Il
1 maggio del 1947 circa duemila lavoratori, soprattutto contadini, della Piana
degli Albanesi si erano ritrovati nell’avvallamento di Portella della Ginestra
per manifestarecontro il latifondismo. Da poco il Blocco del Popolo aveva
vinto le ultime elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana, si potevano
occupare le terre incolte e festeggiare la vittoria appenaconquistata.
Improvvisamente, dalle colline circostanti, partirono numerose raffiche di
mitra, la gente in festa e fiduciosa per il futuro si trovò persa e
terrorizzata, 11 persone morirono sulcolpo, mentre altre morirono in seguito
per le ferite riportate. Furono accusati i latifondisti, ma circa dopo quattro
mesi venne fuori la verità, che dietro
quelle mani portatrici di morte sinascondevano gli uomini del bandito
Salvatore Giuliano. Dopo anni, Portella della Ginestra ricordava quei morti
attraverso un’opera di land art, i nomi delle vittime si incidevano nella
pietrae portavano con sé il colore rosso del sangue. L’erba secca e i fiori di
cardo suggerivano la solitudine che provava l’uomo al cospetto dei terribili
avvenimenti, delle tristi memorie che ormai sonoaccadute e non si possono più
cambiare. Il vento portava nuvole e contrasti, mentre la memoria rimaneva fissa
sulla pietra.
sabato 31 agosto 2013
Sicilia - Portella della Ginestra
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Sicilia - Il Duomo di Monreale
Fuggivamo
dal traffico di Palermo alla ricerca di dimensioni più tranquille, eravamo
diretti a Monreale per ammirarne l’abitato e la bellezza del famoso Duomo, Patrimonio
dell’Umanità. La maestosa cattedrale lasciava leggere la sua bellezza già dal
difuori, ma una volta varcata la soglia d’ingresso scoprivamo un ulteriore splendore:
l’interno della chiesa era completamente rivestito d’oro, decorazioni e mosaici
raffinatissimi avevano il privilegio della rifrangenza, amplificando la luce
del sole in unirradiamento prezioso. Era una luce diversa, ricavata dall’ombra,
in grado di portare con sé il silenzio degli spazi, tutta la sua storia e il
mistero dei secoli. Il sacro era in grado di dimorarvi nonostante l’ostentata
ricchezza, trovava in tutto quell’operatominuzioso la dedizione di chi
attraverso il lavoro portava il proprio sacrificio. Al di fuori della maestosa Cattedrale,
l’abitato di Monreale si componeva di circuiti turistici ben tenuti, strade pulite, piccole botteghe e negozi. Proprio dietro la chiesa c’erauna
bottega del mosaico, con un’artigiana intenta a compiere il suo lavoro, incasellando
piccoli tasselli di vetro con foglia d’oro, le chiesi delle informazioni in
quanto anche io ero in grado di operare la tecnica delle vetrate, e così cominciammo
unapiacevole conversazione, alla fine della quale mi regalò un piccolo
tassello d’oro asserendo che mi avrebbe portato fortuna. Ci sono delle persone che
anche se sconosciute hanno la capacità di distinguersi positivamente, forse grazie
all’abilità sita in loro dellacreazione, si differenziano anche se non si
conoscono. La prossima volta che opererò con il vetro inserirò quel piccolo
tassello d’oro.
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Sicilia - Le Catacombe dei Cappuccini
Sotto
Palermo, ingarbugliata di strade, dove tutti correvano freneticamente,
riposavano le Catacombe dei Cappuccini. Tutto immediatamente si spegneva,
cessavano i rumori, e persino la gente non parlava più. Centinaia di mummie si
disponevano arivestire le pareti dei corridoi comunicanti, diventando materia
espositiva di quello che un tempo era la vita. Chissà quanti sogni avevano motivato
quelle membra, quante speranze e sentimenti avevano esaurito quella materia organica.
Tutto giaceva comesostanza immobile, il penultimo stadio prima della polvere,
prima di quel tutt’uno generale che mi piace pensare come elemento sostanziale
del mondo. I vivi si prendevano gioco della morte mettendone in vendita l’apparenza facendo pagare un bigliettoall'ingresso;
lì sotto c’erano tutte le classi sociali divise per categoria, come se fosse un
dettaglio irrilevante che la morte sia l’unica portatrice di uguaglianza.
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giovedì 29 agosto 2013
Sicilia - La Valle dei Templi di Agrigento
La
Valle dei Templi manteneva l’Enigma, la sera raccontava le suggestioni dei
millenni, mentre la notte lasciava che tutto si perdesse nei fondali dell’oblio.
Il buio era oltre i colonnati sorrettidalla luce: fari potentissimi imponevano
un unico punto di vista, vincolando il tragitto in un solo percorso. Al di
fuori del tracciato scoprivamo l’eternità della notte, come la schiena di un
angelocaduto, quella era la stessa notte dei nostri antenati, dove strutture
grandiose omaggiavano il sublime. L’immortalità trovava la sua materia nelle
ombre accennate della luna, in quellanotte si compiva tutto quello che da
millenni si era già compiuto e che nel futuro continuava a vedere il suo
passato.
