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L'Isola di Asinara
Il mattino si svegliava lasciando il mare ancora
assopito nella sua calma piatta. Nel porto di Stintino le voci dei pescatori
erano ovattate, tanto da confonderle con i versi dei gabbiani in
lontananza. L’isola
di Asinara ci attendeva, mentre la barca a vela scivolava su di un mare denso,
liscio come l’olio. Le berte di mare volavano basse sfruttando la resistenza
della superficie d’acqua,
ogni colpo d’ali le portava lontano, mentre il mare,
di sotto, si animava di un infinito inconscio fatto di mistero ed oblio. Ci avvicinavamo
all’isola e vedevamo mano a mano il piccolo paese
crescere di dimensione. Ogni casa
era abbandonata, si intravedevano le poste, gli uffici del porto, tutto viveva
in uno stato di assenza. Al porto, un gatto di mare mangiava il suo pesce
offertogli da un pescatore, lo faceva lentamente, quasi a voler mantenere la
calma dell’isola, tutto pareva scorrere più piano. Camminavamo a terra
scoprendo la vecchia scuola e la piccola
piazza, le case dei carcerieri, la
chiesa e il piccolo alimentari. Tutto era abbandonato, solo Mereu, un ex carceriere,
era rimasto a vivere sull’isola, dopo una lunga battaglia per non lasciare la
sua
casa. Il vento passava tra quei vicoli vestiti di bianco, mentre il caldo
dei primi di settembre esaltava l’odore delle piante di fico. Visitavamo i
vecchi carceri, dove all’interno i tralci di vite
crescevano quasi oltre il
filo spinato. Una ragazza che ci faceva da guida diceva “nel carcere di Asinara i veri carcerati erano i carcerieri, costretti
a vivere sull’isola e a fare lunghi turni di
sorveglianza, controllando a vista
il detenuto attraverso un piccolo spioncino”. Le porte di ferro e le grate
infisse alle finestre si tingevano di un blu intenso, quasi a voler imitare il
cielo,
mentre l’elicriso con il suo profumo distingueva quella terra di
Sardegna. Camminavamo lungo un sentiero a mezza costa in direzione di Cala
Sabina, la bellezza di Asinara era assolutamente
indiscussa, con le sue spiagge
e le sue rocce, il suo mare e la sua identità. Ci facevamo il bagno nella
spiaggia dove un tempo venivano portati i detenuti, tantissimi pesci ci
nuotavano intorno,
si capiva bene che avevano effettivamente conosciuto pochi
uomini. La barca a vela ci attendeva nella vicina Cala dei Turchi, dove l’acqua
era più alta, la raggiungevamo a nuoto, pronti per
tornare a casa. Per dormire
consiglio il Bed and Breakfast Mr. Caruba, a Stintino (www.mrcaruba.com), Via Dei Ginepri
n. 6 - Lottizzazione Italo Belga, 07040 Stintino (SS), Tel. +39 079 523331 -
Cellulari: +39 360 509916 - +39 388 6549346, mail: info@mrcaruba.com
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