venerdì 26 marzo 2010

Fosso di Noce Andreana da Quintodecimo


Ormai è tanto che aspetto di vedere l'arrivo della primavera. Lo scorso anno l'attendevo con ansia, ma lo stravolgimento causato dal terremoto ha alterato tutti gli equilibri naturali: la terra ribolliva così tanto che la mattina del 6 aprile sono fioriti all'unisono tutti i mandorli e i peschi. E per quanto possa essere bella come immagine, in quel contesto era ovviamente drammatica. Sembrava un canto di addio, una melodia sinestetica che accompagnava uno strazio collettivo. E poi sono andata via. Quest'anno però sono qui. Con un altro punto di vista. Da quando frequento la montagna ho scoperto davvero un nuovo modo di percepire i fenomeni della natura (la pioggia, il vento, la neve, il ghiaccio, il freddo, il caldo...), così che ogni cosa mi sembra di riscoprirla di nuovo, quasi non ha nulla a che fare con l'immagine di prima. La primavera di quest'anno è sacra: i primi fiori, i primi colori, i primi profumi sono come dei miracoli. L'uscita di oggi è stata decisa un giorno per un altro. Già da un po' di tempo Mario D'Angelosante mi parlava di un posto meraviglioso nei Monti della Laga in cui lo stupore è costante e continuo, così appena mi ha chiamato non mi sono fatta sfuggire l'occasione, ho accantonato tutti gli impegni e mi sono unita al piccolissimo gruppo d'escursione. Percorso un tratto di Salaria siamo arrivati al piccolo paese medievale di Quintodecimo (407 m), da lì parte un percorso bellissimo che costeggia il fiume. Il rumore
dell'acqua che scorre, il verde intenso delle piante e le molteplici fioriture incontrate lungo il sentiero, si accordavano tra loro nell'equilibrio perfetto del miracolo che tanto cercavo: ecco la primavera. La bellezza era proprio quella dei Monti della Laga, l'acqua sgorgava ovunque dando vita a molteplici giochi di cascate. Anche il bosco, per lo più di castagni, sembrava quello di una fiaba. Lungo il sentiero abbiamo incontrato diversi resti di antiche case in pietra in cui un tempo trovavano rifugio legnaioli e carbonai. Ma di tutte queste strutture la più bella era senza dubbio quella che si trovava alla fine del percorso, incastonata dietro la cascata di Fosso di Noce Andreana (872 m). Sembrava un luogo sacro, come se vincolato da qualche antico incantesimo. Tutto il giro impiega circa quatto ore, noi ci abbiamo messo più tempo perchè ci siamo soffermati ogni volta ad ammirare tutte le cascate che incontravamo lungo il percorso.

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