Decontra si raccoglieva al di sopra della bellissima Valle dell’Orfento, così raccolta ed intima raccontava una storia di altri tempi, fatta dell’amore per la Majella e del sentimento diappartenenza al proprio passato. La quiete si intesseva nel silenzio degli scorci del paese, ogni sasso viveva la sua sacra identità di montagna, assecondando la natura smussata degli animi nobili,severi e rigidi nei lavori pesanti ma altrettanto poetici e gentili nella riflessione amabile della Natura. Il pastore Paolino Sanelli accoglieva nella cortesia del suo sorriso chiunque incontrasse, neisuoi occhi si accavallano i riflessi sconfinati dei mille scorci di Majella, migliaia di albe e di tramonti, tantissimi cieli azzurri e scansioni sconfinate di nuvole. Le notti stellate erano contenutetutte nel suo sguardo che, come stelle, brillavano nella luce dei suoi occhi: “I miei sogni sono stati tutti sulla Maiella”, così raccontava nel suo libricino redatto con l’aiuto di Marco Manilla,raccolto nella memoria di fredde notti invernali passate davanti ad un camino acceso, quando il pastore raccontava la sua vita così fortemente legata alla sua terra, salvandola dall’oblio dei ricordinei ricordi dei ricordi. L’agriturismo Pietrantica ci accoglieva nel calore della sua identità, quella parte di Majella si manteneva intatta del suo passato prossimo, permettendoci di vivere iframmenti fondamentali che componevano la storia delle genti d’Abruzzo. Già ero stata lì e da tempo sentivo il desiderio di tornarci, di immergermi di nuovo in quella quiete bellissima eindisturbata, a respirare l’aria dei Santi ed ascoltare la terra. La gentilezza di Marisa e Camillo era sempre la stessa, ritrovavo la quiete, ritrovavo la pace, la tranquillità di due care personeamanti della Natura e delle sue montagne. Agriturismo Pietrantica di Marisa e Camillo Sanelli – C.da Decontra n°21, Caramanico Terme (PE) – tel./fax 085 922188 - 338 4045008. Sito web: www.agripietrantica.com
lunedì 28 novembre 2011
Decontra e l'Agriturismo Pietrantica
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domenica 27 novembre 2011
Le Tavole dei Briganti dal Rifugio Pomilio
"LEGGETE LA MIA MEMORIA PER I CARI LETTORI NEL 1820 NACQUE VITTORIO EMANUELE II RE D’ITALIA, PRIMA ERA IL REGNO DEI FIORI, ORA È IL REGNO DELLA MISERIA”. La pietrasi graffiava di un pensiero lontano centocinquant’anni, la memoria di un brigante che su quella balconata della Majella aveva lasciatouna traccia della sua vita. Quelle rocce si incidevano nei nomi e nelle date di sconosciuti e disgraziati, probabili ladri ed assassini,ma soprattutto disperati lontani dalle loro famiglie e dai loro cari. Le parole divenivano estensioni leggere della pietra, neriprendevano la forza nella sua idea più bella, vivendo però a pieno il sacro peso della leggerezza: correvano lungo i crinali e gliavvallamenti attraversandoli con lunghissime planate, fino alla fine, fino a sprofondare nelle terrificanti voragini dove l’acquaprecipitava in salti disumani. Pensavo ad Italo Calvino e alle Lezioni Americane. Quel piccolo spiazzo di roccia era protetto daipini mughi che gli giravano intorno decorandone l’aspetto, da lì lo sguardo saliva sulla montagna madre, la maestosa Majella, che daquella prospettiva dava accenno dell’anfiteatro delle Murelle, di Monte Pescofalcone e forse anche dei Tre Portoni. Gli sguardi siincantavano alla prima neve, che così fredda e trasformata viveva la sua natura gelata al cospetto di un’ombra perenne. Ed eraproprio l’ombra ad incantarmi: con la venuta della sera diveniva protagonista, animava l’aria, la distingueva in campiture differentidivenendo materia visibile. Ma soprattutto non avevo mai visto l’ombra di una montagna discendere nel mare, tutta la maestositàdella Majella si concentrava nella sua primaria estensione fisica: toccava il cielo, toccava la terra, e adesso toccava anche il mare.
