venerdì 7 dicembre 2012

La Crocetta dal convento di San Giuliano

Il sentiero che dal convento di San Giuliano conduceva a Monte Castelvecchio, alla famosa Crocetta, era uno dei percorsi più conosciuti dagli abitanti dell’Aquila, solo io non lo avevo maipercorso, anche se da tempo ne avevo la curiosità per vedere la voragine che si era aperta nel terreno a seguito del terremoto del 2009. La terra si era incredibilmente squarciata in quellaspaccatura, avevo visto delle foto a riguardo, ma dal vivo faceva certamente un altro effetto. Diversi aspetti segnavano quella zona, quasi a volerne compromettere la bellezza, la montagna sivestiva di alberi spettrali, carbonizzati, che portavano la memoria anche dell’incendio del 2007, ma più il sentiero saliva e più si scoprivano le montagne, più quel territorio si riappropriava dellabellezza del suo punto di vista. La città dell’Aquila riposava sotto un sottile strato di nebbia, la neve si spolverava sui tetti e sui rilievi più bassi, fino a manifestarsi in maniera assoluta sullemontagne più alte. Il massiccio del Gran Sasso era completamente imbiancato, immacolato di tanto in tanto dalla luce del sole che filtrava tra le nubi, così come il Sirente e la dorsale Monte Ocre:quel piccolo balcone si affacciava su tutta la città e le montagne circostanti rilevando la bellezza dal suo invidiabile punto di vista, anche se basso. Nonostante i segni del terremoto e dell’incendio,la Crocetta continuava ad essere percorsa dagli aquilani, che come sempre ne seguivano i sentieri fino a marcarli e rimarcarli, come se quei tracciati fossero le linee di unione di un legameprofondo, ed ogni passaggio ne sottolineasse per l’ennesima volta l’importanza.

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