giovedì 6 maggio 2010

Cocullo, Castrovalva e le Gole del Sagittario


Oggi ho fatto proprio la turista. Era da un po' di tempo che tenevo d'occhio il calendario perchè sapevo che il primo giovedì di maggio si sarebbe svolta a Cocullo la festa di San Domenico e i Serpari. Non potevo mancare. Quella sarebbe stata un'ottima occasione per mettersi a confronto con un animale molto particolare, il serpente, archetipo di varie paure, spesso assorbite indirettamente dal proprio contesto sociale. Usciti al casello di Aielli-Celano, abbiamo percorso una delle strade più belle e meno trafficate d'Abruzzo che passa per Pescina e conduce a Cocullo, questo giusto per avere una presa panoramica più ampia del territorio, per me sconosciuto. Passando davanti al piccolo paese non riuscivo a credere ai miei occhi: era pieno pieno pieno di macchine, autobus, camper, biciclette, motociclette, lambrette, tricicli... sembrava che mezza regione si fosse insediata lì, ad assediare ed intasare un minuscolo borgo di origine antichissima. Considerata la folla e considerata l'ora (la processione si sarebbe svolta intorno a mezzogiorno, e di tempo ce n'era) proseguiamo oltre, lungo la SP60 che attraversa Casale e Anversa degli Abruzzi, costeggiando le Gole del Sagittario, diramando poi nella SR479 che porta dritta dritta a Castrovalva, un bellissimo paese arroccato sul costone di una montagna, che, salendo, prende il nome di Colle Martino. Scesi dalla macchina abbiamo cominciato ad inerpicarci lungo un piccolo sentiero: quello è uno dei percorsi che conduce a Monte Genzana (giusto per fare mente locale, memorizzare un minimo per tornarci poi). Abbiamo tuttavia camminato molto poco, appena lo stretto necessario per guardare dall'alto i paesi sottostanti e le Gole del Sagittario. Che spettacolo. Considerati i tempi e l'affluenza della gente, che di sicuro ci avrebbe fatto parcheggiare la macchina moolto lontano da Cocullo (e infatti abbiamo parcheggiato a Casale), torniamo indietro, pronti per la manifestazione. Che posto bellissimo è questo piccolo paese! Devo assolutamente tornarci quando non c'è nessuno, per godermelo in pace. Più mi inoltravo in quei vicoli e più lo immaginavo immerso nel silenzio. Fuori il Santuario di San Domenico un cartello dice: il principale complesso religioso del paese è intitolato a San Domenico, l'abate nativo di Foligno (951-1031), il quale, secondo la tradizione, intorno all'anno 1000, mentre si muoveva alla volta di Villalago, fece sosta a Cocullo, dove operò miracoli che lasciarono memoria in varie celebrazioni religiose: prima fra tutte la celeberrima festa dei “serpari”. La ricorrenza, che si lega all'antica divinità pagana della dea marsicana Angizia (protettrice contro i morsi dei serpenti), ha ancora luogo ogni primo giovedì di maggio. (Qui c'è una parte semi-cancellata che riporto comunque)... Secondo la leggenda quando l'abate benedettino giunse a Cocullo, in città imperversava un'invasione di serpi velenose, e il santo, col suo flauto, richiamò tutti i rettili, incantandoli e rendendoli innocui. Fu così che i cocullesi, pieni di gratitudine scelsero l'abate Domenico come proprio protettore e santo patrono, e nel paese fu eretto un santuario in suo onore, che divenne una rinomata meta di pellegrinaggio... (sembra quasi la favola del Pifferaio Magico... forse è per questo che hanno provato a cancellare questo tratto... bo...). La pittoresca processione, che prende l'avvio dalla chiesa di San Domenico, è stata magistralmente celebrata dal D'Annunzio e descritta con grande suggestione nei dipinti di Francesco Paolo Michetti. La statua dell'abate, prelevata dalla cappella a Lui intitolata, venne esposta avvolta dalle spire di una moltitudine di serpenti vivi, mentre una folla copiosa, in cui si confondono i “serpari”, uomini che recano in mano e a tracolla serpi sinuose, si muove al suo seguito. Si tratta di un vero e proprio rito esorcistico contro l'invasione dei campi da parte dei serpenti, che, legati alla natura lacustre della zona, hanno da sempre funestato il territorio marsicano o, più semplicemente, si tratta della trasposizione popolare dell'eterna lotta del bene contro il male. (…) Taglio il resto del testo che tanto parla solo della struttura dell'edificio (purtroppo danneggiato dal sisma). E' stato davvero molto bello ammirare la processione, la banda e la sfilata del Santo ricoperto dai serpenti, che erano ovunque, in un contesto di assoluta naturalezza tra la gente! In molti li portavano addosso, e soprattutto i bambini. (Ho ancora negli occhi la scena di tre bimbe bellissime che correvano saltellando una affianco all'altra portandosi appresso un serpentone di circa due metri... povero serpente... di sicuro gli sarà venuto un infarto... è capace che dopo ci avranno giocato pure a salta la corda...). Io credo che chi ha questo tipo di fobia debba partecipare assolutamente a questa festa. Ogni cosa è percepita in maniera spoglia di suggestioni ansiopatiche, è pura, diretta. Anch'io (con una certa nonchalance) mi sono fasciata il collo con un serpente, provando molta ammirazione per un animale così simbolico. E' stato davvero bello partecipare a questo evento. Cocullo ha un sito molto dettagliato che fornisce molteplici informazioni a riguardo della sua storia e delle sue manifestazioni. Prima di riprendere la strada per tornare a casa abbiamo fatto una breve sosta al lago del Sagittario e a quello di Scanno.

2 commenti:

  1. www.sentierimoranesi.blogspot.com13 maggio 2010 alle ore 10:48

    Natura grezza mah...il titolo non rende l'ultima foto di questo post...dovrebbe essere... Natura bella...ahahah...mi prendo qualche licenza...con simpatia...come sempre complimenti per le tue uscite.

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