domenica 14 luglio 2013

Anxa - Lucus Angitiae

Immaginavo la maestosità del portale del tempio, con dinanzi un piccolo molo d’attracco per le imbarcazioni che navigavano nel Fucino. Immaginavo la nebbia da umidificazione propria dei laghiin quota, ed i colori cerulei delle prime ore del mattino. Il freddo dell’ombra si ammorbidiva soltanto con la fiamma delle lucerne, mentre alcune vestali accoglievano i naviganti adornate con ifregi della dea Angitia.  Quella divinità era manipolatrice di serpenti e di veleni, il suo culto si perdeva nei secoli, legandosi ai cicli solari e all’immaginario del mondo dei defunti, rimanendoper eccellenza la venerazione eletta del popolo dei Marsi. Gli scavi archeologici risalivano al IV secolo a.C., ricostruendo mano a mano l’idea di quello che un tempo era uno dei centri diaggregazione più importanti del territorio, dove la vita degli antenati viveva il massimo dello splendore e tutto pareva custodire quella condizione eterna. La memoria correva tra lepietre, mormorandone la storia e l’abbandono, rimanevano i maestosi basamenti, mentre tutto il resto si perdeva nell’immaginazione. (Le foto inserite sono state scattate in precedenza).


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