sabato 27 febbraio 2016
Anello di Monte La Selva di Barisciano
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domenica 21 febbraio 2016
Il Ramo degli Asteroidi - Grotta di Cittareale
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sabato 20 febbraio 2016
La Grotta dei Briganti di Stiffe
pelle di leopardo. Il nome dedicato ai Briganti suggeriva leggende e
suggestioni lontane, ne uscivamo fuori passando per un piccolo
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domenica 14 febbraio 2016
Il Trabocco Turchino di San Vito Chietino
Nel paese delle ginestre, tra aranci ed ulivi, una piccola
baia chiudeva due promontori. Il Grecale correva verso campagne materne
portando con sé un misto di profumo di acacia.
Dall'estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli,
si protendeva un Trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di
tavole e travi, simile a un ragno
colossale. (Gabriele D’Annunzio, Il
Trionfo della Morte). Il Parente abruzzese immortalava la suggestione del
Trabocco Turchino, ne rimanevano il mare, il vento e la cava profonda del
cielo
di quella memoria lontana, ormai ripristinata con fatture diverse da quelle
ammirate dal Vate.
Le foto del Trabocco Turchino in versione originale sono
state pubblicate per gentile concessione dell’autore.
sabato 6 febbraio 2016
Il Castello di Barisciano
Le fioriture dei
mandorli ingannavano l’inverno lasciando trasparire una precoce primavera,
mentre il caldo alimentava i grappoli di processionaria, che posti sui rami dei
pini ne
avvelenavano l’esistenza. Il Castello di Barisciano lasciava leggere a
tratti l’andamento della sue antiche mura a ridosso del crinale, un magnifico
punto di vista non solo sulla parte del Tratturo
Magno all’ingresso della Piana
di Navelli, ma anche verso la strada di Campo Imperatore. Una lapide, posta a
memoria nel sito, ricordava l’ultimo assedio di Braccio da Montone avvenuto il
23
aprile 1424: la storia ci tramandava una valorosa e sanguinosa resistenza
che faceva onore agli ultimi abitanti del castello prima della sconfitta e dell’umiliazione
delle loro donne, costrette
semi-nude a raggiungere a piedi la città dell’Aquila.
I secoli avevano sedimentato terra e macerie appianando e nascondendo le
antiche strutture, che ormai ai nostri occhi si aprivano
soltanto come piccole
salette ipogee sorrette da volte a botte pericolanti.
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