Lo stemma degli
Orsini capeggiava sopra il portale di Santa Maria Apparente, quella chiesa poco
conosciuta custodiva nel suoambiente ipogeo uno dei tre quadrati magici d’Abruzzo.
La cripta si apriva subito dopo l’ingresso con la discesa di alcuni gradini, lasua volta a vela sormontava antichi affreschi rovinati dall’umidità, ma
tuttavia ancora in grado di emanare la dolcezzadei visi di giovani Madonne e
piccoli accenni di stelle. Il quadrato magico del Sator si animava del mistero
delle sue parolepalindrome, l’enigma del Pater
Noster non aveva rigori geometrici, ma era stato inciso grossolanamente
sull’intonacodegli affreschi. L’opera della geometria sacra aveva una matrice
universale, i Maestri Costruttori avevano apposto i loro sigillisui fuochi tellurici. In Abruzzo uno era questo, gli altri due erano a Capestrano e a
Magliano dei Marsi.
lunedì 27 luglio 2015
Il Quadrato Magico del Sator nella cripta di Santa Maria Apparente di Campotosto
domenica 26 luglio 2015
Fonte Grotte di Monte Camicia
La risorgenza
più alta degli Appennini nascondeva il mistero di chirotteri e farfalle
concrezionate. Tantissime vaschette d’acquane ricoprivano la parte bassa costringendo
il passaggio sui cordoli delle concrezioni. L’acqua cristallina, tra la luce e
il buio, siperdeva in un gioco di specchi, amplificando visioni e suggestioni,
quello che ne rimaneva erano tante gradazioni di bianco,movimentate dall’effetto
tortile di piccole stalattiti eccentriche. Il budello finale conduceva alla
sala dei chirotteri, dove i primispeleologi avevano rinvenuto alcuni scheletri
di pipistrelli risalenti a circa millecinquecento anni fa. Nonostantecontinuassi a cercare, non trovavo più all’ingresso
le concrezioni delle farfalle.
Uscita sezionale organizzata dal Gruppo Grotte e Forre “Francesco de Marchi” Club Alpino Italiano – Sezione dell’Aquila
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martedì 21 luglio 2015
Il Lago di Antermoia in Val di Fassa
Il sentiero procedeva sotto le Torri
del Vajolet, rasserenando con la sua continuità quella visione impervia di sfasciumi
e gugliestrapiombanti. Quelle montagne erano diverse dalle nostre anche grazie
a tutte le vie marcate a cui affidarsi. Andavamo alla ricercadel Lago di
Antermoia, che secondo la leggenda locale aveva il fascino di un oracolo che
tratteneva il misterioso canto dellaVivena
Dona. Tutti i complessi
rocciosi circostanti avvolgevano con cura la depressione di quella vecchia morena,
l’acquarifletteva il cielo e le rocce emanando una quiete statica che era in
grado di appagare l’anima. I laghi alpini avevano tutti quel coloreintenso e
trasparente, molte persone vi transitavano affianco lasciando perdere le loro
voci nella maestosa cassa di risonanza diquel vallone glaciale. Il
sentiero riprendeva tra dolomie e sfasciumi, saliva e scendeva nella bellezza
del suo Catinaccio.
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domenica 5 luglio 2015
Anello di Monte Corvo per il "misterioso" Fosso del Monte
Il Fosso del
Monte scopriva stratificazioni rocciose verticali, che come le colonne di un
tempio ornavano l’ingresso del suomisterioso
circo glaciale, custode delle ultime nevi. Un gruppo di camosci ci osservava incuriosito
dall’ombra delle rocce, mentresul valico a cavallo col Crivellaro ammiravamo
uno scorcio differente del lago di Campotosto. Sul filo di cresta di MonteCorvo ogni prospettiva precipitava a valle, scrutavamo tanti altri circhi
glaciali, tra cui i più grandi della Valle del Venacquaro e diCampo Pericoli
davano idea del maestoso fiume di ghiaccio che nell’era quaternaria
intrappolava quelle montagne. Sulla via delritorno il percorso appariva e
spariva su dirupate balze rocciose di calcare, la notte ci coglieva fortunatamente
nel bosco,moderato da pendii più dolci e rasserenanti.
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