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domenica 20 novembre 2011
Monte Calvo da Fonte Crovella e Colle Renose
La luce rada dell’autunno allungava le ombre affinandole in sottili estensioni. Monte Calvo girava lo sguardo dalla sua posizionecentrale nel privilegio visuale che mirava al Gran Sasso, alla Majella, alla Laga e al Velino – Sirente, al gruppo del Nuria, alTerminillo e alle zone più lontane dei Sibillini, mantenendo intatta anche la percezione bellissima verso le montagne minori, quelledei contrafforti e dei rilievi meno conosciuti, nell’intervallo disteso dei grandi altipiani di Rascino, Cornino e Piscignola. ColleRenose si affacciava verso Sud dando spettacolo di tre Grifoni della Riserva della Duchessa che assecondavano la loro naturasfruttando le varie correnti ascensionali, che dal fondo della valle si verticalizzavano nel cielo, regalandoci lo spettacolo unico disomme planate circolari. Di tanto in tanto sbattevano le loro enormi ali per spostarsi verso altre correnti: in quel momentosembrava incredibile ma erano talmente maestosi da darmi l’illusione di sentirne il suono dando corpo ad una sinestesiaperfetta. La leggerezza faceva parte di quella giornata da ogni angolazione visibile, tutte le montagne si velavano di umidità econdensazioni, tanto da sovrapporsi di trasparenza in trasparenza. Sembravano come delle isole galleggianti, sospese edisperse in un mare vaporoso, più vicino ai nostri sogni che alla realtà. Monte Calvo è una montagna speciale.
venerdì 18 novembre 2011
Il Lago della Duchessa da Prato Capito per la Valle del Morretano e lo Iaccio della Capra
Il freddo brinava la via del sottobosco, stemperandone i toni in una colorazione diafana, mentre il silenzio si diffondeva ovunque, tra gli alberi e gli avvallamenti, rivestendo pietre, rami spoglid’autunno e sconfinati punti di vista resi perfetti da un’aria nitida. L’alta pressione caricava il cielo di colorazioni bellissime, vive della sovrapposizione di toni di indaco ed evanescenze: la Majellabaciava la morbida cresta del Sirente, trovandone il contatto, mentre nelle nostre prossimità tutti gli avvallamenti sottostanti scivolavano verso il basso, trovando la calma sololungo gli altipiani. La Valle del Puzzillo era bellissima così rivestita di rocce e macchie di ginepro, i tanti avvallamenti ne movimentavano la linea, componendola di chiarori distesi erilassanti. Vena Stellante raccoglieva tutto, pareva come una grossa entità da ringraziare per il beneficio di uno spettacolo così bello. La prima neve si adagiava nei versanti a Nord, trattenendositra pietre ed erba bruciata, i pensieri scivolavano tutti su quel candore dolce, anticipatore d’inverno. Dietro il Costone ulteriori paradisi si aprivano dinanzi ai nostri occhi, uno su tutto era ilMonte Velino, completamente innevato e assoluto: la vista si apriva improvvisamente su di lui rivelandone con sorpresa la sua maestosa imponenza. Il Lago della Duchessa giaceva nel silenziodel Murolungo, raccogliendone le distensioni della sua alta parete verticale. Il lago, così bordato di sassi, appariva isolato nel suo candore, rivestito di un sottile strato di ghiaccio che lo bloccavada ogni movimento. Un errore di percorso (il mio) ci portava fuori strada verso altri sentieri mai percorsi, lungo balconate aeree ed isolate, percorse da lepri e cerbiatti, e rese inquiete dall’eco delbramito dei cervi, che da valle saliva fino sopra alla montagna. Con la decisione di continuare a seguire il sentiero, veniva la consapevolezza che saremo rientrati nella notte, ma nonpotevamo fare altrimenti che intercettare la carrareccia che partiva da Prato Capito, unica soluzione percorribile nel buio. La notte amplificava ogni cosa. La luce delle nostre tre lampadinerischiarava appena la strada, mentre i gufi e le civette si lasciavano andare nei loro canti notturni. Sopra di noi, la volta del cielo si avvaleva solo della luce delle stelle, rese protagoniste dauna debole luna. Grazie a Salvatore ed Alfonso, che ci venivano incontro con il fuoristrada facendoci risparmiare alcuni chilometri, dandoci così la tranquillità di proseguire in manierapiù distesa. Ho fatto tesoro di questa esperienza, ho capito che non bisogna mai dare nulla per scontato anche quando tutto è assolutamente tranquillo, e che bisogna tenere dei marginimaggiori di tempo (in inverno soprattutto) perché possono sempre capitare degli imprevisti, che difficilmente si risolvono nel buio. Tra i rami filtrava la scia di una stella cadente che cosìforte del suo bagliore tagliava il cielo in una sezione perfetta: in quel momento mi appariva come la cosa più bella che potessi immaginare. Tanti auguri a Marco di buon compleanno!
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