Eravamo tornati da poco dalla Grecia e dall’Albania, e
avevamo ancora negli occhi centinaia di immagini che ci riportavano in quei
luoghi.Durazzo, Tirana, Elbasan, Pogradec e Kastoria, paesi poveri dove la
gente aspettava sulla strada per vendere la sua merce. Un verderigoglioso
ammantava montagne e pianure, vi erano gole e fiumi, e grandi laghi che riflettevano
interi specchi di cielo. Superato il confine,centinaia di santelle contornavano le strade greche, erano piccole edicole
votive che contenevano immagini di santi e icone ortodosse. LeMeteore erano la
massima espressione del sacro, sospese su balconi di cielo, avevano all’interno
un misto di oro e incenso, e all’esterno unpanorama sovrannaturale. Da
Kalabaka a Makrinitsa, poi per le Sporadi e Skopelos. Di ritorno sulla terra
ferma ci attendevano i sitidella Grecia Antica, la mitica Atene, la memorabile
Micene, la famosa Epidauro, la rinnegata Sparta e la magnifica Olimpia,
centinaia dichilometri lungo l’interno di terre desolate, dove saltuariamente
incontravi qualcuno prima delle destinazioni. Tornavano alla mente laporta dei
Leoni e lo Stretto di Corinto, varchi immemorabili per dimensioni
straordinarie.
lunedì 26 giugno 2017
domenica 11 giugno 2017
L'acquedotto delle Uccole
La via delle Uccole da un lato contava gli sfiatatoi
dell’antico acquedotto romano e dall’altro ammirava il vuoto strapiombante
delleGole di San Venanzio. Faceva molto caldo, e ne approfittavano i serpenti
alla ricerca del sole, disturbati purtroppo dal nostro passaggioobbligato. Un
varco aperto da un crollo accedeva comodamente all’interno del condotto, che
così fresco e asciutto segnava nettamenteun’altra dimensione. Le pareti segnavano
ancora gli antichi livelli di tracimazione, a tratti si impreziosivano di
speleotemi, mostrandopersino decorazioni arabesche di radici concrezionate.
Percorrevamo tutto il percorribile, diversi crolli avevano ostruito i passaggi
deglisfiatatoi mostrando luoghi ancora più integri, dove la terra a poco a
poco si rimpossessava di ciò che le era stato tolto. Nei pressi delleuccole la
luce del giorno filtrava debolmente dando vita a piantine e muschi, i ragni proteggevano
i loro bozzoli sul ciglio delle ragnatele,osservando noi e le altre forme di
vita che vivevano di quella penombra.
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giovedì 8 giugno 2017
Il limite
E poi ci sono quelle volte che non te la senti e rinunci.
Rinunci di andare, anche se di poco, oltre il limite che hai. Ma mi hanno
insegnato che il limite non è qualcosa di negativo, semmai di positivo perché è
una soglia verso nuovi orizzonti. E allora il mio limite segna lo spazio in cui
sono padrona di muovermi, entro cui sono a mio agio e non contemplo le paure. Affianco
alla cascata avevo semplicemente paura di quella verticale così assordante, di
quel rumore così forte che mi ricordava ad ogni metro cubo di acqua precipitato
di quanto io fossi mortale, di quanto io fossi niente al pari di un granello di
sabbia. Sulla testa della cascata osservavo l’acqua, la sala e me stessa, tornavo
indietro nonostante mancasse soltanto un facile frazionamento, tornavo da me. Adesso,
però, ho solo desiderio di tornare lì.
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