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lunedì 29 novembre 2021

Rifugio del Campitello da Prato Capito e la neve

“Passano gli anni ma alcune cose rimangono eterne, senza tempo come la neve, che nonostante lo scorrere degli inverni non trova né principioné fine: la neve di allora è la stessa di adesso e mi piace pensare che trattenga la sua memoria”. Cinque anni fa scrivevo queste parole inoccasione di una mostra su Natalia Ginzburg, pensavo alla neve come elemento senza principio né fine, scrigno di memorie, essenzauniversale pronta ogni volta a scomporsi e ricomporsi portando con sé all’infinito la memoria del mondo. Il rumore della neve era quello delsilenzio che lasciava voce ai pensieri, me ne immergevo nel bosco, inoltrandomi nella moltitudine dei faggi fino al Rifugio del Campitello.Ritrovavo il piccolo riparo intatto rispetto l’ultima volta in cui c’ero stata, il piccolo camino, la porta incisa di scritte apribile in duepassaggi, il pavimento di pietra e l’essenziale. La vista sull’omonima valle si velava di neve e persino il sole dispergeva i suoi raggi al cielo,perdendo sì forza ma estendendosi con la sua luce nel riverbero del bianco.

lunedì 8 marzo 2021

Il rifugio dei Campitelli sotto la neve

Il bosco respirava la quiete e il silenzio dell’ultima parte d’inverno, ci inoltravamo nella bellezza del bianco che con le sue stratificazioni leggere svelava le lontananze. Il piccolo rifugio del Campitello si raccoglieva isolato in tutto quel candore ai limiti del bosco, il suo riparosuscitava la gratitudine dei viandanti, la riconoscenza e il rispetto verso poche mura a ridosso di una natura solitaria. Il suono leggero dellaneve si sovrapponeva all’eco della voce degli uccelli, che come presenze lontane, accompagnavano il nostro cammino sulla via del ritorno.

domenica 14 luglio 2019

Punta dell'Uccettù da Prato Capito

La strada principale che percorreva il Bosco di Cerasolo si modulava in lievi saliscendi. Una deviazione per la Valle Quartarone raggiungeva susentiero il Rifugio dei Campitelli, piccolo ed essenziale ma in grado di fornire sempre un incantevole riparo, con l’ammirazione rivoltaall’omonima valle e ai suggestivi balzi rocciosi del versante Nord della Punta dell’Uccettù. Compivamo un anello per salire quella montagnadal nome così particolare, la cui parte sommitale regalava l’alternanza di contrapposizioni visive, da un lato vi erano fittissimi boschiimpenetrabili anche allo sguardo, dall’altro gli spogli declivi delle vallate della Duchessa.  Gruppi di armenti sostavano nella quiete dipendii nudi che scivolavano fino a cingere le regali sponde. Quanta bellezza sul massiccio del Velino, coronato di nubi, e nell’aria mossa dalvolo dei rondoni. Sul filo di cresta di antichi circhi glaciali, tornava la voce del vento che tutto lambiva e ne portava memoria.

domenica 1 novembre 2015

Anello del Campitello e degli "Jacci"

Sopra Passo Godi l’autunno aveva iniziato a spegnere i suoi toni più caldi, oscurando le foglie dei boschi con colori bruniti.Gli “jacci” giacevano tra vallate solitarie, alcuni erano stati resi accoglienti mentre altri trattenevano soltanto il perimetro dipoche mura e l’evocazione della solitudine dei pastori. Quei vecchi ricoveri in pietra in passato erano stati abitati durantel’alpeggio estivo, mentre adesso la loro porta veniva varcata principalmente da chi non gli apparteneva. “Non si può cogliereun fiore senza disturbare una stella”, una frase sopra un camino invitava al rispetto. Tra la Corte, il Campitello e il Camporotondole profondità si perdevano in ampi valloni e circhi glaciali, cervi e caprioli vi transitavano, mostrando la bellezza dei loro manti invernali.

