domenica 19 ottobre 2014

Monte Amaro di Opi

L’autunno era ancora in ritardo nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, iniziava a colorare i faggi checosteggiavano il torrente Fondillo, mentre erano le foglie secche dello scorso anno a scaldare la terra. Un ripido sentiero immersonel bosco ne risaliva la dorsale attraversando strette svolte, ogni tanto si apriva lasciando allo sguardo l’indagine di luoghi remoti eselvaggi. Due piccole cime ne caratterizzavano la parte sommitale, dominando a 360° un’ampissima visuale, tra lamassiccia presenza del Monte Marsicano ed i severi profili delle montagne al di sopra del Passo del Cavuto. Barrea e VillettaBarrea custodivano il loro lago in parte inaridito, che oltre al riflesso del cielo mostrava anche la terra delle sue sponde. Ungruppo di camosci giaceva a mezza costa indisturbato dalla nostra presenza, li guardavamo mangiare all’innesco del bosco, al disopra dei ripidi pendii che piombavano a valle. Tutto quel territorio era un’area sacra consacrata a Cerere e al culto dellaLuna, dove i Volsci si stabilirono nel III secolo a.C., tra il "Molino di Opi", Barrea e l'imbocco della Val Fondillo. Lì una necropoli digrandissima importanza era venuta alla luce grazie a degli scavi, rivelando più di cento tombe, corredi di armi ed oggetti ornamentali. 

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