domenica 8 maggio 2011

Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo

L’elemento acqua è presente in ogni ambiente della Riserva, dalle più alte sorgenti poste a quota 1700 metri, fino a lambire i centri abitati alle quote più basse. Ma c’è anche un’acqua che non si vede, quella che scorre nascosta nelle cavità dellamontagna. Il fenomeno carsico qui è assai diffuso: da lungo tempo le acque acidule delle precipitazioni atmosferiche si infiltrano nelle fratture che frammentano questi monti e ne sciolgono lentamente le rocce calcaree. Il risultato è unacostellazione di pozzi e cavità a imbuto (doline) sulle alture, una rete di cunicoli sotterranei e grotte in parte allagati e numerose sorgenti che sgorgano non appena l’acqua incontra uno strato non permeabile che ne impedisce la discesa. Quella dello Zompoè una delle rare sorgenti carsiche intermittenti dell’Appennino; sgorga da una parete calcarea verticale e da vita ad una spettacolare cascata di oltre 80 metri di altezza. Il momento migliore per vederla è in primavera quando la falda acquifera siinnalza per lo scioglimento delle nevi. Dagli studi compiuti, appare che il periodo di alimentazione della cascata (aprile-giugno) corrisponde a quello in cui si riempiono i condotti carsici, con portate minime in autunno (0.85 mc/sec) e massimein primavera (2.7 mc/sec). La temperatura delle acque varia da un minimo di 6,3 ad un massimo di 11.1 gradi centigradi, mentre la bassa salinità totale, pari a 140 mg/l, la rende un’acqua oligo-minerale. (Testo tratto da un cartello informativo della RiservaNaturale Zompo Lo Schioppo – sito web). L’acqua arrivava a noi polverizzata, diffondendosi ovunque e contraddistinguendo in questo modo una vegetazione rigogliosissima. Il sottobosco si arricchiva di rivoli d’acqua e farfaracci, felci, ciclamini e ditantissime fragoline di bosco. Il salto della cascata era davvero imponente sopra le nostre teste, considerata la più alta di tutto l’Appennino, era nel pieno della sua portata.

2 commenti:

  1. I fiori blu-viola dell'aquilegia, con i cinque petali a cornetto che si prolungano in speroni uncinati, simili al becco o all'artiglio dell'aquila, ispirano il nome di questa ranuncolacea che cresce in boschi, prati terreni rocciosi o collinari fino a duemila metri.
    "bella si erge l'aquilegia/ e china il suo capo" cantava Goethe l'etereo fiore detto anche Amor perfetto, come osservava Guido Ceronetti soggiungendo: " Mi ricordavo di Spinoza, le poche righe un po' tremanti (Spinoza, toccando dell'amore, è sempre malfermo, in lui parla la trafittura) in cui nell'Ethica IV definisce il matrimonium essenzialmente come mezzo, attraverso e di là dell'unione carnale, di ricerca comune della libertà interiore..."

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  2. Davvero un fiore bellissimo. Grazie per queste citazioni, sono molto interessanti.

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