Salivamo sul Monte Cervia partendo da Collegiove, compiendo
un anello in senso orario che da Pie’ Cervia seguiva il sentiero lungo ladorsale
di Vena Maggiore. I colori assopiti dell’inverno si sfumavano nelle tonalità delle
terra d’ombra, erano toni cupi che scandivanolontananze brunite da cui
emergevano di tanto in tanto piccoli paesi raccolti. Il versante a Nord Est si
apriva su valichi ripidi e boscosi,vestiti d’ombra e di velature di neve,
mentre a Sud Ovest il tepore del sole aveva sciolto ogni residuo e addirittura
dato adito alle primefioriture nascoste tra i sassi. La bellezza del Lago del
Turano si scorgeva poco sotto la cima, prima di imboccare la Val di Varco. Il
sentiero siinoltrava poi nel bosco fitto e scosceso, ammorbidito visivamente dai
muschi e da cumuli di foglie secche.
domenica 19 gennaio 2020
Anello di Monte Cervia da Collegiove
Etichette:
collegiove,
lago del turano,
monte cervia
lunedì 13 gennaio 2020
Il Ramo degli Asteroidi della Grotta di Cittareale, tra il Passo del Suono e il Labirinto Franoso
Scendevamo lungo cunicoli caldi ed asciutti, avvolti dalla
bellezza dei cristalli, tra conformazioni meravigliose di origini ipogeniche.
LaGalleria degli Asteroidi della Grotta di Cittareale era un luogo completamente diverso dall’intero sistema della grotta, pareva come setutte le
conformazioni di cristalli iniziassero da lì in poi. Lasciavamo le nostre
attrezzature all’ingresso per agevolarci nella progressione, tracunicoli
principali e secondari che dal Passo del Suono si diramavano nel Labirinto
Franoso. Più scendevamo e più ci addentravamo nelventre caldo della terra, in
un ambiente friabile e delicato, che scendeva e scendeva con bassi
passaggi dalle pareti di fragile crosta,che se toccata si polverizzava in
sabbia, aiutati nell’orientamento da piccole placchette metalliche con definiti
i nomi dei luoghi e la viadell’uscita. In passato ero stata alla Galleria
degli Asteroidi ma non mi ero addentrata oltre, ammiravo ora un luogo
incredibile, un cunicololunare entro cui scivolare, al limite tra la ragione e
l’inizio dei sogni.
domenica 12 gennaio 2020
I boschi a Nord dei Prati del Sirente
Eravamo alla ricerca di grotte a Nord dei Prati del Sirente.
Il sottobosco si rivestiva di foglie secche e sporadiche macchie di neve, eravamo
al difuori dei sentieri conosciuti, lontani dalla presenza degli uomini,
disposti a percorrere i luoghi più remoti alla ricerca di accessi alsottosuolo. Ampie zone si conformavano in campi carreggiati, dove i karren si coprivano di muschi morbidi e fittissimi.
La quiete erainterrotta dalla presenza dei cinghiali, tuttavia fuggiti via a
causa della nostra. Le ultime ore di luce si vestivano di riflessi argentei, il
boscoiniziava a spegnere i toni cromatici in velature caliginose tra i rami,
adoravo quella quiete, quella sensazione di riposo sul far della sera,dove
tutto si distende e si prepara alla notte e al suo silenzio.
Etichette:
prati del sirente
lunedì 6 gennaio 2020
La Befana di Silvi 2020
Oggi con tanto di scopa partecipavo anch'io alla discesa della Befana di Silvi, una
bellissima esperienza condivisa con il mio gruppo di speleologia, il GGFAQ - Gruppo
Grotte e Forre Francesco de Marchi.Eravamo per l'esattezzain tre, e sotto di noi moltissimi bambini attendevano caramelle. Un “volo di scopa” che dalla torre della scuola giungeva alla
piazza, era bellissimo incrociare gli occhi dei bimbi increduli e le tante
manine tese a chiedere i dolci, i più timorosi oltre alle caramelle ricevevano da parte mia anche una carezza. Il video l’ho girato con una piccola videocamera fissata sul
casco.
