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Il sottosuolo di
Osimo respirava tramite un fitto intreccio di cunicoli, dove la roccia arenaria
si scavava in camminamenti e passaggi segreti, sale di culto, nascondigli e
cisterne. Vi erano i pozzi e le tracce
di antichi impianti idraulici di età
romana, bassorilievi di epoca medievale e incisioni di vario tipo. Sotto il
convento francescano annesso alla basilica di San Giuseppe da Copertino vi
erano le Grotte
del Cantinone, dove antichi luoghi di sepoltura avevano
restituito testimonianze dell’Età del Ferro e del Bronzo, ma le simbologie più
suggestive erano custodite negli ipogei di Piazza Dante, dove era palese
la
funzione rituale ed iniziatica. Una testa taurina portava incisa la data esoterica
1888, mentre il Punto e il Cerchio censivano una materia organizzata redenta
dal Caos. I simboli massonici si intagliavano
su quelle mura scavate
d’arenaria, illuminate debolmente dalla luce fioca delle candele che pareva
volessero preservarne i segreti. Sotto la Grotta Riccioni vi erano anche le
simbologie templari a rendere ancora
più ambigue quelle oscurità: la Croce
delle Otto Beatitudini sovrastava un breve corridoio di accesso ad una sala di
riunioni segrete, fatta a forma di stella con cinque scranni, dove al centro
una grossa colonna
non solo non permetteva di vedere chi vi fosse ma contribuiva
anche a dare un’acustica particolare che mistificava sia la voce che la sua
provenienza. La testa di Baphomet osservava chiunque vi entrasse.
Per informazioni su come visitare le Grotte
di Osimo: http://www.osimoturismo.it/grotte-osimo-conero/
Appariva primavera inoltrata nelle terre della Val d’Orcia, definite
da colline verdissime o rigate dalle coltivazioni dei vigneti. Antichi
casolari
custodivano le loro strade d’accesso con lunghe file di cipressi, mentre sul
bordo dei campi fioriture di iris, biancospino, sambuco, lillà,
acacie e
margherite rinnovavano la stagione. In lontananza era sempre visibile la mole grandiosa
del Monte Amiata, resa leggera dalla
prospettiva aerea sbiadita dai
venti umidi. Dove si concentravano i boschi vi era il canto assordante degli
uccelli, mentre a Chianciano
assistevamo al primo volo di rondini dell’anno. L’Eroica spesso passava sul filo delle colline,
mostrando affacci di bellezza straordinari,
armonizzati dalla visione ritmata del
verde, dell’ocra e della terra di siena bruciata. Viaggiavamo in bici per le
zone del Chianti e di
Montalcino, scegliendo di volta in volta a fine giornata la
bellezza di un borgo differente. Da Chiusi a Montisi passando per Querce al
Pino,
Sarteano, Chianciano Terme, Chianciano, Sant’Albino, Monticchiello, Pienza
e Castelmuzio (59 km, 1340m dislivello, percorrenza
effettiva
4h06’); da Montisi a Radda in Chianti passando per San Giovanni D’Asso,
Asciano, Monte S.Marie, Torre a Castello, Castelnuovo
Berardenga, San Piero, Pianella,
Castello di Brolio e Villa (73 km, 1350m
dislivello, percorrenza effettiva 5h01’); da Radda in Chianti a
Montalcino,
passando per Vagliagli, Santa Margherita la Suvera, Ponte a Bozzone, Monteliscai,
Bolgione, Colonia Santa Regina, Bucciano,
Radi, Vescovado, Bibbiano, Castiglion
del Bosco e Nacciarello (81 km, 1530m
dislivello, percorrenza effettiva 5h43’); da Montalcino a Chiusi
passando
per Torrenieri, San Quirico d’Orcia, Pienza, Bivio di San Biagio, Crugnole,
Stabbiano, Chianciano Terme, Tegoleto, Pignattaia e
Poggio Olivo (55.8 km, 765m dislivello, percorrenza
effettiva 2h57’). Quattro giorni di cicloturismo per una breve ma
bellissima vacanza.
