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domenica 21 luglio 2024

Nelle Sorgenti del Vera

Trovavamo sollievo dal caldo di luglio immergendoci nella bellezza delle sorgenti del Vera, nelle sue acque fredde e limpidissime,il cui scorrere lento era sempre una visione rilassante. Una fitta rete di rivoli nutriva il fiume, tra i ruderi di antiche cartiere, valchieree una rameria, un mulino e un pastifico, tutti ricoperti di edere e di passato, di memorie lontane raccontate dall’acqua. Soltanto unedificio era stato ripulito dalla vegetazione, probabilmente a favore di una ristrutturazione poi interrotta, ma dove rovi ed ederefacevano nuovamente il loro ingresso lasciando alla natura la ripresa dei suoi spazi.

mercoledì 18 aprile 2012

Le sorgenti del Fiume Vera

Ci sono alcuni luoghi che nonostante siano facilmente accessibili riescono tuttavia a mantenere inalterate le loro caratteristiche di ambiente incontaminato, a trasmettere la loro energia, e a porre una sospensione allo scorrere del tempo. Le vie d’accesso dei paradisi semplici si nascondono nella quotidianità di strade e paesi, a voltebasta solo girare un angolo e scoprire qualcosa in grado di togliere il fiato perché capace di comunicare direttamente all’anima la meraviglia di cui si veste. La breve strada che conduceva alle Sorgenti del Vera mi era rimasta nel cuore, ricordavo i ranuncoli e il profumo dei fiori di caprifoglio, tra l’ombra refrigerata dall’acqua, ilsilenzio delle cartiere e le alghe filiformi mosse dalla leggera corrente. Quel breve sentiero si inabissava in una foresta di alberi completamente rivestiti dalle edere, il verde predisponeva tutto il suo potenziale, così impreziosito dal giallo del tarassaco. Cominciavano i farfaracci e cominciavano le ortiche, a breve tuttala vegetazione sarebbe salita un metro da terra, rendendo così ancor più prezioso quel piccolo sentiero. Ero felice nel constatare un recupero del luogo, avevano pulito il percorso e tolto alcune piante che si erano spaccate a ridosso del fiume, tutto appariva più armonioso e curato. All’ingresso del sentiero un cartelloesplicava tale intervento. C’è molta storia intorno al Fiume Vera, le sue acque hanno dato la vita a cartiere che hanno prodotto anche filigrana, gualchiere, rameria e soprattutto mulini. Le stesse acque hanno servito le lavandaie, i contadini. Qualcuno ancora ricorda il battere dei magli giorno e notte, lo stridoredelle macine dei mulini e il cicaleccio delle lavandaie. Ora il fiume scorre silenzioso, non ha molto da fare solo essere oggetto di osservazione dai naturalisti e di studio da parte dei ricercatori. La qualità dell’acqua è elevata così come la condizione di equilibrio ecologico, che permette laconservazione di un’area naturalistica di bellezza unica. Il progetto “Riserve in cammino” ha avuto l’obiettivo della conservazione e della riqualificazione dell’habitat. Gli interventi sono stati così identificati: conservazione patrimoniale: taglio della vegetazione ridondante della fascia golenale; sistemazionecon interventi di ingegneria naturalistica e di messa in sicurezza; realizzazione di cartellonistica informativa; eliminazione di detrattori del paesaggio; predisposizione per l’informatizzazione delle procedure di acquisizione e gestione dei dati naturalistico-ambientali. Il progetto è stato finanziato con fondi CIPE dellaProvincia dell’Aquila, cantierati dal Comune dell’Aquila, Settore Ambiente dall’11-9-2010 al 12-11-2010. Il contraente per la realizzazione dagli interventi è stata la Cooperativa ACF S.c.a.r.l. di Assergi. (Testo tratto da un cartello informativo del luogo affisso dalla Provincia dell’Aquila).

