domenica 29 settembre 2024

Viaggio in Sicilia a fine settembre

A Lilibeo una grande nave giaceva protetta, navigatrice di tempi lontani, memore di battaglie e di naufragi. Rimanevano le riflessionisulla storia, tra le vie di Marsala, con il pomeriggio che assumeva il sapore dolce del succo di melograno, bevuto anche stavolta sedutidavanti alla cattedrale di San Tommaso di Canterbury. Percorrevamo in bici la costa Ovest della Sicilia, affacciati sul mare conoltre la Tunisia e a Sud la Libia, in un lungo giro alla scoperta dei luoghi che non conoscevamo. Tra gli scogli, relitti di bunkerci riportavano anch'essi ad un passato travagliato, ormai camere vuote corrose dalla salsedine. Attraversavamo strade desolate tra gliantichi bagli e i robusti vigneti di Marsala, con la sorpresa di un fiore della vita inciso su di un antico edificio, il Baglio Biesina, sortosecoli addietro tra quelle campagne coltivate, vestigia di una memoria rammentata dai motti educativi affissi sulle sue pareti. AGibellina vecchia e nuova trovavamo il passato contemporaneo, con l’opera di Burri che spiccava su tutte le altre in un ecoridondante talmente toccante da leggersi anche nel territorio, sui cretti naturali delle strade bruciate dal sole, tra argille e marnebianchissime, candide come la Culla delle Sirene di Capo Bianco ad Eraclea Minoa, protesa in alto sul mare. Altrove, ancheil Castello Chiaramontano svettava sui panorami, con il cancello d’ingresso chiuso e omaggiato di fiori. Ritrovavamo lacura dell’essenziale nei muretti a secco lungo le strade collinari per la Cava di Mangiagesso, poi le bellissime Scicli, Modicae Siracusa, animate di turisti. A Ortigia, tra i vicoli della Giudecca, cercavo i fiori della vita che non trovavo, visitavamo il Mikveh,uno dei più antichi bagni ebraici d’Europa alimentato da acqua sorgiva, ancora intatto, con vasche, volte e pilastri cavati nella roccia, dovepiccoli silver cave riflettevano la luce come stelle argentee. Sulla via del ritorno la rivoluzione di Mascali per una Sicilia più pulitaapriva prospettive di valorizzazione per il territorio. Un saluto ai nostri amici che ritrovavamo con affetto, persone care che era bellorivedere a Zafferana Etnea e Aci Castello. L’ultimo bagno in Calabria, nelle acque limpide di Amantea, che si lasciavano osservarein lunghe distanze di trasparenze tra la curiosità dei pesci, i rumori ovattati e i pensieri resi anch’essi più fluidi.

venerdì 20 settembre 2024

Gibellina vecchia

“...ecco, se devo fare qualcosa, io posso farlo qua... lo farei così: compattiamo le macerie... le armiamo per bene, e con il cementofacciamo un immenso cretto bianco così che resti un perenne ricordo di questo avvenimento...” Alberto Burri
Percorrevamo quei vicoli con la consapevolezza della vita che c’era prima. Voci, persone, colori, tutto era stato fagocitato dal terremotodel Belice, poi dal bianco. Tra microcosmo e macrocosmo le fessure del grande cretto un tempo erano le strade di Gibellina, ora la tombadi un paese intero che giaceva in silenzio in una visione commovente.