La
Cascata di Biselli (anche detta del
Pisciarellone) prendeva il nome dall’antico paese posto nelle sue
prossimità, ormai abbandonato da decenni, lasciato in balia della natura che,attraverso edere e rovi, riprendeva a sé le sue pietre. Queste cascate
si formavano dal Rio Pecorale, un piccolo fiume stagionale alimentato dallo
scioglimento delle nevi, ed erano dasempre ben visibili lungo il tragitto
della A24, trovando in alcune stagioni un getto talmente suggestivo da catturare
lo sguardo di molti viaggiatori in transito verso Teramo. La testa della
cascatasi raggiungeva dal Paese di Cerchiara, attraverso un comodo percorso che
conduceva alla Madonna delle Masserie, un piccolo luogo di culto fornito di
altare e icona votiva. Da quelleprossimità si dimenava l’ultimo tratto del
letto del fiume, prima del grande salto nella valle sottostante. L’acqua fluiva
limpida nelle tante vasche naturali scavate dal suo getto, e, mano a manoche
proseguivamo in direzione del bordo, aumentava la sublime bellezza della
percezione della Natura. Dal vuoto sottostante l’acqua risaliva vaporizzata
attraverso le correnti ascensionali,sbuffando in spruzzi violenti pronti a
sottolineare il limite delle nostre possibilità. Il Gran Sasso copriva il suo
capo di nubi, la pioggia andava e veniva pulendo l’aria bassa, lasciando
scivolarelo sguardo lungo i morbidi pendii erbosi dorati dal falasco secco. Dal
Paese di Fano a Corno raggiungevamo il borgo di Biselli per ammirare anche la
base della cascata, da lì un percorso si aprivanella fitta boscaglia rivestita
di edere, e lasciava scrutare tra gli alberi il continuo tormento dell’acqua
col vento.
domenica 19 gennaio 2014
La Cascata di Biselli dall'alto da Cerchiara e dal basso da Fano a Corno
Etichette:
biselli,
cascata di biselli,
cerchiara,
fano a corno,
madonna delle masserie,
rio pecorale
sabato 18 gennaio 2014
La Grotta Mitraica di Fossa
L’anfiteatro roccioso sopra Fossa nascondeva
nel suo grembo una piccola cavità d’importanza straordinaria perché molto
antica, legata al culto del dio Mitra, religione orientale antecedente alCristianesimo. Il culto di questo dio persiano si diffuse tra i romani tra il I
secolo a.C. e il IV sec. d.C., e trasmesso di conseguenza nelle terre mano a
mano occupate. Tale praticadevozionale era dedicata alla venerazione del Sole
Invitto, versione romana del dio persiano nelle sembianze di Elio Apollo, e veniva
celebrato in caverne naturali, detti appunto mitrei,esposti sempre in
direzione del sole sorgivo, simbolo del potere della luce in grado di
innalzarsi al di sopra dell’oscurità. La certezza di queste informazioni, che
legano Fossa a Mitra, èattestata dal rinvenimento di una lapide avvenuta proprio
a Fossa nel 1805, attualmente conservata nel Castello Cinquecentesco dell’Aquila,
sede del Museo Nazionale d’Abruzzo. Quando non vierano grotte naturali, come
nel caso di Fossa, queste venivano scavate artificialmente mantenendosi perfettamente
in asse con l’equinozio estivo, e in questo specifico caso seguendo leproiezioni d’ombra di Monte Cerro durante il solstizio d’estate, quando il sole
raggiungeva la sua massima forza. Le informazioni della lapide attestavano una
datazione nei primi anni del 200 d.C.(201 o 214 d.C.?), da allora la piccola
spelonca giaceva al di sopra dell’abitato, e continuava a farne parte
nonostante attraverso i secoli avesse trovato una veste anonima.