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mercoledì 28 agosto 2013
Sicilia - La Scala dei Turchi
Il vento e il
mare avevano levigato i rilievi di marna bianca, tanto da scolpirli in una
maestosa scalinata. Un tempo vi salivano iSaraceni, adesso erano lambiti
soltanto dalle ombre dei bagnanti. Quella scogliera mista di calcare ed argilla
aveva una molegrandiosa che degradava verso il mare, in molti attendevano le
ore del tramonto come se la sera avesse indetto lì con tutti unappuntamento,
al fine di mostrarsi più bella, con i suoi colori proiettati su quella
superficie immacolata e bianchissima.Tantissimi idiomi differenti si
mischiavano soffusi perdendosi nei rumori del mare: in molti venivano da diverse
località adammirare quell’opera così grandiosa della natura, prossima candidata
come Patrimonio dell’Umanità.
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martedì 27 agosto 2013
Sicilia - Monte Etna dal Rifugio Sapienza
Il versante da
Zafferana Etnea scopriva mano a mano le pendici del vulcano, la lunga strada
per il Rifugio Sapienza ne disegnava la superficie, attraversando i varchi di
vecchie colate. Quella terranera era l’origine della materia, il nulla da cui
tutto si generava, così come i cuscini d’erba da cui ripartiva la vita. Più salivamo
e più quell’antica lava diveniva polvere, fino a coprire i conisommitali con
la sintesi della creazione. Salivamo immaginando le tante somiglianze con la
luna, il suolo infinito dove sostava l’oblio, dove l’uomo non era in grado di
giudicare. Il magmaribolliva nel ventre della montagna, manifestando la sua
presenza nei fumi sommitali, mentre al di sotto il vento si perdeva tra i
vecchi crateri estinti ed altre montagne morte. Scoprivamo laneve sotto la sua
coperta nera: il Fuoco e l’Acqua avevano finalmente trovato insieme il riposo
attraverso l’evoluzione dei propri elementi.
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sabato 17 agosto 2013
Livigno - la Valle delle Mine
La Valle delle
Mine godeva della bellezza di colori accesi, il verde intenso dei prati e dei
pini trovavano il contrasto con il lungotorrente che serpeggiava nel suo seno.
Più ci addentravamo al suo interno e più scoprivamo la bellezza persistente dei
ghiacciai, cheal di sopra dei nostri occhi parevano i custodi dell’intera
vallata. Dai ripidi pendii erbosi scendevano rivoli di sorgenti, così netti emarcati, in grado di segnare il volto della montagna. Il sentiero per la mountain
bike trovava nella sua viabilità tutte leevoluzioni, da comoda ciclabile a ripido
single track, offriva scenari unici di grandissima bellezza, fino a perdersi nel
fitto delbosco di larici, dove altri percorsi attrezzati erano in grado di
fornire ulteriori servizi (Larix Park). La montagna, cosìintelligentemente
gestita, era in grado di fornire la giusta tutela del territorio.
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giovedì 15 agosto 2013
Livigno - il Passo di Valle Alpisella
Avevamo
raggiunto degli amici a Livigno per trascorrere insieme il ferragosto e
trovavamo un paese nel pieno dell’attività turistica, immerso nella bellezza
delle sue montagne, ma soprattutto pienodi gente di tutte le età pronte a
muoversi all’aria aperta, anche nel giorno di festa. La lunga salita per il Passo
di Valle Alpisella raccoglieva il pedaggio di tantissime persone, che a piedi o
in bici,si disponevano lungo il transito per raggiungere le Sorgenti dell’Adda.
Gli affacci panoramici sull’enorme forra sottostante caricavano di vertigine il
transito in bicicletta, ma la bellezza diquei luoghi era così tanta da compensare
qualsiasi paura. Il Valico dell’Alpisella si apriva incastonata nella bellezza
della lunga cresta di Pizzo Aguzzo da un lato e dei profili imponenti diMonte
Torraccia e Monte Pettini dall’altro. Un piccolo lago riposava sotto la volta
del cielo cercando di prenderne le sembianze tramite il suo specchio, sarebbe
stato bellissimocontinuare il percorso in direzione dei laghi di San Giacomo e
Cancano, ma mi aspettavano per l’impegno preso di ammassare le fettuccine per
il pranzo di ferragosto.
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domenica 11 agosto 2013
Anello di Monte Corvo
La valle del Chiarino refrigerava le sue zone d’ombra grazie
al corso del fiume, quell’acqua gelida era in grado di creare unmicroclima all’interno
del bosco totalmente diverso da quello che era fuori. Il calore del sole
premeva sulla grande vallata aperta,tanto da indicarci come miglior percorso
per Monte Corvo il suo filo di cresta, dove il vento movimentava l’aria e
donavarefrigerio. La lunga dorsale panoramica lasciava scoprire fin da subito alte
prospettive, il nostro sguardo incrociava quello dellealtre montagne dandoci
la sensazione di cavalcare la schiena di un gigante. Da ogni angolazione
scoprivamo panorami esposti digrandissima bellezza, aperti al di sopra di
boschi e vallate: lo sguardo si soffermava nelle prossimità del nostro cammino
perpoi scivolare a valle verso interminabili pendii ammantati di falasco. La parte
sommitale di Monte Corvo si vestiva del grigiochiarore degli sfasciumi: la
roccia era alla ricerca della stessa tonalità delle nubi, che il vento giocava
a stendere da un lato dellamontagna, allungando così la percezione della
terra. Su quel suolo lunare si compiva un lungo filo di cresta, sempre più tagliente
indirezione della Sella di Monte Corvo, dove le correnti ascensionali compivano
frenetici tragitti verticali, segnando un nettocontrasto visivo da un lato e l’altro
della montagna.
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