Tre quarti di luna bastavano a schiarire la notte, tanto da far
bruciare il chiarore delle stelle, la neve depositata ovunque dava forza a quel
riflesso che si estendeva lungo prospettive lontane, lasciando tuttavia ben leggere
paesi e montagne. L’indomani seguivamo i percorsi sullaregione della creta, tormentata da dossi, dove si apriva la bocca
di un canyon che dava accesso al bacino del Fiume Tavo. I Prati di Cretarola
erano completamente ricoperti di neve, e percorsi in parte da una piccola pista
da fondo che girava su se stessa. I cieli erano grigi e ditanto in tanto si
chiudevano in leggere nevicate. La quiete e la bellezza di Campo Imperatore
rendevano ancor più straordinario quell’ambiente così unico.
domenica 20 gennaio 2019
Sci da fondo ai Prati di Cretarola
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domenica 6 gennaio 2019
La Rocca di San Vittorino
Della Rocca di San
Vittorino non ne rimanevano che poche mura e i resti di un’antica torre
normanna. Nonostante quel paese fosseconsiderato uno dei più importanti dal
punto di vista dell’archeologia cristiana d’Abruzzo, il suo castello riversava
nel più totale stato diabbandono. Ubicato su di un modesto rilievo proteso
verso la Valle dell’Aterno, un tempo dominava l’antica città romana di Amiternum.Dal suo prospetto erano ben
visibili sia il Teatro che l’Anfiteatro, la visuale comunicativa con i fortilizi
di Barete, Pizzoli e Preturo, e trattidelle importanti Via Caecilia, Via
Catalina e Via Claudia Nova. Tra rovi e arbusti, la neve aveva disteso il suo
manto non lasciando leggere ilimiti dei basamenti, ne rimanevano il silenzio
ed una percezione distesa di antiche memorie.
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L'antico Convento della Madonna delle Grazie di Coppito e l'ipogeo di Colle Macchione
Sulla sommità di Colle Macchione giacevano i resti
monumentali della Madonna delle Grazie, un antico convento fondato nella prima
metà del XII secolo dal vescovo Dodone. Nonostante le varie trasformazioniarchitettoniche subite nei secoli, erano ancora visibili i segni della
primitiva costruzione che ne valorizzava l’utilizzo del materiale di risulta
romano, come il bellissimo timpano d’ingresso della chiesa, o lamemoria dei
due leoni lapidei provenienti dall'antica Foruli, disposti finora a l’Aquila sulla
soglia della Chiesa di San Pietro a Coppito, a seguito della sua fondazione. Da
fuori la recinzione scrutavamo amalapena l’interno abbellito da preziose
paraste, deturpato non solo dall'incuria del tempo e dai terremoti ma anche
dall'idiozia umana che ne aveva imbrattato gli affreschi. Tutta l’area non era
accessibile, erainteramente recintata a favore dei restauri, ma che tuttavia
parevano essersi fermati da tempo. La neve si era posata su quel silenzio come se
tutto il tempo passato fosse solo una breve parentesi persa nell'eternità.Ad
Est, nel pendio sottostante, si apriva l’ingresso di una piccola grotta,
antropizzata da una porta e da una finestra per la probabile funzione di
ricovero per gli animali, entravamo nella sua zona d’ombra ed anche lìil tempo pareva essersi fermato. La grotta manifesta segni di instabilità ed è
sconsigliabile accedervi, esiste per questo un rilievo 3D realizzato da Mattia
Iannella per chi volesse visitarla almeno virtualmente.
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