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La neve continuava a scendere abbondantemente da ore, e tutto si assopiva sotto il suo passo. Riscoprivo il mio paese, così conosciuto e sconosciuto allo stesso tempo: erano anni che non
passavo per alcuni vicoli, e rivederli ora era come assistere alla rievocazione di un sogno. Marruci si era incantata nel bianco, pareva come trattenuta da un abbraccio. Le strade erano
completamente innevate e per questo si erano fermati tutti. Riscoprivo i vicoli, gli scorci, e, da lì, le angolazioni delle montagne, e tutto pareva tracciato dalla medesima mano, che
attraverso la neve unificava tutto. Finalmente si udivano i suoni secondari, il canto degli uccelli sfortunati, perché privi di cibo, l’abbagliare dei cani, e qualche voce di tanto in tanto. Incontravo
persone che non vedevo da anni fuori le loro case, e incontravo la neve che attendevo da tempo con impazienza. Finalmente adesso non ero io che ero andata a cercarla in montagna, ma era lei che era venuta da me.