giovedì 31 agosto 2023

Punta Campanella della Penisola Sorrentina

Punta Campanella si animava del fascino della leggenda del mito, il canto delle sirene di Ulisse era nell’eco del vento che prendeva fisicitàattraverso il movimento di foglie ed arbusti. Tra mirto, lentisco, rosmarino, elicriso, ginepro fenicio e ginestra, vi erano i profumi dellaloro essenza misti a quello del mare, che con il suo essere coinvolgeva tutti i sentimenti. Sulla cima della montagna la piccola chiesadi San Costanzo segnava il punto di congiunzione tra cielo e terra, le sue semplici pareti bianche si esponevano alla rosa dei venti,ammirando panorami sconfinati che si perdevano a vista d’occhio, tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno. Da Termini partiva una comodastrada che ricalcava l’antica via Minerva dove in molti tratti era ancora visibile l’antico basolato romano risalente al IV sec. a.C.Il promontorio di Athena ci donava la testimonianza dei resti di una villa romana, scale intagliate nella roccia, vasche e sostruzioni voltate,ma soprattutto di notevole bellezza erano i due approdi, orientale e occidentale, che si incuneavano nelle rispettive pareti rocciose dislancio vertiginoso. Un cartello informativo del luogo riportava queste informazioni: “Al Promontorio di Punta della Campanella si giungevaanche da mare, attraverso due approdi: uno occidentale ed uno orientale. La presenza di un'area sacra dedicata al culto diAthena/Minerva è indicata anche dalla scoperta di un'epigrafe in lingua osca, databile alla prima metà del II secolo a.C. L'iscrizione,incisa sulla parete rocciosa risalente dall'approdo orientale, nomina tre meddices Minervii (magistrati) che appaltano e collaudano ilavori per l'approdo stesso al santuario e la costruzione della scala intagliata nella roccia. Questa epigrafe, oltre a confermare la divinitàdi culto del santuario, comprova la presenza sannitica all'estremità della penisola sorrentina e l'amministrazione del santuario stesso. Ilculto di Athena, venerata ora come Minerva, a Punta della Campanella dovette godere quindi di una grande importanza ancoranel II secolo a.C., quando il collegio dei decemviri romani lo accosta al Campidoglio come luogo in cui sacrificare vittime maggiori.” (trattoda un cartello informativo del luogo). Ad oggi, sulla propaggine, erano ben visibili l’antica torre vicereale riedificata nel 1566 suquella di età angioina del 1334 e un faro moderno.


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