sabato 22 maggio 2010

Le Sorgenti del fiume Vera e le cartiere


Tutte le volte che sono passata per Tempera ho rivolto un pensiero al fiume che l'attraversa: il Vera. Mi ha sempre incuriosito tanto. A livello escursionistico è talmente tanto semplice raggiungere le sue sorgenti che per questo non viene mai tanto considerato da chi cammina. Eppure io lì ho trovato un paradiso. E non poteva esserci un'occasione migliore di quella di oggi per visitarlo. Un cartello all'interno del paese dice: Parco territoriale Sorgenti del Fiume Vera. Istituito nel 1983, si estende per circa 30 ettari includendo due gruppi di sorgenti, Tempera e Capo Vera, che con una fitta rete di rivoli formano il fiume Vera. L'area del Parco è interessata da numerose testimonianze di archeologia industriale; l'abbondanza di acqua favorì infatti la nascita di numerosi opifici: una ramiera, due valchiere, due cartiere, un mulino e un pastificio. Peculiarità del paesaggio vegetale è la presenza di numerose piante acquatiche... (il resto del cartello è illeggibile perchè rotto). Seguendo la via del Mulino si arriva nei pressi di una Madonnina: alla sua destra inizia il sentiero che porta alle Sorgenti (è molto semplice arrivarci perchè per individuarlo basta risalire la traiettoria del fiume). Il letto del fiume era talmente bello e talmente pulito che a guardarele alghe mosse dall'acqua si rimaneva ipnotizzati! Sembravano dei lunghi capelli rossi pettinati dal vento, dove l'armonia faceva capo ad ogni cosa. Ogni tonalità di verde vibrava ai nostri occhi, ed eravamo completamente avvolte da quell'energia così bella, così pulita e incontaminata. Inoltre l'aria era profumatadall'odore intenso del caprifoglio. Mi si riempiva il cuore di gioia solo ad assistere a così tanta bellezza. Tra felci, ortiche e ranuncoli abbiamo ammirato anche i resti di un'antica cartiera, posizionata dall'altro lato del fiume. Quanto volevo andare lì per vedere da vicino quella struttura! Solo che per arrivarci era un po' complicato... l'unico passaggio era costituito dal tronco di un albero precipitato che faceva da ponte (ma non mi sembrava il caso). Percorso tutto quello che lì era percorribile siamo riscese al paese: forse qualcuno del posto poteva meglio illustrarci su come raggiungere le cartiere. E così è stato, incontrando la gentilezza e la disponibilità della gente. Abbiamo percorso una strada che da Capuera (Capo Vera) sale verso il cimitero: a poco dall'inizio del percorso una deviazione conduce ad una seconda cartiera. Non è accessibile, è recintata e danneggiata dal terremoto. Forse è pure proprietà privata. Giunte alla località di San Biagio (il cimitero) siamo riscese per la Costarella, rintercettando l'inizio del sentiero con la Madonnina. Un'altra indicazione di una signora del posto (per raggiungere la prima cartiera) è stata quella di attraversare il ponte che conduce ad una proprietà privata, e da lì seguire il sentierino che costeggia il fiume sulla destra (si può passare perchè è di libero accesso a tutti). Da lì poi si attraversano dei campi di erba medica e graminacee, dove se uno è poco poco allergico ci muore. Che meraviglia però vedere il polline librarsi nell'aria! Giunte a poco dalla cartiera che si scorgeva tra le ortiche, ci siamo purtroppo dovute fermare. Nonostante la superficie dove camminavamo fosse rialzata dal letto del fiume, lì era un pantano acquitrinoso. Facevamo fatica a capire anche solo dove mettere i piedi: l'erba era talmente alta che ci alterava completamente la percezione del terreno. La paura non era ovviamente quella di sporcarci (già c'eravamo infangate per bene) ma quella di tovare delle falle. La zona di Tempera è stata talmente tanto danneggiata dal terremoto che lì addirittura si è registrato uno spostamento ed un abbassamento della falda acquifera. Abbiamo deciso di non avventurarci oltre, ma di tornarci più in là, magari in autunno, quando le piante non costutuiranno più un impedimento percettivo.