domenica 28 dicembre 2014

Il Rifugio forestale al Campitello

I Boschi di Cerasolo trattenevano la neve al riparo dal vento, l’aria fredda ed asciutta l’aveva resa polverosa e leggera,regalando l’immagine di una manifestazione del silenzio. Era scesa adagiandosi sopra rami ed arbusti, caricandoli e modellandolicome coralli bianchi. Davanti a noi nessuna traccia disturbava il manto nevoso, soltanto quella di qualche piccolo animale.Raggiungevamo il Rifugio della Forestale nella zona del Campitello, incastonato tra la bellezza del Pizzo dell’Uccetto equella del Morretano. Quella piccola struttura era stata ripulita e resa accogliente e fornita del necessario per essere funzionalecome bivacco. Qualcuno le aveva dedicato cura e amore ponendo legna, tavolini e attaccapanni, qualcun altro aveva risposto a taleaccoglienza portando due brande. Appeso al muro un piccolo foglio plastificato metteva in comunicazione la gentilezza di dueanime sconosciute, mi piaceva pensare che prima o poi quelle due anime si sarebbero incontrate.

domenica 28 marzo 2010

Anello da Prato Capito per il Passo del Morretano, Passo del Puzzillo, Valle di Quartarone e Prati di Cerasolo


L'intenzione di oggi era quella di raggiungere, con gli sci da escursionismo, il Lago della Duchessa partendo da Prato Capito. Anche se abbastanza impegnativo come giro in fin dei conti credo sia fattibile, ma l'unico grande, enorme, grandissimo problema è stato invece quello della neve di fine marzo: una vera colla! Partiti intorno alle 9 abbiamo fatto il solito sentiero che passa nel bosco di Cerasolo, direzionandoci poi verso la Valle del Morretano. Ricordo di quando l'ho fatta per la prima volta, era calata una nebbia così fitta che ci ha costretto a tornare indietro a una centinaia di metri dalla fine. A pensarci adesso credo sia stato meglio così, avrei sicuramente trovato difficoltà a fare l'ultimo tratto, troppo ripido per chi inizia a sciare da poco (rileggendo il blog ho visto che era la mia seconda uscita con gli sci!). Arrivati al Valico del Morretano (1983 m) si apre lo spettacolo sulla Valle del Puzzillo! Da lì abbiamo continuato a salire costeggiando il Campitello e sciando sulla neve di una vecchia valanga ormai sporcata dalle pioggie e dai venti. Raggiunto un punto un po' più pianeggiante degli altri abbiamo ammirato tutta la vallata che si apriva enorme sotto ai nostri occhi... in lontanaza si vedeva bene anche il Rifugio Sebastiani che con la sua bandiera alzata ha innescato la possibilità di sabotare tutti i buoni propositi di continuare l'escursione: continuare il giro per arrivare al Lago della Duchessa o andare a mangiare un piatto di pasta al Rifugio Sebastiani? Decidiamo di svalicare prima il Passo del Puzzillo (2073 m) e poi magari da lì vedere cosa fare... Ma fatta quella sorte impettata (ripida ripida ripida) a me personalmente proprio non andava di tornare indietro! Guardando la carta il Lago della Duchessa (1788 m) era a poco più di due chilometri da dove ci trovavamo noi... certo, per raggiungerlo dovevamo fare un altro svalicamento notevole, però in fin dei conti (con tanta buona volontà) si poteva fare... Decidono però (per esperienza) di cambiare il giro: quella non era la condizione adatta per raggiungerlo, avremmo dovuto anche togliere gli sci per un bel tratto di percorso. Tutti d'accordo scendiamo in direzione della Valle dell'Asino, qui la neve era buona (anche se alcuni tratti erano ghiacciati si sciava benissimo!), raggiungendo il Rifugio Campitello della Forestale (1720 m) e percorrendo tutta la Valle Quartarone fino ai Prati di Cerasolo, passando per il suo bellissimo bosco di faggi. Da lì abbiamo ripreso la solita strada per tornare a Prato Capito. Mano mano che scendevamo la neve degenerava in acqua... sembrava di sciare sulla granita al limone. L'ultimo tratto non si commenta. Sei ore e mezza circa.