domenica 1 marzo 2015

L'Eremo grotta di San Domenico a Villalago

Le acque del Lago di San Domenico sfumavano i toni brillanti del turchese col verde ottanio, mentre il grigio delle pietretutt’intorno modulava l’acqua con riflessi d’argento. Le Gole del Sagittario, già bellissime della loro conformazione, siarricchivano ulteriormente di quel luogo speciale, dove la bellezza della Natura incontrava la dimensione sacra della sceltadei Santi. Intorno all’anno Mille una piccola cavità di quelle montagne veniva scelta dal monaco benedettino eremita comedimora, allora non c’era la diga e non c’era nemmeno la chiesa ad abbellirne l’ingresso, ma c’era la sostanziale dimensione delSublime. Il ponte che conduceva all’eremo portava incisi i nomi delle famiglie di Villalago, pareva che tutto il paese vi fossecoinvolto a portare memoria e contributo, e sentimento di appartenenza. L’ingresso era abbellito da un portico con alcuniaffreschi di miracoli, da cui si aveva accesso alla chiesa che fungeva da anticamera del Santuario. Poche rampe di scalericavate nella roccia trasudavano l’umidità della terra, si vestivano di muschi e di toni scuri, e conducevano al giaciglio delSanto. Un piccolo cancello in ferro battuto proteggeva l’area sacra, la quiete, il silenzio, e l’assenza di gente rendeva unica lapercezione di quel luogo che contava su di sé la tradizione di mille anni. In passato anche qui, come a Cocullo, gli abitanti diVillalago portavano omaggio al Santo giungendo in processione con la sua statua coperta di serpenti.

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