domenica 25 luglio 2010

Eremo di San Giovanni all'Orfento da Decontra


I percorsi dei Santi seguono traiettorie difficili, esposte e pericolose, dove la condizione normale è disumana per la gente comune al di fuori dal Sacro. A ridosso di una delle pareti più aspre della Valle dell’Orfento c’è l’Eremo di San Giovanni, uno degli eremi più belli della Majella. Ne avevo tanto sentito parlare sia per la sua particolare inaccessibilità e sia per la famosa permanenza eremitica di Celestino V in questo luogo: pare che vi abbia dimorato per quasi nove anni, dal 1284 al 1293. Cosa può spingere l’uomo a cercare quella condizione mentale così pulita in grado di annullare in tal modo il proprio istinto di sopravvivenza? Cose da Santi. Chissà cosa provava Pietro da Morrone (futuro papa Celestino V) la prima volta che ha percorso quei boschi, annusato quei fiori e ascoltato le melodie soffuse di quel sottobosco. È davvero un luogo misterioso e raccolto, dove si è isolati dal mondo e la terra emana in continuazione energia. Partiti da Decontra (810 m) abbiamo seguito una comoda e assolata carrareccia fino a raggiungere la località di Pianagrande (1537 m). L’odore delle ginestre ci accompagnava lungo il tragitto, amplificato dal calore del sole… quello è un profumo talmente intenso che una volta impresso lo tieni dentro come un ricordo. Le varie capanne a tholos incontrate lungo il cammino ci facevano ricordare l’importanza storica della terra d’Abruzzo, un bagaglio culturale immenso, spesso inosservato (sua fortuna e sfortuna). A riguardo ho trovato un cartello che dice: La capanna a tholos abruzzese, di evidente derivazione dalle “specchie” di Puglia, prototipi del trullo, è giunta a noi attraverso le vie di transumanza. Il tipo di costruzione, che nella forma esterna ricorda la capanna primitiva in fango e ramaglie, anche strutturalmente risale i millenni con gli esempi ciprioti e mesopotamici del VI millennio a.C. Costruzioni più o meno simili, antiche o recenti, si rinvengono in quasi tutta Europa nei luoghi in cui la grande disponibilità di materiale pietroso in blocchi e lastre e il difficile reperimento di materiale più comodo ne hanno favorito la nascita. Il nucleo di gran lunga più consistente della capanna abruzzese si trova sulla Majella con oltre 500 esemplari. Piccoli nuclei, sempre di importazione pastorale, si rinvengono nella Montagna dei Fiori, sul versante meridionale del Gran Sasso e nelle campagne di Castiglione Messer Marino. Nei comuni di Roccamorice e Lettomanoppello si hanno i complessi più interessanti e la maggiore densità di capanne. Giunti a Pianagrande (1537 m) abbiamo seguito il sentiero nel bosco che scende la via più comoda per raggiungere l’eremo (1227 m), gradini e gradoni ricavati dalla roccia con addirittura delle fessure scavate come appiglio per le mani. Come dico sempre io è più l’impressione che altro, ma la stessa cosa non posso dirla altrettanto per l’ingresso effettivo dell’eremo: lì mi sono impressionata sul serio. La scalinata e il camminamento sono scolpiti lungo una liscia parete verticale, senza il minimo appiglio e dove l’esposizione è molto forte. Il punto finale del camminamento si stringe così tanto che per poterci passare bisognerebbe necessariamente strisciare sotto la roccia girando un angolo di circa 90°. Senza la minima sicurezza è troppo evidente il salto sottostante. A poco dalla strettoia mi sono rigirata, con una botta di adrenalina che mi ha fatto addirittura tremare le ginocchia… (è meglio fare da sdraiati tutto il camminamento e non andare in piedi...) ci sono delle volte in cui il mio istinto di sopravvivenza urla. Mi sono accontentata di ammirare l’eremo dal basso, forse è giusto che sia così. Anticamente nel punto più brutto c’era una piccola passerella di legno che aggirava l’ostacolo, che veniva tolta in caso di pericolo e per renderla inaccessibile. Credo sia un bene che non abbiano rimesso un qualcosa di simile, a rispetto del Sacro e dei Santi Alpinisti.
Dati del GPS: Percorso totale 18.3 km - Percorrenza 6,40 ore compreso soste - Altezza max 1547 m s.l.m. - Altezza minima 824 m s.l.m.

3 commenti:

  1. La valle dell'orfento l'ho visitata da Ceramanico centro visitatori bellissima.

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  2. Complimenti per la descrizione dei luoghi, ho riprovato le stesse sensazioni che ebbi più di dieci anni fà facendo la stessa escursione da te descritta, solo che io giunto alla strettoia del passaggio scavato nella roccia mi sdraiai a terra e scivolando lentamente sulla pancia riuscii ad entrare nell'eremo. Una sensazione veramente indescrivibile, tanto che ci restai quasi un'ora, in contemplazione e preghiera. Un luogo veramente magico.

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  3. Sapessi quanto mi hanno preso in giro perchè non ci sono passata!! Ancora adesso se ci ripenso mi viene un pò di suggestione, ma chissà.. magari un giorno prenderò coraggio e riandrò all'eremo (di certo però comincerei a strisciare fin dall'inizio delle scalette!!)
    :-)

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