Lo sguardo si
apriva su terre lacerate, tra guglie e basamenti di cattedrali stranissime. I
Calanchi di Atri riempivano quell’immensa vallata, sprofondavano, e apparivano
repulsivinella loro natura instabile. Le nuvole coprivano il cielo conferendo
alla superficie la tonalità delle ombre, tutto si vestiva dei colori bruni della
terra, come i pigmenti polverosi dellefarfalle che dimoravano nella riserva.
Alcune vivevano anche un anno ed erano in grado di migrare dall’Africa all’Islanda.
La terra si scarnificava lasciando esposti i suoi scheletri, ammiravo ogniorlo, ogni profilo calcificato e scoprivo ad ogni sguardo la sublime attrazione
delle cose inaccessibili. La Riserva
Naturale dei Calanchi di Atri, istituita con legge regionale n°58 dal 20 Aprile1995, presenta un’estensione di circa 400ha sviluppandosi dai 400 m.s.l.m del
fondovalle del Torrente Piomba ai 468 m.s.l.m. di Colle della Giustizia. La
varietà degli ambienti naturali el’assoluta singolarità geomorfologica dei
Calanchi rendono questo ambiente naturale un’esclusiva territoriale a livello
nazionale. L’area protetta conserva una delle forme piùaffascinanti del
paesaggio costiero adriatico: i Calanchi, imponenti architetture naturali
conosciute localmente come “li Ripe” ai più con il nome di “Bolge dantesche” o
“Unghiate delDiavolo”. L’aspetto aspro ed impressionante delle rupi calanchive
deriva da una forma di evoluzione erosiva dinamica dei suoli causata
dall’alternarsi di periodi piovosi e siccitosi susuoli argillosi, spogliati e
portati in superficie da passate deforestazioni e sovra pascolamenti. I Calanchi
segnano tutta la fascia pedeappenninica peninsulare, ma solo qui, nel
territorio diAtri, caratterizzano così fortemente il paesaggio agrario.
(Le notizie riportate in corsivo sono tratte da un cartello informativo del
luogo).
domenica 20 gennaio 2013
I Calanchi di Atri
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“LE FARFALLE DEI CALANCHI DI ATRI. Appartenenti all’ordine dei Lepidotteri (composto da circa 170.000 specie), le farfalle vivacizzano con i loro splendidi colori la maggior parte delle aree temperate del nostro pianeta. Utilissime come impollinatrici di fiori, rappresentano anche un anello importante della catena alimentare. Visitando la riserva nei diversi periodi dell’anno è facile osservare i vari stadi di sviluppo delle farfalle. Queste, infatti, sono insetti olometaboli, attraversano cioè diverse fasi: uovo, larva, pupa ed immagine. Completato lo sviluppo, le farfalle adulte, o immagini, possono sopravvivere da una settimana fino ad un anno, a seconda delle specie e delle condizioni ambientali. All’approssimarsi delle stagioni più calde, diverse specie di farfalle migrano dalle regioni più calde del Mediterraneo verso il Nord, coprendo notevoli distanze: la Vanessa del cardo, una delle specie migratrici più note, parte dalle coste dell’Africa ed arriva fino all’Islanda. La scomparsa di ambienti naturali a loro adatti e l’abuso di pesticidi rendono la sopravvivenza di questi insetti meravigliosi sempre più difficile”. (Notizie tratte da un cartello informativo del luogo).
RispondiEliminaContrasti della natura: lame grigie come ali di un dinosauro prossimo all'estinzione accanto ad ali colorate essenziali per la vita del pianeta.
RispondiEliminaè vero, sono differenti nella forma, ma sono sempre ali e servono a volare! :-)
Eliminatanti...tanti...tanti...tanti..anni fa..c'era una volta un impavido rocciatore a cui venne in mente di allenarsi per il ghiaccio del m.Bianco, ma dove farlo in estate? Ramponi e piccozza (il parco protetto era lunghi dal venire) e via sulle immaginarie pareti ghiacciate. Era il mondo magico dei calanchi, ambiente orrido ed affascinante, cangiante mondo infernale che attrae come l'esca mortale per un pesce imprudente. Arrampicavo immerso in questo mondo effimero come le farfalle che si preparavano a partire per terre lontane….e mi sentivo leggero e felice… etereo come loro
RispondiEliminaPrima o poi dovrai raccontarmi per bene questa esperienza!
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