Scendevamo Grotta
a Male nel gioco di chiocciole e triangoli, con la pietra che si animava al
nostro passaggio ed una confusaproiezione di ombre. Soltanto poche concrezioni
ci regalavano la suggestione dei diamanti, mentre il riflesso più brillante siconcedeva nelle trasparenze azzurre del Laghetto di De Marchi. A luci spente ci
perdevamo nel buio profondo della grotta, dove lostillare dell’acqua mi
appariva ora come una lontana esplosione di stelle. Quella materia, fatta di
notte, aveva l’umore dell’infinito,sentivo la terra come una madre che mi
accoglieva in seno al suo grembo.
lunedì 29 giugno 2015
Un lunedì pomeriggio a Grotta a Male
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domenica 28 giugno 2015
Monte Mileto da Passo San Leonardo
Tra la Majella e
la Valle Peligna, il Sentiero delle Due
Signore e il ricordo di Diana e Tamara; la Natura si addolciva di
molteplicifioriture, tenendo lontani orribili pensieri. I prati di Mandra
Castrata si rigavano di piccole vie percorse adesso soltantoda voci felici, che
gioivano del principio dell’estate. Nel rifugio di Capoposto non trovavo più il
nome dell’assassino, sentivorincuorarmi da quella terra offesa. Il sentiero
tornava di nuovo nel bosco, dalla luce al buio alla ricerca del suo principio.
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martedì 23 giugno 2015
Monte di Mezzo dal Fosso Rubiata
Sotto il Monte
di Mezzo il bacino idrografico del Fosso Rubiata scarnificava la terra in
rivoli di arenaria. L’acqua si dedicava apiccoli scivoli e giochi di cascate,
mentre il movimento maggiore si percepiva dal vento. Tutta la parte alta della
montagna erabattuta da raffiche che ci limitavano la permanenza. Ammiravamo per
poco l’andamento sinuoso dell’erba,mentre lo sguardo si
apriva al fascino suggestivo dei Monti della Laga.
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lunedì 22 giugno 2015
La Cisterna dell'Orta
L’estate faceva
ingresso per i vicoli di Bolognano, scaldando piazze e case impreziosite da
rose e gelsomini. Chissà quante volteJoseph Beuys era sceso lungo il sentiero
per la Cisterna dell’Orta, scrutandone le maestose gole, trovando in quella
dimensionesublime l’ispirazione e la volontà di contribuire alla difesa della
natura. Il fondo del fiume era lastricato da candidi ciottolilevigati, da lì
si alzavano maestose pareti di pietra rivestite spesso da arbusti e vegetazioni
spontanee. Alcuni guadi ci permettevanodi scrutare altri punti di vista, fino
a raggiungere la sopraelevata piscina, custodita nell’ombra del tardo mattino. Una
pianta di ficoaveva lasciato cadere in acqua i suoi frutti, e mano a mano che il
sole girava accrescevano le trasparenze del verde smeraldo.
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domenica 21 giugno 2015
Monte Pescofalcone da Macchialonga
Arrivava l’estate
sui verdi pascoli della Majella, dove ripidi pendii erbosi scivolavano a valle
prima del grande salto nel Vallonedell’Orfento. Il vento animava distese
immense di falasca, concretizzandosi in materia fluida, mentre al di sopra dei
pinimughi le pietre cantavano nel tintinnio sordo di rocce e di fossili. La cima
di Pescofalcone ci lasciava ammirare per poco i suoi pianisommitali, presto
giungeva la nebbia a confondere pietre e sfumare i nevai, intrappolando nel
freddo tutta la parte alta dellaMajella. Sotto la linea delle nubi il sole tornava a
scaldare la terra, trovando nel solstizio d’estate la sua massimaespressione.
Auguri amore mio, sei nato nel giorno più bello dell’anno.
