sabato 26 ottobre 2024

Santa Maria del Piano di Orvinio e antiche mole

Nell’Alta Sabina, Tra Orvinio e Pozzaglia, una rete di comode strade attraversava boschi e vallate, ne percorrevamo una indirezione della suggestiva Santa Maria del Piano, un’antica abbazia benedettina del IX secolo che manteneva ancora in piedii tratti distintivi della sua bellezza strutturale. La scorgevamo imponente tra gli alberi, così bene integrata nel paesaggio, chelasciava dedurre senza dubbio l’importanza che aveva rivestito in passato. La sua antica origine sembrerebbe ad opera diCarlo Magno a seguito di una vittoria sui Saraceni; conobbe un periodo di rilevanza e operosità, che diminuì mano mano nel corsodel tempo, fino a quando ob aevi gravitatem et redituum diminutionem venne abbandonata sul finire del Medioevo.Trovavamo incastonati nella sua struttura i materiali di risulta dalle origini ancor più antiche, grandi lettere incise ancoraperfette a dispetto dello scorrere del tempo. Seguivamo i sentieri fino alla sponda del Fiume Rio alla ricerca della mola, tra radureanimate dai pascoli, boschi autunnali e il calore di una mite giornata di ottobre, con la torre campanaria dell’Abbazia che svettava tra glialberi come un punto di riferimento sulla via di ritorno per Orvinio. La gentilezza degli abitanti del posto, così legati a L’Aquila, ci donavaun momento di condivisione sulla conoscenza del territorio, ma anche di riflessione sulla frequentazione massiva che nei mesiestivi la Cascata della Mola del Castello era costretta a subire. Il dono di condivisione di Domenico ci lasciava scoprire un luogo chealtrimenti non avremmo mai trovato, una mola ancor più antica immersa nella bellezza di una natura incontaminata.

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