Etichette:
befana,
silvi marina
sabato 4 gennaio 2020
L'inverno in Abruzzo nella Valle Jovana e la Serra Sparvera
L’inverno in Abruzzo è nel silenzio delle montagne, nel
candore della neve tanto attesa, nel riposo dei boschi. Ogni luogo è unico e
speciale, i cieli immensi sormontano un susseguirsi di rilievi e pianure, dovepietre silenziose assorbono il tiepido sole d’inverno, la cui luce rada
accarezza ogni dove con mano fredda. L’Agriturismo Jovana era uno dei primi
agriturismi aperti in d’Abruzzo, l’accoglienza di Roberta,l’ospitalità di
Liborio, la gentilezza di Antonietta, la pacatezza di Lorenzo, ci facevano sentire
a casa. Intorno a noi c’era soltanto la quiete della Valle delle Masserie,
attraversata da una lunga stradabianca che dalla Cantoniera Mimola arrivava
fino a Scanno. Liborio, il capofamiglia, parlava con passione del suo lavoro di
pastore, semplice e faticoso, da giovane era stato anche in Canadà, come lo
chiamava lui,ma l’amore per l’Abruzzo e per ciò che faceva l’aveva sempre
portato con sé in ogni dove. Conosceva parole in inglese, in francese e in
tedesco e gli piaceva intrattenersi a parlare con noi, davanti ad unbicchiere
di vino e all’ottimo cibo cucinato da Roberta e sua madre Antonietta. Scegliere
di essere ciò che si è era uno degli insegnamenti più belli e confortanti da
apprendere sul far della sera, quando leemozioni si amplificano grazie alla
notte e trovano sfogo nei sogni. L’indomani, seguendo il consiglio di Liborio,
salivamo alla volta della montagna, la Serra Sparvera, per lui la più bella di
tutte, che posta cosìa ridosso sulle sue terre le proteggeva dai venti del
Nord, ed era anche per questo un nume da venerare. Quel rispetto profondo
dell’uomo per la propria montagna era frutto di un legame antico, stratificato
neglianni e nelle stagioni, maturato di consapevolezze, poterlo conoscere
tramite i racconti di una vita era un omaggio alla vita stessa. Il sentiero per
la Serra Sparvera si dipanava dapprima nel bosco per poi aprirsi suradure
maculate di neve, dove la falasca dorata si scopriva e brillava alla luce del
sole. Da lassù i panorami si aprivano
fino in lontananza: dalla lunga linea di cresta del Parco Nazionale d’Abruzzo
Lazio eMolise, lo sguardo saltava di cima in cima a toccare le vette di Monte
Genzana, Monte Greco, Monte Pratello, ed un susseguirsi di rilievi più o meno
conosciuti, caratterizzati da versanti isolati e selvaggi.Scoprivamo l’Altopiano delle Cinque Miglia
distendersi al nostro sguardo, il Lago di Scanno incastonarsi tra i monti come
una pietra preziosa, e la neve, ovunque, che con il suo strato sottile
alleggerivaulteriormente ogni prospettiva aerea, lasciando così respirare sia
il cuore che l’anima.
Etichette:
serra sparvera,
valle delle masserie,
valle jovana
mercoledì 1 gennaio 2020
I ruderi de La Torretta sopra Cese di Preturo
La montagna della Torretta prendeva probabilmente il nome
dai ruderi circolari di una torre sita in cima alla sua dorsale. Quelle vecchie
mura,erose dal tempo, lasciavano leggere soltanto le pareti interne sotto il
livello del suolo, apparendo come un buco circolare foderato di pietresquadrate. Non
riuscivo a trovare nessuna informazione a riguardo sulla sua edificazione,
probabilmente la sua funzione era stata quella diavvistamento tanto era
evidente la linea visuale con lo sconosciuto insediamento di Colle San Mauro,
sopra Amiternum, conosciuta anniaddietro grazie a Mario D’Angelosante. La tantissima storia dei nostri luoghi era permeata nella terra, ramificata nelle sue radici, perduta neisuoi silenzi, e non dichiarava
più echi di memorie ma lasciava soltanto tracce minime, che seppur mute davano idea dell'importanza.
Etichette:
cese,
la torretta
Iscriviti a:
Post (Atom)