Visualizzazione post con etichetta puglia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta puglia. Mostra tutti i post

giovedì 1 settembre 2011

Castel del Monte di Andria

L’enigma di Castel del Monte ci disorientava con stratagemmi militari, credevamo di essere in un punto ma effettivamente eravamo altrove. La terra dei falchi ci concedeva unatestimonianza sorprendente, una rivelazione unica e antichissima di una maestosità straordinaria: quel castello sorgeva dalla polvere così  isolato da ogni cosa, da lì i punti di fuga correvanosconfinati fino al mare. I volumi si ripetevano ritmandosi tra di loro, collegandosi ai piani superiori per passaggi poco intuibili. Ogni cosa si difendeva, l’accoglienza delle sale pareva schernirechi andava oltre, dando l’impressione di scrutare chi passava. Le pietre e la terra trasudavano di un’antica energia, forse era davvero un canale diretto che faceva da tramite tra la terra e il cielo.

Le Saline di Margherita di Savoia

Da tempo avevo nella mente l’immagine di montagne di sale, le ipotizzavo come piccole divinità artificiali ammantate di cristalli evivificate dal sole. Sognavo di passarci in mezzo in un silenzio metafisico, inscenando la camera di un sogno: forse davvero leavevo sognate e per questo adesso inconsciamente le cercavo. La strada costeggiava enormi vasche artificiali, dove l’acqua del mareera come uno specchio alla luce del sole, mentre altre vasche, già evaporate, si vestivano di un bianco candido e assoluto, prontopiù ad attirare che a riflettere. Gruppi di gabbiani stazionavano nei ristagni paludosi ricchi di insetti, erano disturbati dal nostropassaggio, mentre un caldo infernale ci divorava la strada che continuava a scendere verso Sud.

mercoledì 31 agosto 2011

Isola del Cretaccio alle Tremiti

L’isola del Cretaccio alle Tremiti si componeva di argilla esposta alle intemperie, le sue forme sinuose erano state modellate dal mare e dal vento, mani sapienti di una assoluta condizione divina.La sua continua erosione lo destinava ad una certa scomparsa, quella visione era sublime e malinconica, accompagnata dalla dolcezza del suono del mare, così antico e paterno, assoluto eincontrastabile. Le leggende del posto popolavano il Cretaccio della presenza dei fantasmi, raccontavano storie di detenuti decapitati che nelle notti di tempesta ritrovavano la loro voce.L’acqua limpida del mare lasciava trasparire il Profondo Blu, un mondo sconosciuto che più di tutti mi attraeva e allo stesso tempo mi inquietava.

Le Isole Tremiti

Le Isole Tremiti si perdevano nel mare, protette da tutta quella immensità sconfinata e misteriosa. Mentre avanzavamo di rotta levedevamo comparire all’orizzonte, anticipate dalle nuvole che vi erano sopra. Chissà quali sentimenti contrastanti animavano ilcuore di un isolano, così lontano dal mondo e vicino a se stesso, mosso tra l’odio e l’amore di un desiderio d’evasione e unafortissima appartenenza. Probabilmente sarebbe partito, sicuramente sarebbe tornato. Tra i boschi di San Domino e ireperti di San Nicola correva il mito di Diomede, profumato del mirto e raccontato dal vento. Le piante dei capperi rivestivano laterra, mentre strane rocce assumevano forme di elefanti. Alcune caprette nere si inerpicavano su sentieri strapiombati, nel bassodelle carceri e al di sopra del mare. I vicoli del Torrione raccontavano la storia di nonna Sisina, impastata alla nostalgia ealla memoria dei ricordi: nonostante il tempo trascorso l’abbiamo incontrata lì, ancora pronta ad accogliere chiunque bussasse allasua locanda. Il rumore delle cicale si incorporava all’ombra di un caldo pomeriggio d’estate: tra la gente che arrivava e quella chepartiva solo alcuni sarebbero rimasti, pronti come ogni sera a guardare l’orizzonte.

lunedì 29 agosto 2011

Vieste e la baia di Marina Piccola

Nella mente gli scorci dolomitici ancora mantenevano i loro profili: eravamo tornati da poco da Dobbiaco, e subito ripartivamo per continuare il nostro viaggio. Lasciavamo la macchina per proseguire con la moto, pochi bagagli e tantissimavoglia di viaggiare, alla ricerca delle strade interne e secondarie che ci permettevano di godere anche e soprattutto dell’idea stessa del viaggio. Vieste ci attendeva, erano passati circa tre anni dall’ultima volta che c’ero stata.