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domenica 21 luglio 2024
Nelle Sorgenti del Vera
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mercoledì 18 aprile 2012
Le sorgenti del Fiume Vera
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sabato 22 maggio 2010
Le Sorgenti del fiume Vera e le cartiere
Tutte le volte che sono passata per Tempera ho rivolto un pensiero al fiume che l'attraversa: il Vera. Mi ha sempre incuriosito tanto. A livello escursionistico è talmente tanto semplice raggiungere le sue sorgenti che per questo non viene mai tanto considerato da chi cammina. Eppure io lì ho trovato un paradiso. E non poteva esserci un'occasione migliore di quella di oggi per visitarlo. Un cartello all'interno del paese dice: Parco
territoriale Sorgenti del Fiume Vera. Istituito nel 1983, si estende per circa 30 ettari includendo due gruppi di sorgenti, Tempera e Capo Vera, che con una fitta rete di rivoli formano il fiume Vera. L'area del Parco è interessata da numerose testimonianze di archeologia industriale; l'abbondanza di acqua favorì infatti la nascita di numerosi opifici: una ramiera, due valchiere, due cartiere, un mulino e un pastificio. Peculiarità del paesaggio
vegetale è la presenza di numerose piante acquatiche... (il resto del cartello è illeggibile perchè rotto). Seguendo la via del Mulino si arriva nei pressi di una Madonnina: alla sua destra inizia il sentiero che porta alle Sorgenti (è molto semplice arrivarci perchè per individuarlo basta risalire la traiettoria del fiume). Il letto del fiume era talmente bello e talmente pulito che a guardarele alghe mosse dall'acqua si rimaneva ipnotizzati! Sembravano dei lunghi capelli rossi pettinati dal vento, dove l'armonia faceva capo ad ogni cosa. Ogni tonalità di verde vibrava ai nostri occhi, ed eravamo completamente avvolte da quell'energia così bella, così pulita e incontaminata. Inoltre l'aria era profumata
dall'odore intenso del caprifoglio. Mi si riempiva il cuore di gioia solo ad assistere a così tanta bellezza. Tra felci, ortiche e ranuncoli abbiamo ammirato anche i resti di un'antica cartiera, posizionata dall'altro lato del fiume. Quanto volevo andare lì per
vedere da vicino quella struttura! Solo che per arrivarci era un po' complicato... l'unico passaggio era costituito dal tronco di un albero precipitato che faceva da ponte (ma non mi sembrava il caso). Percorso tutto quello che lì era percorribile siamo riscese al paese: forse qualcuno del posto poteva meglio illustrarci su
come raggiungere le cartiere. E così è stato, incontrando la gentilezza e la disponibilità della gente. Abbiamo percorso una strada che da Capuera (Capo Vera) sale verso il cimitero: a poco dall'inizio del percorso una deviazione conduce ad una seconda cartiera. Non è accessibile, è recintata e danneggiata dal
terremoto. Forse è pure proprietà privata. Giunte alla località di San Biagio (il cimitero) siamo riscese per la Costarella, rintercettando l'inizio del sentiero con la Madonnina. Un'altra indicazione di una signora del posto (per raggiungere la prima cartiera) è stata quella di attraversare il ponte che conduce ad una proprietà privata, e da lì seguire il sentierino che costeggia
il fiume sulla destra (si può passare perchè è di libero accesso a tutti). Da lì poi si attraversano dei campi di erba medica e graminacee, dove se uno è poco poco allergico ci muore. Che meraviglia però vedere il polline librarsi nell'aria! Giunte a poco
dalla cartiera che si scorgeva tra le ortiche, ci siamo purtroppo dovute fermare. Nonostante la superficie dove camminavamo fosse rialzata dal letto del fiume, lì era un pantano acquitrinoso. Facevamo fatica a capire anche solo dove mettere i piedi: l'erba era talmente alta che ci alterava completamente la percezione del terreno. La paura non era ovviamente quella di sporcarci (già c'eravamo infangate per bene) ma quella di tovare delle falle. La
zona di Tempera è stata talmente tanto danneggiata dal terremoto che lì addirittura si è registrato uno spostamento ed un abbassamento della falda acquifera. Abbiamo deciso di non avventurarci oltre, ma di tornarci più in là, magari in autunno, quando le piante non costutuiranno più un impedimento percettivo.
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