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Castello Mancino di Pescasseroli e Monte Forcella
Secondo la Schedatura analitica delle opere fortificate
abruzzesi a cura di Giuseppe Chiarizia in “Abruzzo dei Castelli”, il Castello
Mancino risultava essere un rudere di proprietà incerta con primo impianto
risalente al XI secolo e il cui aspetto, prevalentemente dovuto
alle
trasformazioni, attribuito al XVI secolo. Probabili leggende facevano risalire
la sua fondazione per opera delle popolazioni peligne,
distaccatesi dal ceppo
originario con una Primavera Sacra. Quei vecchi ruderi, così presenti e sovrastanti
i Colli dell’Oro, si avvalevano della
visuale dominante non soltanto sulle
valli attraversate dal Fiume Sangro, ma anche a controllo dei passaggi tra le altre
montagne
intorno, culmini di bellezza. Sotto di noi l’abitato di Pescasseroli
mostrava i suoi tetti raccolti, stretti come una visione intima, mentre
una pioggia
leggera ci accompagnava lungo il nostro cammino. In prossimità di Monte
Forcella una piccola nicchia ricavata nella roccia
custodiva una sconosciuta area
sacra con all’interno una Madonnina bianca omaggiata dalle candele e da alcuni ex voto dei fedeli. La natura
stessa dei
boschi era essa stessa un’area divina entro cui inoltrarsi, perdersi e
ritrovarsi, tra le vibrazioni del rosso d’autunno, che con il
suo spettro visibile
scaldava di suggestione la luce filtrata tra i rami.
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