina, e
possibili accessi a sale dimenticate, ma tutto finiva in pochi metri,
spenti da
cedimenti di terra e sassi pericolanti. Sicuramente quella montagna apparente
custodiva in sé il suo passato, noi,
come tutti, ci limitavamo a passarci
sopra. Il nome della Torretta pareva rendere omaggio al suo castello, che così
posizionato al
centro della conca amiternina aveva il controllo sia sulla Valle
dell’Aterno che su quella del Fiume Raio, e la comunicazione
visiva con le
altre postazioni difensive della zona: le torri di avvistamento di San Marco, di
Rocca Santo Stefano, di Rocca San
Silvestro, di San Vittorino e la Rocchetta di
Pettino. Sulla cima tre croci seguivano il filo di cresta della montagna, da lì
si apriva la
via per Monte Calvo, che ammiravamo distanti avvolto nella
bellezza delle altre montagne.
