Quell’acqua trasparente si rischiarava delle nostre luci e concedeva
la possibilità di farsi indagare. Da lì partiva il sifone che sbucava nella
Sala de Marchi, una condotta sommersa che ha sempre impaurito lamia mente.
Eravamo nella Sala dei Laghi, alla base dei pozzi di Grotta a Male, accessibile
solo con discese su corda. Il livello era alto e colmava ogni anfratto con la
sua materia limpida. Lo sguardo si perdeva nellacontemplazione di memorie
lontane, fin dove era possibile vedevamo con i nostri occhi, oltre proseguivamo
con la nostra mente. Grazie a Luca Castellani per queste bellissime foto in cui mi ha fatto posare.
domenica 25 marzo 2018
La Sala dei Laghi di Grotta a Male
Etichette:
grotta a male,
sala dei laghi
domenica 11 marzo 2018
Anello di Monte Circolo, nella terra delle beatitudini tra antichi Volcani, templi e monasteri
Dalla chiesa di Santa Maria ad Cryptas (ancora chiusa per i
restauri) salivamo un sentiero in direzione del Monastero di Sant’Angelo d’Ocre,quel luogo di beatitudini manteneva intatta la quiete che lo distingueva da secoli, congiunta alla ricchezza della sua storia e alla bellezza del suopaesaggio. Il
complesso di Sant’Angelo ci appariva da lì come uno stralcio di Meteore greche,
ma ferme nella roccia strapiombante, piùaspra e sconnessa, circondata dalla
vegetazione. Ammiravamo dall’alto il suo bellissimo chiostro ricolmo d’assenza,
da anni non vi era piùnessuno, vi era a malapena un piccolo altare posto all’esterno
del porticato ad accogliere le preghiere dei fedeli.
Il fenomeno della
degradazione delle rocce carbonatiche nei millenni aveva generato veri e propri
crateri di enormi proporzioni, persecoli erroneamente ravvisati come antichi volcani estinti, erano invece doline magnifiche,
tra cui la straordinaria Fossa Raganesca, chesprofondava sotto i nostri occhi
e si apriva con un diametro di circa cinquecento metri. Il cielo si apriva e
chiudeva alternando pioggia esereno, e donando al bosco un fascino unico. Il
Castello d’Ocre, posto sulla sommità di Monte Circolo, era avvolto da tutta
quella vegetazione,i suoi ruderi pericolanti gravati dal peso dei terremoti non
permettevano accessi. Da lì ammiravamo Fossa e l’Eremo del BeatoPlacido da Roio, si apriva la Media Valle dell’Aterno, ritmata dai lotti cromatici dei campi
coltivati, e sovrastata dalla visione lontanadella mole maestosa del Gran
Sasso d’Italia. Seguivamo antichi sentieri alla volta del Tempio di Giove,
sopra l’abitato di Casentino, dove remotiblocchi megalitici designavano la
grandiosità di un sacro Podio dedicato al dio. Quella zona così ricolma d’acqua
ramificava al suointerno antichi acquedotti, entravamo per curiosità in uno
dei suoi accessi fattibili trovando le testimonianze di chi prima di noi c’era
statoe vi aveva inciso il suo nome.
domenica 4 marzo 2018
La Valle del Salto vista dal Castello di Poggio Poponesco e la Grotta di Santa Filippa Mareri
Dal castello di Poggio Poponesco, sopra Fiamignano, si ammirava
gran parte della Valle del Salto, con i suoi piccoli paesi arroccati e unanatura rigogliosa. Il Lago lasciava scorgere le sue sponde articolate di acqua torbida,
anche l’aria era offuscata dal Libeccio, ma nonostantetutto si percepiva
ovunque una bellezza integra. Del castello rimanevano poche mura di cinta e la
torre, dall’ingresso alto einaccessibile rivolto verso Sud, disposto adesso
ad accogliere soltanto il sole. Venne eretto nel IX secolo a seguito delle
terribili invasionisaracene che portarono nella zona sangue e disperazione. La
sua caduta avvenne nel 1283 sotto i fuochi della ribellione: il sottostante
paeseFiamignano pare derivi dalla parola “fiamme”, quelle che avrebbero
distrutto il castello di Poggio Poponesco. Altro straordinario affacciopanoramico sulla Valle del Salto era dal cospetto della Grotta di Santa Filippa
Mareri, giovane nobildonna sfuggita ai fasti della suacondizione sociale per
abbracciare la vita eremitica assieme alla sorella ed altre compagne. La fede
francescana e il suo cuore integro lacontraddistinsero nei secoli; rimaneva
nella cavità un piccolo altare protetto da una tettoia affrescata di stelle,
dove il blu cobaltorimandava alla dimensione dei santi. Un breve cunicolo
laterale apriva su ambienti modesti, piccole sale dove i credenti avevano
deposto condolcezza dei gigli.
Iscriviti a:
Post (Atom)