Fuori Porta la Montagna il bosco ci accoglieva indicando
marcatamente i suoi sentieri che dal basso della città si levavano sui rilievi
di appartenenza. I ruderi della Rocchetta si esponevanotra i pini ormai così
grandi da chiudere le antiche traiettorie visive, che un tempo traguardavano le
altre torri di avvistamento di Coppito, di San Vittorino, di Preturo e San
Marco, di Casaline edei Colli di Barete. Gli storici datavano la Rocchetta al
XII secolo, ormai rimanevano soltanto pochi sassi e la percezione di una forma
circolare. Percorrevamo il filo di cresta di Monte Pettinofino a Croce Cozza,
dove il panorama si apriva verso tutte le direzioni, per poi scendere nella
Valle Cascio, tra il labile equilibrio di boschi secchi persi nel tempo e nei
muschi. Suun piccolo colle giacevano i ruderi di San Severo che nonostante
deturpati dal peso degli anni rendevano ancora la loro importanza. Gli
affreschi del XIII secolo (secondo gli storici digrande bellezza) erano stati
rubati, ne rimanevano pochi stralci a rendere la vibrazione dei loro antichi
colori, protetti da una volta a vela in procinto di crollo, realizzata con
mattoni a coltello avista. Affianco la chiesa altri ruderi identificavano una
probabile Foresteria, tutto si perdeva nell’incuria e nell’incompetenza di chi
questi beni avrebbe dovuto tutelarli.
Di seguito una
citazione tratta da Fuori Porta La Montagna Note Illustrative a cura di Carlo
Tobia, p. 31.
Per una descrizione dell’interno della
chiesa come si presentavaagli inizi degli anni 60 vedi p. G. Marinangeli,
Severo pitinate dispensator nel 475 della chiesa di Aufinum, Roma, 1963, pp.
40-43. Riportiamone un brano: […] iniziando dall’angolo in cornuepistolae: S.
Lucia, Madonna con Bambino. Irriconoscibile la figura successiva. Indi un Santo
Vescovo e Dottore: forse Sant’Agostino od anche S. Martino. Sotto questi
affreschi, cheprobabilmente risalgono alla prima metà del sec. XIII, quando il
monastero fu donato ai Canonici Lateranensi, si nota la parte affrescata con
motivi semplici in tempi ancor più vetusti. Il murodi sinistra è stato
rinforzato con una parete aggiuntiva. Su questo lato è quasi interamente perito
il ciclo pittorico. […] nella parete della chiesa e in muri divisori della «foresteria»,
sonoincorporati frammenti lapidari che fanno sospettare che il luogo fosse
abitato nel periodo romano e il ductus delle iscrizioni funerarie si presenta
molto elegante.
Nonostante l'ingrata fine, questo monastero mantiene un grandissimo fascino... le sue rovine fanno galoppare la fantasia.
RispondiEliminaCiao!
é vero, ne sono rimasta molto colpita anch'io!!
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