domenica 15 maggio 2011

L'Eremo e le Gole di San Venanzio

Le dimore dei Santi sono dei luoghi particolari, dove l’energia trasuda dalla terra. Si sente che c’è qualcosa di speciale, si avverte che c’è qualcosa di straordinario. La Natura selvaggia si veste a protezione di una suggestione antica, quanti anni quanti secoli quanta storia hanno modellato queste pietre ed assaporato il profumo dei caprifogli, ammirato le felci e i fiori di acacia.Il polline filtrava tra gli alberi, trovando risalto nel contrasto delle ombre, mentre lo scrosciare dell’acqua si portava via tutti i pensieri. La Riserva Naturale delle Gole di San Venanzio è un’area naturale protetta istituita con legge della Regione Abruzzo n°84 del 1998. Si estende per 1.072 ettari, ricadenti interamente nel territorio del comune di Raiano, in provinciadell’Aquila, nella parte occidentale della Valle Peligna. La Riserva è un’area ricca sia dal punto di vista naturalistico sia storico e religioso; costituisce un corridoio ecologico di primaria importanza tra il Parco Nazionale della Majella e il Parco Regionale Sirente Velino ed ospita un importante patrimonio di biodiversità. La riserva tutela due contesti territorialicompletamente differenti tra loro: a monte, nelle strette Gole scavate dal fiume Aterno tra i monti Mentino e Urano, domina la roccia calcarea con una morfologia aspra e selvaggia fatta di orridi e canyon, cascate e forre; a valle, l’uscita del fiume Aterno dalle gole, con lo spettacolare e suggestivo eremo di San Venanzio e la presenza del vecchio mulino ad acqua, segna ilpassaggio alla fertile e verdeggiante pianura alluvionale dove il fiume disegna ampie anse. (Tratto da un cartello informativo del luogo). Qui è venuto a dimora un Santo, rilegando parte della sua vita a questa meraviglia. Un altro cartello informativo ne traccia la storia: Si ha notizia dell’esistenza di una chiesa dedicata a San Venanzio in una Bolla di Papa Adriano IV nel 1156, non è certoperò che si riferisca all’eremo attuale; infatti, in quel tempo a Raiano esistevano molte chiese intitolate ai Santi Martiri. Il complesso architettonico dell’eremo poggia sulla sponda destra del fiume Aterno, insistendo su una compatta massa rocciosa; la parte che unisce le due pareti della gola imposta su un sistema di tre archi a diverso livello, sotto vi scorre il fiume. Nella strutturasi possono riconoscere due fasi edilizie: • la più antica (XV-XVI sec.) è riferibile alla zona del retroaltare ed è datata sulla base di alcuni affreschi, molto deteriorati, che decorano, con le immagini dei quattro Evangelisti, la volta dell’attuale sacrestia; • la struttura attuale della chiesa, invece, è da attribuire ad un sostanziale ampliamento eseguito alla fine delXVII secolo. L’interno, come ci appare oggi, è a pianta rettangolare coperta con volta a botte: ha due altari laterali in prossimità di quello maggiore che è addossato ad una parete divisoria, dentro la quale si trova la vecchia abside con resti di affreschi cinquecenteschi rappresentanti gli Apostoli Marco, Matteo, Luca e Giovanni, restaurati nel 2006; quelli laterali,invece, contengono le statue di S. Giovanni Battista e di S. Pietro Celestino. A destra dell’entrata, per tutta la lunghezza della costruzione, un corridoio fiancheggiato da celle eremitiche. In fondo al corridoio, sulla destra, una scala scende al di sotto del piano del colle dove si trova la cappella delle Sette Marie che conserva un Compianto cinquecentesco in terracotta policroma.La loggia sospesa sul fiume è il punto di raccordo tra la chiesa e i luoghi sottostanti, raggiungibili anche attraverso una rampa di scale che conduce al Sancta Sanctorum dell’eremo. La Scala Santa è scavata nella viva roccia e passa attraverso un cunicolo stretto e buio, percorrendolo si mantengono i caratteri penitenziali e purificatori dei riti di passaggio. Al suo imboccoè visibile l’impronta del corpo di San Venanzio impressa nella pietra e il sedile di Santa Rita. (Tratto da un cartello informativo del luogo).

2 commenti:

  1. Tante volte nei miei viaggi mi sono chiesto se un luogo diventa sacro perchè è stato scelto da un santo od un eremita oppure è se è proprio quel luogo che attira animi particolarmente sensibili. Le cose si complicano se si va a visitare un luogo che già si sa essere stato dimora di santi o profeti e quindi non sappiamo se il nostro dubbio possa essere stato influenzato proprio da tale conoscenza. Io ho visitato tanti posti e per la maggior parte di essei non credo di essere stato influenzato. Ma c'è un luogo che secondo me emana sacro, emana qualcosa di irreale e sovrannaturale a cui non so dare una spiegazione. Questo luogo è il Sinai. Li da tempi antichissimi (10.000 anni) dimorava la dea Sin, li sono andati i profeti a ricevere l'illuminazione, li sono nate le religioni, li dimora dio (scritto piccolo perchè non è il NOSTRO dio, ma quello comune di tutti). Forse solo li potevano nascere i profeti. Camminare sul suolo rovente del Sinai, essere plasmato dal suo immane calore, costringe la mente ad avvinarsi al divino, ma forse non è solo il deserto che permette ciò. Io ho percorsi molti deserti, ma nessuno trasuda sacralità. Forse li c'è qualcosa di veramente diverso. Forse anche negli eremi della Maiella. di S. Franco e nelle gole di S. Venanzio c'è qualcosa di diverso che noi non possiamo intuire, ma che gli animi sensibili ed ispirati di quegli uomini privilegiati hanno percepito. Tali luoghi sono stati per loro fonte di fede, di sacrifici, di preghiere, di rinunce. Forse solo li quegli uomini potevano sopportare tutto ciò, li dove forse il divino emerge più prepotentemente dalle profondità della terra e dai profondi e bui abissi della nostra mente.

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  2. Prima o poi anche io visiterò il Sinai, comincio sul serio a ritenere che sia un viaggio da compiere almeno una volta nella vita. E’ davvero probabile che sia in assoluto il deserto il luogo delle rivelazioni, dove tutto comincia, dove tutto ha inizio, e non sono io a dirlo. Non ci sono ostacoli alla percezione del creato, e forse è proprio questo il canale diretto con “dio”, ma forse – anzi sicuramente – c’è di più, che giace nell’inspiegabile della condizione umana. Di certo tutti i profeti sono “nati” lì, o ne sono stati richiamati. Credo che nel corso della vita ci si operi ad eliminare tutti gli stupidi orpelli che impediscono la sana e semplice concezione della FELICITA’: la chiave è la consapevolezza della bellezza della vita, la gioia delle piccole e grandi cose, il godere di tutta la meraviglia che ci circonda: con un meraviglioso punto di vista rispetto al mondo tutto di conseguenza diventa meraviglioso. E’ come una scultura di Michelangelo, bisogna togliere la materia in eccesso per arrivare all’essenza della bellezza.

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