Campitello Matese a fine giugno era immerso nel silenzio, con
gli impianti e gli alberghi chiusi che lasciavano remota la presenza umana.Salivamo
nel bosco in direzione della Grotta delle Ciaole, dove una suggestiva parete
rocciosa esposta a Nord custodiva nell’ombra i nididei gracchi. Il verde
intenso dell’erba si insinuava tra le pietraie, e il sentiero, che a tratti si
perdeva, risaliva la volta della montagnalambendo scheletri di vecchi tralicci
abbandonati. Ci perdevamo nella contemplazione dei panorami, i rilievi intorno
a noi si vestivanodell’eleganza dell’essenziale, così spogli e candidi delle
tonalità della pietra. Sulla cima del Monte Miletto trovavamo riparo dal vento
tra iruderi di un vecchio ricovero, il bellissimo panorama spaziava in maniera
sconfinata tra due regioni e mi piaceva in maniera particolarela visione del
Lago del Matese, la cui superficie aveva la stessa densità visiva della
prospettiva aerea delle montagne alle sue spalle.Tra velature di nebbia
illusorie la terra si materializzava con tutte le possibili stratificazioni di
leggerezza.
mercoledì 24 giugno 2020
Monte Miletto da Campitello Matese
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martedì 23 giugno 2020
L’eremo di San Michele a Foce nelle Mainarde Molisane
L’eremo di San Michele a Foce si arroccava sul ciglio della montagna da cui prendeva il nome, ed era raggiungibile attraverso un ripido sentieroche
serpeggiava con stretti tornanti tra una vegetazione rigogliosissima. Più si
saliva e più il panorama si apriva, fino ad arrivare al punto divista più
bello, che era proprio quello dall’eremo. I punti più esposti erano protetti, e
proprio di protezione era il sentimento che percepivoda quel luogo, dove mura
modeste si alzavano a delimitare piccole aree sacre accostate alla roccia. Una campanella
in bronzo lambiva deirintocchi resi come segno di rispetto, mentre sull’altare
affrescato note di fedeli facevano richieste di protezione e porgevano
preghiere. LeMainarde Molisane, così selvagge e libere, custodivano nel loro cuore
questo ambiente suggestivo, che per secoli aveva fornito ai pastori unpunto di
preghiera e di riposo durante la ciclicità della transumanza.
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lunedì 22 giugno 2020
Giro in bici tra i paesi del Volturno, nella bellezza delle Mainarde Molisane
Percorrevamo le strade dei paesi del Volturno, sotto la
presenza svettante delle Mainarde Molisane. La bellezza era nei luoghi
autentici,nei borghi raccolti, nella gentilezza delle persone, nel potenziale
paesaggistico poco sfruttato e per questo ancora più bello. Sostavamoall’Oasi
delle Mainarde, una struttura ricettiva molto attenta al rispetto dell’ambiente
e dei suoi ospiti, situata a ridosso delle bellissime spondedel Lago di Castel
San Vincenzo. Partivamo da lì alla scoperta degli altri paesi, lungo strade
immerse nella natura, contornate di semplicità ebellezza.
Parco Turistico Oasi delle Mainarde https://www.oasidellemainarde.com/
domenica 7 giugno 2020
Anello di Picco la Rocca, la Rocca e il Monte della Strega da Pescasseroli
Salivamo il
Vallone Peschio di Iorio immersi nella sua bellissima faggeta. Giugno ci donava
parzialmente i suoi colori, avversati dallenubi che in alto tutto schiarivano.
Il Rifugio di Iorio si arroccava sul crinale sommitale, lambito dal vento e dalla
nebbia, dove si aprivano echiudevano visuali meravigliose e suggestive. Gran parte
del filo di cresta si perdeva nel bianco aereo, mentre dal basso vibravano glispettri cromatici dei fiori e dell’erba, fermi a portare testimonianza della
stagione. Un sentiero inconfondibile ci rasserenava l’anima inquella successione
di nebbie, fino al Monte della Strega, dove finalmente una meravigliosa
schiarita mostrava la bellezza del cielo e ditutti gli altri panorami intorno. Il Santuario di Monte Tranquillo, edificato un tempo per offrire rifugio ai fedeli e ai viandanti, giacevachiuso nel silenzio,
raccolto a mirare il suo panorama.
sabato 6 giugno 2020
Il Pozzo del Morretano
Quella
voragine si apriva nascosta tra i Coppi del Morretano, apparendo improvvisa
sotto il nostro cammino. La bellezza dellaverticalità trovava la quiete su un
fondo raccolto di neve, custode non solo del freddo ma anche di racconti e memorie
lontane. Da ogni parolatraspariva l’amore per la propria terra, quel legame profondo
e viscerale che legava l’anima alle proprie radici.
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martedì 2 giugno 2020
Anello di Monte Ruzza dal Tempietto di Sant'Eusanio
La bellezza delle montagne minori era nei pendii solitari e
silenziosi, nei luoghi remoti poco frequentati, meno conosciuti, ma non perquesto meno belli. A Nord di Filetto e Barisciano giacevano i pendii rasi dei
contrafforti meridionali del Gran Sasso, montagne anonime che persecoli
avevano visto la frequentazione dei pastori e dei contadini, e per millenni
nuclei di popoli italici. Percorrevamo parte della lunga dorsaledi Monte
Ruzza, partendo dal tempietto di Sant’Eusanio, al di sotto di un cielo
instabile che a tratti lasciava schiudere il sole, tra colli eavvallamenti,
con giochi di ombre. Le piante dei pini puntinavano la montagna come presenze,
a volte raggruppate a volte solitarie, mentrevicino a noi resti di vecchi bossoli
di obice esplosi e arrugginiti prendevano il colore della terra. Il cielo
pesava su di noi con le suenubi, tanto da farci scegliere la via del ritorno, che
trovavamo nel fondovalle della Piana di Fugnetto, tra il verde rigoglioso dell’erba.
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