A Lilibeo una grande nave giaceva protetta, navigatrice di
tempi lontani, memore di battaglie e di naufragi. Rimanevano le riflessionisulla storia, tra le vie di Marsala, con il pomeriggio che assumeva il sapore
dolce del succo di melograno, bevuto anche stavolta sedutidavanti alla
cattedrale di San Tommaso di Canterbury. Percorrevamo in bici la costa Ovest della
Sicilia, affacciati sul mare conoltre la Tunisia e a Sud la Libia, in un lungo
giro alla scoperta dei luoghi che non conoscevamo. Tra gli scogli, relitti di
bunkerci riportavano anch'essi ad un passato travagliato, ormai camere vuote
corrose dalla salsedine. Attraversavamo strade desolate tra gliantichi bagli e
i robusti vigneti di Marsala, con la sorpresa di un fiore della vita inciso su
di un antico edificio, il Baglio Biesina, sortosecoli addietro tra quelle
campagne coltivate, vestigia di una memoria rammentata dai motti educativi
affissi sulle sue pareti. AGibellina vecchia e nuova trovavamo il passato contemporaneo,
con l’opera di Burri che spiccava su tutte le altre in un ecoridondante
talmente toccante da leggersi anche nel territorio, sui cretti naturali delle
strade bruciate dal sole, tra argille e marnebianchissime, candide come la
Culla delle Sirene di Capo Bianco ad Eraclea Minoa, protesa in alto sul mare. Altrove,
ancheil Castello Chiaramontano svettava sui panorami, con il cancello
d’ingresso chiuso e omaggiato di fiori. Ritrovavamo lacura dell’essenziale nei
muretti a secco lungo le strade collinari per la Cava di Mangiagesso, poi le
bellissime Scicli, Modicae Siracusa, animate di turisti. A Ortigia, tra i
vicoli della Giudecca, cercavo i fiori della vita che non trovavo, visitavamo
il Mikveh,uno dei più antichi bagni ebraici d’Europa alimentato da acqua
sorgiva, ancora intatto, con vasche, volte e pilastri cavati nella roccia, dovepiccoli silver cave riflettevano la luce come stelle argentee. Sulla via del
ritorno la rivoluzione di Mascali per
una Sicilia più pulitaapriva prospettive di valorizzazione per il territorio. Un
saluto ai nostri amici che ritrovavamo con affetto, persone care che era bellorivedere a Zafferana Etnea e Aci Castello. L’ultimo bagno in Calabria, nelle acque limpide di Amantea, che si
lasciavano osservarein lunghe distanze di trasparenze tra la curiosità dei
pesci, i rumori ovattati e i pensieri resi anch’essi più fluidi.
domenica 29 settembre 2024
venerdì 20 settembre 2024
Gibellina vecchia
“...ecco, se devo fare
qualcosa, io posso farlo qua... lo farei così: compattiamo le macerie... le
armiamo per bene, e con il cementofacciamo un immenso cretto bianco così che
resti un perenne ricordo di questo avvenimento...” Alberto Burri
Percorrevamo quei vicoli con la consapevolezza della vita
che c’era prima. Voci, persone, colori, tutto era stato fagocitato dal
terremotodel Belice, poi dal bianco. Tra microcosmo e macrocosmo le fessure
del grande cretto un tempo erano le strade di Gibellina, ora la tombadi un
paese intero che giaceva in silenzio in una visione commovente.
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