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La Porta Alchemica di Rivodutri
La Porta Alchemica di Rivodutri introduceva ad un piccolo
giardino comunale, era stata smontata e rimontata più volte e questa era la sua
terza dimora. Il piccolo paese ci accoglieva nella sua
quiete, e confondeva
quel portale così insolito tra le vie delle sue case. Molte simbologie si scolpivano
tra i bassorilievi di pietra, antichi sigilli da decifrare per oltrepassare il
varco e compiere la
Grande Opera della trasmutazione dei metalli, ma
soprattutto il momento di passaggio simbolico che indagava il rapporto tra
corpo, anima e spirito. Acqua, aria, terra, fuoco e quintessenza convergevano
attraverso una lettura che iniziava dal basso e attraversava il mare della nigredo, dove era necessario prima
immergersi nel caos, nella materia
prima, matrice di tutte le cose. Il simbolo di Mercurio
rimandava all’argento
vivo, primo agente della pietra filosofale, metallo fluido come fuoco che
brucia ed acqua permanente, in grado di essere sia veleno che cura. Omnia bona mecum e l’invocazione agli
astri definiva stelle, lune e soli, con la congiunzione di un’eclissi, si
chiarificavano le tenebre lasciando riconciliare gli opposti con l’albedo di una primavera alchemica. In equilibrio
tra inconscio
e coscienza, pena la follia, gli opposti si univano adesso sotto
l’architrave di un ermafrodito, il rebis,
re e regina uniti da una corona rappresentavano la congiunzione degli opposti,
del maschile e del femminile, della coscienza con l’inconscio, dello spirito e
della materia, dove l’uno esiste solo grazie all’altra, ed insieme sono la
perfezione dell’Uno è Tutto.
Un piccolo cartello del luogo ne riportava alcune
informazioni: "L'ARCO ALCHEMICO O PORTA DI
NICOLO’ Eretto tra il XVI e il XVII sec., è uno dei monumenti più enigmatici
presenti in area
laziale. I significati simbolici delle pregevoli sculture
presenti sulla porta hanno interrogato numerosi studiosi, ma ancora oggi un
alone di mistero avvolge il senso dei rilievi. I temi trattati
nelle sculture
si legano alla trattatistica dei Gesuiti e uniscono, tra gli altri, simboli
cabalistici a scene tratte dal Nuovo Testamento. Nelle formelle sono narrati,
insieme all'aspetto teologico
cristiano, alcuni miti greci, in un complesso
intreccio con il pensiero alchemico del Rinascimento. A queste narrazioni si
sovrappongono le allegorie delle stagioni e dei quattro elementi fondamentali:
acqua, aria, terra e fuoco. Secondo alcuni studi (Leoni V., Sampalmieri M.,
Vannozzi L.), l'arco “riporta i simboli che esprimono la trasmutazione non solo
e non tanto dei metalli in oro,
quanto della psiche e dei rapporti tra
corpo-anima-spirito nell'uomo...”
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