La Grotta di
Sant’Angelo nei pressi di Palombaro si apriva alle pendici del Monte Macinarelle, nel
versante orientale della Majella, svelando tra i boschi bruniti d’autunno il
candore del suocalcare bianco. Il vasto
androne naturale accoglieva i resti absidali di un’antica chiesa del 1200, che
nonostante lo scorrere dei secoli mantenevano ancora i ricami di una finestra a
stromboe la coronatura di archetti pensili. Diverse vasche scolpite nella
roccia erano dedicate alla raccolta delle acque: la tradizione narrava il precedente
culto della dea Bona, venerata da giovanimadri col rituale di bagnarsi i
seni per favorire l’abbondanza di latte. Sui resti dell’antico santuario pagano
venne poi edificata la chiesa legata ai culti di Sant’Agata e San Michele
Arcangelo, maogni documentazione era andata perduta, rimaneva soltanto una attestazione
del 1221 per mano di Onorio III.
domenica 25 ottobre 2015
La Grotta di Sant’Angelo in Palombaro
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La Grotta del Colle di Rapino: il Santuario dell'antico Popolo Italico dei Marrucini
La Grotta del
Colle nei pressi di Rapino era uno dei santuari più importanti dell’antico
popolo italico dei Marrucini. Moltissimi rinvenimenti archeologici ne
testimoniavano una frequentazionefin già nel Paleolitico Superiore, nel Neolitico
e nell’Età del Bronzo, ma è nel periodo italico che questa maestosa cavità
assume la sua più grande valenza, testimoniata dal rinvenimentodella statua
della Dea di Rapino e della Tabula
Rapinensis, una lamina bronzea che portava incisi i vocaboli latini dell’antico
gergo marrucino sull’istituzione della prostituzione sacra neltempio di Giove (informazioni).
Quella maestosa cavità naturale si impreziosiva di tantissime stalattiti
coperte di muschi, più fitti e rigogliosi nei pressi dell’ingresso, dove i
resti dell’antica EcclesiaS. Angeli ad
Cryptas si coprivano anch’essi di una vegetazione incontrollata. Numerose
leggende popolari la animavano di suggestione tramandando storie di cunicoli e
tesori nascosti,visioni purtroppo disilluse da una realtà che la vedeva
abbandonata e deturpata dagli interventi per la sua “valorizzazione turistica”
(cit. Eremi d’Abruzzo - CarsaEdizioni) che la colmava di passerelle in ferro arrugginite,
in pieno degrado, e nessuna struttura ricettiva. Per maggiori informazioni
sulla Grotta del Colle: Sanniti Marrucini e Peligni a Rapino.
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La Grotta dell'Eremita nei pressi di Pretoro
La Grotta
dell’Eremita si apriva sul fianco meridionale del Colle dell’Angelo, nei pressi
di Pretoro, quasi in confluenza con la Valledel Foro. Protetta dal bosco
confondeva tra le piante il suo maestoso androne, dove nei secoli vi avevano
trovato riparopastori ed eremiti, ma anche gli sfollati durante la Seconda
Guerra Mondiale. La presenza dell’acqua la legava al culto di San MicheleArcangelo, che qui era stato venerato dagli anacoreti, ancora si vedevano i
resti dell’antico romitorio: al centro della grotta, e lescalpellature sulla
volta per far aderire l’intonaco degli affreschi. Nel 1581 un documento ne
attestava l’esistenza nei dintorni dellachiesa di Santa Maria della Mazza denominandola
"Ecclesiam Sancti Angeli”, ma
molte testimonianze suggerivano datazioniprecedenti, che correvano indietro nel
tempo non solo di secoli ma addirittura di millenni, fino ad arrivare all’Età
del Bronzo, conil rinvenimento di reperti ceramici ed utensili in selce
utilizzati dall’uomo preistorico.