Etichette:
fossa,
grotta mitraica,
monte cerro,
monte circolo
La Necropoli di Bazzano
Gli
ultimi scavi avvenuti nella Necropoli di Bazzano risalivano a circa dieci anni
fa, da allora nessun tipo di provvedimento culturale era intervenuto a favore
del sito archeologico più indagato in
Abruzzo per vastità dell'area e per numero di sepolture. Le varie campagne
di scavo iniziarono a seguito dellasua scoperta nel 1992, ed in circa tredici
anni avevano portato alla luce ben 1667 tombe, tutte risalenti ad un periodo
collocato tra l’VIII ed il I secolo a.C. Da quei dissotterramenti erano emersi
manufatti preziosissimi di bellezza straordinaria: corredi funebri e vasi
provenienti dall’Etruria, pendenti in vetro di lavorazionecartaginese, letti
funerari rivestiti in osso e decorati a raffigurare uomini, animali e divinità,
spade celtiche e moltissimi altri fregi in avorio provenienti dall’Oriente.
Attualmente gran parte di tali manufatti si trovano custoditi nel piccolo museo
della Casa della Cultura a Onna, inaugurato a maggio 2013, mentre altri al MuseoLa Civitella di Chieti. La Necropoli di Bazzano, nonostante avesse dato alla
luce questi reperti straordinari, giaceva anonima nel mezzo del nucleo
industriale, circondata da schiere di capannoni, rivestita di erba secca ed
addirittura da alcuni pini. Successive costruzioni ne avevano perimetrato nuovamente
l’area,restringendola, lasciando alla storia solo il fastidio di essere così ingombrante.
L’ultima foto è stata tratta dal libricino “I Vestini tra L’Aquila e Onna –
3000 anni fa”, curato da Vincenzo d’Ercole e pubblicato in occasione dell’inaugurazione
della Casa della Cultura, tale foto (pag. 11) raffigura la Necropoli di Bazzanodurante gli scavi tra il 2004 e il 2005, mentre per vedere le condizioni attuali
è sufficiente caricare su Google Earth le sue coordinate: 42°20'32.64"N 13°27'57.51"E e 42°20'37.05"N 13°27'54.70"E
Etichette:
necropoli di bazzano
domenica 12 gennaio 2014
Monte Nuria da Casa Bianca
Da
Casa Bianca una lunga strada conduceva alle pendici di Monte Nuria, il versante
a Sud della montagna trovava la terra esposta alsole precocemente investita da
una falsa primavera. Anche le temperature contribuivano ad ingannare i sensi,
il calore dell’ariadava percezione di una terra carica di energia, pronta a
germogliare attraverso i primi fiori. Il vallone che saliva sopraCampo di
Trevi lasciava imprigionato l’inverno nella sua ombra: finalmente si aprivano
scenari coerenti al periodo, ammantati dalbianco della neve e dal silenzio di
una zona scarsamente frequentata. Le morbide creste di Monte Nuria si pulivano
da ognicandore, si lasciavano percorrere facilmente fino al Colle della
Fungara, dove una meravigliosa balconata scopriva la vista anchesui laghi di
Cornino e di Rascino, e sull’altopiano del Castello di Piscignola. Lo sguardo
girava intorno riscoprendo la bellezzadelle montagne conosciute: dal profilo
del Terminillo alla mole massiccia di Monte Giano, dal Vettore, alla Laga e al
Gran Sasso,con un nuovo punto di vista sul Monte Velino. A Sud apparivano
misteriosi i monti del Cicolano, così sconosciuti, scandivano lalontananza
attraverso velature evanescenti, tanto da rivelare una leggerezza tale da
essere simile alla trasparenza delle nuvole.
Etichette:
casa bianca,
colle della fungara,
monte nuria,
sopra campo di trevi
lunedì 6 gennaio 2014
Tramonto a Monte Calvo
Il
tramonto accompagnava l’ombra di Monte Calvo ad accarezzare le terre a Nord,
lasciando proiettare il suo profilo sulvolto di altre montagne. I colori si
accendevano bruciando nell’intensità di quel breve tratto di tempo, mutando
velocementealla ricerca della distensione della notte. Il cielo si oscurava
accompagnato dai versi una civetta, il suo canto trovava cassa dirisonanza
nella valle di Sant’Agostino, tanto da perpetuarsi durante tutto il nostro passaggio
di rientro. La notte lasciava chela terra si ridisegnasse con la delicatezza delle
ombre della luna, gli alberi e i cespugli già dormivano mentre i nostri occhi
si adattavano.
Etichette:
fonte crovella,
monte calvo
Iscriviti a:
Post (Atom)