Una notte stellata ci introduceva nel buio di Grotta a Male,
dove la curiosità ci muoveva a percorrere il Ramo del Morto, cunicolo poco
frequentato che dalla base della “Chiocciola” conduceva all’androne d’ingresso.
Tra salette e strettoie i passaggi seguivano le indicazioni di
un vecchio filo
di Arianna che nonostante gli anni era ancora in grado di guidarci verso l’uscita.
Il Ramo del Morto prendeva il nome dal
ritrovamento di uno scheletro nei suoi
meandri, prelevato e studiato dagli archeologi negli anni Novanta, e di cui
ormai, in quella penombra,
lasciava riecheggiare soltanto il suo nome.
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