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domenica 18 ottobre 2015
Verso il Puzzillo
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sabato 17 ottobre 2015
Monte Le Quartora e le Casette Michetti
Le Casette
Michetti giacevano sul Pianoro di Campoli, tra la bellezza dei pendii delle Quartora e la quiete rasserenante delpascolo degli armenti. Fino a sessant’anni fa ancora erano abitate da qualche
pastore, mentre adesso lasciavano alle loro murasoltanto la mansione di
suscitare i ricordi. Il pastore Vittorio Colangeli ne era uno degli ultimi
abitanti, veniva ricordato da chida bambino lo raggiungeva in groppa ad un
asino, per aiutarlo ogni mattina a mungere le pecore. Gli antichi fuochi erano statiabbandonati, ora vi rimanevano soltanto ortiche
e cavalli, e quest’ultimi ci venivano incontro alla ricerca del sale.
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domenica 11 ottobre 2015
La Buca di Faggeto Tondo sul Monte Cucco
La nebbia sul
monte Cucco confondeva i suoi sentieri, concedendo soltanto una breve finestra
sul panorama sottostante, composto da modesti rilievi e la geometria cromaticadelle
coltivazioni. Un piccolo raggruppamento di faggi in coincidenza con un impluvio
naturale accoglieva l’ingresso della Buca di Faggeto Tondo, dove un’apertura di
modeste dimensionicelava con la sua veste anonima la bellezza successiva di sale
e gallerie. Il primo pozzo lambito da una cascata conduceva alla Sala della Doccia, dove l’acqua sgorgava
da più parti accresciutadalle ultime precipitazioni. Da lì in poi la
progressione era tutta in salita, tra facili pozzi e ampie gallerie
impreziosite da concrezioni di gesso, barite, celestina e fluorite. Molte
scuole di introduzionealla speleologia avevano scelto questa cavità come prima
grotta dove svolgere la progressione su corda, era bello incontrarsi in quel
luogo insolito ascoltando dialetti differenti.
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sabato 10 ottobre 2015
La Grotta Bella di Frasassi
Le esalazioni
sulfuree avevano cesellato una meravigliosa pelle di leopardo sulle pareti di
Grotta Bella, ogni spazio di quella superficie era ricamata da arabesche vermicolazioni
diargilla. La pioggia aveva attratto verso l’ingresso numerosi geotritoni, la
loro natura lenta si lasciava indagare e scoprivamo la bellezza indifesa di
alcuni dei più bei abitantidel buio perenne. Alcuni insetti si rintanavano nei buchi
disturbati dalla nostra presenza, la grotta si articolava in diversi passaggi e
l’odore di zolfo ne caratterizzava ogniambiente. Fuori da quella cavità il
buio si scostava dal silenzio della notte, la pioggia scendeva ed alimentava le
acque del fiume Sentino.
Attività inerente al XX Corso di Introduzione alla Speleologia a cura del Gruppo Grotte e Forre “Francesco de Marchi” del Club Alpino Italiano – Sezione dell’Aquila.
Attività inerente al XX Corso di Introduzione alla Speleologia a cura del Gruppo Grotte e Forre “Francesco de Marchi” del Club Alpino Italiano – Sezione dell’Aquila.
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La Grotta della Beata Vergine di Frasassi e la seconda palestra di corda
La
Grotta della Beata Vergine di Frasassi accoglieva nel suo maestoso androne una
magnifica chiesa a pianta ottagonale,impreziosita al suo interno da un altare
in alabastro ed una Madonnina in marmo bianco, entrambi attribuiti ad AntonioCanova.
Poco distante un vecchio oratorio si addossava alla montagna, era il santuario
di Santa Maria Infra Saxa, cheutilizzava la roccia come una parte delle sue
pareti. Tutto l’ambiente era stato frequentato fin dalla preistoria, ricco diinteressanti valenze naturalistiche e caro alla tradizione popolare, era l’accesso
basso per la Grotta del Mezzogiorno. Numerosecorde si armavano alla roccia per
fornire la didattica dell’ambiente ipogeo, l’attenzione per quei passaggi obbligatiriempiva tutti i pensieri, mentre al di fuori di quel grandioso androne una pioggia incessante esaltava
la protezione della montagna.
Attività
inerente al XX Corso di Introduzione alla Speleologia a cura del Gruppo Grotte
e Forre “Francesco de Marchi” del Club Alpino Italiano – Sezione dell’Aquila.
Un ringraziamento particolare va al Gruppo Speleologico Senigalliese che ha armato tutte le vie della palestra.
Un ringraziamento particolare va al Gruppo Speleologico Senigalliese che ha armato tutte le vie della palestra.
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