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A Lilibeo una grande nave giaceva protetta, navigatrice di
tempi lontani, memore di battaglie e di naufragi. Rimanevano le riflessioni
sulla storia, tra le vie di Marsala, con il pomeriggio che assumeva il sapore
dolce del succo di melograno, bevuto anche stavolta seduti
davanti alla
cattedrale di San Tommaso di Canterbury. Percorrevamo in bici la costa Ovest della
Sicilia, affacciati sul mare con
oltre la Tunisia e a Sud la Libia, in un lungo
giro alla scoperta dei luoghi che non conoscevamo. Tra gli scogli, relitti di
bunker
ci riportavano anch'essi ad un passato travagliato, ormai camere vuote
corrose dalla salsedine. Attraversavamo strade desolate tra gli
antichi bagli e
i robusti vigneti di Marsala, con la sorpresa di un fiore della vita inciso su
di un antico edificio, il Baglio Biesina, sorto
secoli addietro tra quelle
campagne coltivate, vestigia di una memoria rammentata dai motti educativi
affissi sulle sue pareti. A
Gibellina vecchia e nuova trovavamo il passato contemporaneo,
con l’opera di Burri che spiccava su tutte le altre in un eco
ridondante
talmente toccante da leggersi anche nel territorio, sui cretti naturali delle
strade bruciate dal sole, tra argille e marne
bianchissime, candide come la
Culla delle Sirene di Capo Bianco ad Eraclea Minoa, protesa in alto sul mare. Altrove,
anche
il Castello Chiaramontano svettava sui panorami, con il cancello
d’ingresso chiuso e omaggiato di fiori. Ritrovavamo la
cura dell’essenziale nei
muretti a secco lungo le strade collinari per la Cava di Mangiagesso, poi le
bellissime Scicli, Modica
e Siracusa, animate di turisti. A Ortigia, tra i
vicoli della Giudecca, cercavo i fiori della vita che non trovavo, visitavamo
il Mikveh,
uno dei più antichi bagni ebraici d’Europa alimentato da acqua
sorgiva, ancora intatto, con vasche, volte e pilastri cavati nella roccia, dove
piccoli silver cave riflettevano la luce come stelle argentee. Sulla via del
ritorno la rivoluzione di Mascali per
una Sicilia più pulita
apriva prospettive di valorizzazione per il territorio. Un
saluto ai nostri amici che ritrovavamo con affetto, persone care che era bello
rivedere a Zafferana Etnea e Aci Castello. L’ultimo bagno in Calabria, nelle acque limpide di Amantea, che si
lasciavano osservare
in lunghe distanze di trasparenze tra la curiosità dei
pesci, i rumori ovattati e i pensieri resi anch’essi più fluidi.