La neve aveva ricoperto il bosco di silenzio, ammantando
alberi e pendii. I tronchi di faggio trovavano risalto in quel candore eapparivano come presenze sospese. Il volo improvviso di una civetta catturava
la nostra attenzione. Il bosco riposava sotto una coperta chesapeva già d’inverno.
lunedì 30 novembre 2015
domenica 29 novembre 2015
La Grotta del Cervo di Pietrasecca
La Grotta del
Cervo animava i suoi volumi sotto il movimentodella luce, prendevano corpo
meduse e serpenti che nella pietraavevano sospeso la loro dimensione eterna.
Il luccichio dellacalcite ci regalava la visione dei diamanti, animali
stranissimianimavano i nostri sogni che negli specchi d’acqua venivanoamplificati. Numerose colonne ci mettevano al cospetto dellasacralità di un
tempio, la Terra mostrava uno dei suoi santuari piùbelli, e noi lo
attraversavamo con rispetto, consapevoli di taleimportanza. Uscita organizzata dal Gruppo
Grotte eForre “Francesco de Marchi” Club Alpino Italiano –Sezione dell’Aquila.
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domenica 22 novembre 2015
La Grotta del Chiocchio di Castagnacupa
Il Fosso
dell’Andreone accoglieva lungo uno dei suoi impluvi l’ingresso della Grotta del
Chiocchio, perso tra la bellezza delbosco e la quiete mattutina di un sottile
strato di neve. Entravamo in una dimensione silenziosa che mano a mano prendeva
la vocedell’acqua, dapprima bisbigliata lungo scivoli di roccia, poi, mano a
mano, sempre più forte in corrispondenza dei pozzi. Tra stillicidie cascate ci
inoltravamo in un ambiente severo, con concrezioni levigate prive dei loro
candori ad eccezione della Cascata Bianca,dove ogni movimento fluido era stato
pietrificato nella lucentezza della calcite. Giungevamo sul Terrazzino Cleofe ammirando
laprogressione di chi ci raggiungeva, da lì iniziava presto la nostra
risalita, in contrasto con l’acqua, che oltre al timore era portatrice di
bellezza e suggestione.
Attività
inerente al XX Corso di Introduzione alla Speleologia a cura del Gruppo Grotte
e Forre “Francesco de Marchi” del Club Alpino Italiano – Sezione dell’Aquila.
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domenica 15 novembre 2015
Anello di Monte Cava da Prato Capito
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lunedì 9 novembre 2015
Monte Savina e Monte Etra
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domenica 8 novembre 2015
L'Inghiottitoio di Camposecco
Il versante
laziale dei Monti Simbruini si caratterizzava della bellezza di numerosi piani
carsici ricchi di doline ed inghiottitoi,generati da crolli e sfondamenti di
labili coperture terrose. Tra questi l’Inghiottitoio di Camposecco si apriva con
uno sviluppoverticale di oltre trecento metri, frammentati da pozzi e
strettoie, di cui noi ne percorrevamo soltanto una piccola parte. Le primeesplorazioni del 1965 si erano fermate a quota -100, solo quasi vent’anni più
tardi i passaggi vennero allargati. In ogni salanumerose ossa di animali
rammentavano la potenza devastante dell’acqua, che oltre a modellare pietre
aveva scarnito spoglie.Quella cavità raccoglieva gran parte degli impluvi
dell’altopiano di Camposecco, potevamo visitarlo soltanto con una giornata disole,
che all’uscita della grotta ci attendeva con i colori più belli del tramonto e
la quiete della sera.
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lunedì 2 novembre 2015
Sperone di Gioia dei Marsi
Sperone giaceva abbandonato nel silenzio dei suoi sassi,
soltanto la torre si innalzava come una presenza, imponente sopra l’anticoabitato. La suggestione era nelle pietre sconnesse ricoperte di muschi, nella
vegetazione di rovi selvatici e clematidi, e negli alberi che traquei lacerti
di mura avevano trovato la loro dimora. Tutt’intorno chiome brunite a bacche
rosse di rosa canina accoglievano l’autunno.I luoghi dell’abbandono definivano
un altrove di nostalgia, fatto dell’immaginazione di vite e voci lontane. Rimaneva
la memoria dipochi oggetti arrugginiti. Pietre adattate all’uomo. Sassi.
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domenica 1 novembre 2015
Anello del Campitello e degli "Jacci"
Sopra Passo Godi
l’autunno aveva iniziato a spegnere i suoi toni più caldi, oscurando le foglie
dei boschi con colori bruniti.Gli “jacci” giacevano tra vallate solitarie,
alcuni erano stati resi accoglienti mentre altri trattenevano soltanto il
perimetro dipoche mura e l’evocazione della solitudine dei pastori. Quei vecchi
ricoveri in pietra in passato erano stati abitati durantel’alpeggio estivo, mentre adesso
la loro porta veniva varcata principalmente da chi non gli apparteneva. “Non si
può cogliereun fiore senza disturbare una stella”, una frase sopra un camino
invitava al rispetto. Tra la Corte, il Campitello e il Camporotondole profondità
si perdevano in ampi valloni e circhi glaciali, cervi e caprioli vi
transitavano, mostrando la bellezza dei loro manti invernali.
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