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domenica 15 ottobre 2017

Anello di Monte Campitello per il Ferroio di Scanno e il Rifugio di Campo Rotondo

I boschi d’autunno lasciavano filtrare tra i rami una luce calda, con toni d’oro e di arancio che parevano vibrare ad ogni spostamento di foglia.In lontananza il bramito dei cervi richiamava la stagione degli amori, tutto si inondava di quiete, mentre un sole basso estendeva le lungheombre del pomeriggio verso sera. Negli stazzi tenevano dimora i pastori, alcuni con greggi raccolte nei recinti e altri col pascolo aimonti. Soltanto il Rifugio di Campo Rotondo era incustodito, nonostante la straordinaria bellezza della sua posizione. Percorrevamoil sentiero lungo un saliscendi di avvallamenti e di montagne nude, gli aceri si distinguevano nettissimi isolati o tra i boschi, forti del lorocolore acceso. La Natura si predisponeva al riposo delle stagioni, alla calma, al silenzio, alla distensione pacata e tranquilla della quietedell’anima. 

domenica 1 novembre 2015

Anello del Campitello e degli "Jacci"

Sopra Passo Godi l’autunno aveva iniziato a spegnere i suoi toni più caldi, oscurando le foglie dei boschi con colori bruniti.Gli “jacci” giacevano tra vallate solitarie, alcuni erano stati resi accoglienti mentre altri trattenevano soltanto il perimetro dipoche mura e l’evocazione della solitudine dei pastori. Quei vecchi ricoveri in pietra in passato erano stati abitati durantel’alpeggio estivo, mentre adesso la loro porta veniva varcata principalmente da chi non gli apparteneva. “Non si può cogliereun fiore senza disturbare una stella”, una frase sopra un camino invitava al rispetto. Tra la Corte, il Campitello e il Camporotondole profondità si perdevano in ampi valloni e circhi glaciali, cervi e caprioli vi transitavano, mostrando la bellezza dei loro manti invernali.

domenica 11 gennaio 2015

Il Ferroio di Scanno da Passo Godi

Il Ferroio di Scanno era una delle mete escursionistiche più frequentate tra la zona del Passo Godi e il Monte Marsicano. Sitrattava di un altopiano situato a circa 1650 metri di quota dove spesso era possibile avvistare l’orso bruno marsicano. Fiduciosidi questa possibilità seguivamo la carrareccia che conduceva al Rifugio Ziomass, disabitato durante l’inverno, ma tuttavia bentenuto e agibile come bivacco. Il recinto al di fuori del ricovero pastorale si componeva di alte palizzate rafforzate da ferrisporgenti, una difesa che suggeriva la presenza del lupo, che assieme al camoscio, l’orso e il cervo era uno dei simboli delParco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Mi piaceva la bellezza di questi luoghi incontaminati a poca distanza dalle zone piùfrequentate, perché permetteva a tutti di immergersi nel silenzio dei panorami autentici tipici del Parco. La neve trasformatalasciava riemergere a chiazze la terra dell’altopiano del Ferroio, dando maggiormente risalto a tutti gli avvallamenti. Lo sguardocorreva verso Sud a scrutare in lontananza la Riserva Integrale, ma purtroppo nessuna presenza di animali selvatici animava lasolitudine di quegli scenari.

domenica 14 settembre 2014

Anello di Monte Greco da Passo Godi

Il Valico dello Scalone era una delle porte di accesso al Piano delle Gravare, numerosi stazzi davano vita a quelle distesesolitarie, modulate dalle doline e da leggeri saliscendi. I manti erbosi di quelle ampie estensioni cominciavano a dorarsi sotto ilpeso di settembre: una natura rada, dispersa e solitaria, che aveva lo stesso fascino del suolo della luna. Un gregge di pecore seguivala traccia di una carrareccia, il silenzio dovuto alla distanza conferiva un ulteriore ordine a quella visione, con il pastore alseguito ed i suoi cani, intessuti della stessa serenità di quella terra. Dalla Serra delle Gravare ammiravamo il gioco d’ombradelle nubi proiettate sulle valli, i colori si esaltavano sotto il vento di Maestrale, vivendo il contrasto di gradazioni bellissime. Lacima di Monte Greco svelava l’affaccio più alto dei Monti Marsicani: davanti ai nostri occhi si apriva il cuore del ParcoNazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, fatto di creste rocciose ammantate da foreste fittissime. Alcuni cervi transitavano sullaSerra di Rocca Chiarano, la stagione degli accoppiamenti intensificava il forte bramito dei loro richiami, maggiormenteudibili all’interno del bosco. Li scorgevamo tra i faggi cercando di fare  il minor rumore possibile: assistevamo al dialogo della lororazza, alcuni ci scoprivano e si allontanavano, mentre altri si lasciavano indagare.