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domenica 14 giugno 2015
Anello delle Quartora e delle Canetre da Roio Piano
Le vie di Roio
Piano si animavano del suono della banda che rendeva omaggio alla festa di San
Franco, iniziavamo così ilnostro percorso, tra le case e i ruderi del paese
resi vivi dallo spirito delle celebrazioni. Una carrareccia prendeva il nome diVia del Monte, suggerendo l’antico tragitto degli armenti: le strade della monticazione miravano ai verdi pascoli
di Campoli,vivi del ricordo delle Casette Michetti. Monte Le Quartora teneva
lisci i suoi pendii di erba: il piano culminale, oltre il limite delbosco,
mostrava soltanto alcuni cespugli prostrati prima delle sue immense distese
lunari. Dalla cima si apriva l’alta visuale sulMonte Ocre, sui cui
contrafforti tracce di strade apparivano e sparivano nell’erba, come una
metafora della presenza umanatesa ad abbandonare i lavori d’altura. Dal Passo
di Vallefredda seguivamo il sentiero del Fossato di Cerasitto, passando poi per
ladolina di Mezza Spada e le tre Canetre, quegli enormi inghiottitoi si aprivano
come maestose voragini nella terra, addolcendo ipropri precipizi con il verde
delle vegetazioni.
mercoledì 10 giugno 2015
La Selva di Tussio e l'Oratorio di San Pellegrino
La Selva di Tussio
svelava nel fruscio del vento il tintinnio di antichi campanelli, ce lo
raccontava Dora, una custode di Bominaco, rendendoci partecipi delle antiche credenze
popolari che volevano animato quel bosco. Le fioriture di ginestra ecaprifoglio
diffondevano ovunque un profumo dolce, esaltato dall’aria calda prima del
temporale, mentre ammiravamo la straordinaria bellezza dei papaveri dell’oppio,
persi nella vegetazione selvatica. L’Oratorio di San Pellegrino e la Chiesa diSanta Maria Assunta sorgevano vicini su un colle, protetti da un piccolo bosco
di pini e dai resti di un castello turrito che dominava la valle sottostante:
la straordinaria bellezza di quegli edifici medievali vantava addirittura la
proposta all’Unesco peressere riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Ogni volta il piccolo Oratorio mi sorprendeva con lo splendore del suo ciclo di
affreschi, i suoi colori ravvivati avvolgevano chiunque vi entrasse in una
danza cromatica che vedeva susseguirsi le scenedella vita di Cristo, della Sua
Passione e il Giudizio Universale, per non parlare poi dell’insolito e
straordinario calendario, affrescato con i segni zodiacali e le festività da
onorare. Sul bordo superiore dei plutei, raffiguranti il drago e il grifone, un’incisione
riportavaalla data 1263, anno della sua edificazione, da allora in poi Momenaco divenne uno dei centri di
appoggio più importanti per i pastori del Tratturo Magno, dedicando il culto a
San Pellegrino, protettore dei viandanti, che era giunto dalla Siria in Italia
peressere martirizzato proprio a Bominaco.
La visita
dell’Oratorio di San Pellegrino e della Chiesa di Santa Maria Assunta è
possibile contattando il custode-accompagnatore, attualmente è la gentilissima
signora Dorareperibile al numero 086293765, fornendogli un’offerta, e senza
dimenticare di munirsi di monete da due euro che fungono da gettoni per
attivarne l’illuminazione. (Le immagini dell'interno sono state pubblicate per gentile concessione).
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domenica 7 giugno 2015
La Montagna dei Fiori: anello di Monte Girella
Monte Girella si
vestiva di molteplici fioriture, scoprendo all’inizio del percorso anche quella
di peonie, narcisi ed asfodeli.La Montagna dei Fiori rendeva omaggio al suo
nome anche sul finire della primavera. I pendii erbosi vivevano di un verdebrillante
e rinnovato, dove trovavano risalto i toni chiari del grigio delle caciare, un
tempo quei ripari in pietra a seccogarantivano il riposo dei pastori, mentre
adesso animavano soltanto i ricordi della tradizione contadina. L’affaccio
sulle Goledel Salinello portava il dialogo con la Montagna di Campli, mentre
nel mezzo tutto scivolava ripidamente a valle, con pinnacoli diroccia dura
ammorbiditi dal verde dei prati. Le colline teramane movimentavano il paesaggio
con terrazzamenti policromi, fino aperdersi all’orizzonte nella caligine dell’aria
umida, che offuscava l’identità di tutte le montagne più distanti.
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