martedì 24 luglio 2012

I Boschi Casentinesi e il sentiero della Linea Gotica in mountain bike

I Boschi Casentinesi portavano la percezione di novembre, con l’aria fredda e la nebbia fitta che si diffondeva tra gli alberi: quelle candide velature santificavano le profondità donandogli mistero e benedizione. Ascoltavamo il rumore del bosco e dei suoi richiami,mentre percorrevamo in mountain bike parte del sentiero della Linea Gotica, che marcava a mezza costa la montagna. La vegetazione ci proteggeva sotto il suo enorme tetto, ci sentivamo al riparo dalla pioggia che di tanto in tanto filtrava tra i rami sottola visione di un autunno artificiale. La Linea Gotica (Gotenstellung in tedesco) rappresenta un significativo esempio di struttura difensiva, progettata nell’idea di sfruttare la natura impervia del territorio per tenere un esteso fronte con limitateforze. Seguendo la morfologia della displuviale appenninica con andamento NW-SE, la Gotenstellung (poi rinominata, dalla primavera del 1944, Linea Verde per impedire ripercussioni propagandistiche in caso di sconfitta) divideva l’Italia in due, daMassa Carrara a Pesaro, per un totale di circa 320 km di fortificazioni estese tra il Tirreno e l’Adriatico, con l’obiettivo di ritardare l’avanzata alleata verso il Nord da parte delle truppe Alleate del Gen. Alexander. Con il collasso della Linea Gustav aMonte Cassino agli inizi del 1944, i tedeschi decisero di concentrarsi in primavera nella pulizia dei territori interessati da eventuali forze partigiane: questo ha condotto alle efferate rappresaglie della Pasqua 1944, che portano il nome, nelterritorio casentinese, di Vallucciole, Moscaio, Partina e Lonnano. Dopo la caduta di Roma, nel Giugno 1944, i lavori raggiunsero il massimo culmine, triplicando armamenti e forza di lavoro, mentre il fronte, nel Settembre 1944, superava ilCasentino, lasciando inutilizzata il settore interessato della Linea Gotica. Nello stesso periodo, Alexander organizzava una gigantesca offensiva a tenaglia su tutto il fronte della Linea Gotica, mirata a sfondare il fronte adriatico fino ad arrivare aRimini, e ad Ovest concentrata sul giogo di Scarperia con l’obiettivo di ricongiungere le due forze a Bologna. La trasformazione in secondario del fronte italiano costringerà poi Alexander ad attestarsi intorno al Passo della Futa per il periodoinvernale. Solo nel’Aprile 1945 gli Alleati, grazie a una strategia basata sulla demoralizzazione dell’avversario con attacchi da parte dei commandos e bombardamenti continui e mirati, riuscirono ad avere la meglio su un nemico ormai esausto:conquistata Massa Carrara e Bologna, l’invasione tedesca sarebbe terminata definitivamente dopo pochi giorni, il 25 aprile 1945.

domenica 22 luglio 2012

Tra i Colli Euganei in mountain bike

Il canto delle cicale infuocava i Colli Euganei e portava a grande voce l’umore dell’estate, con la terra battuta dal sole e la polvere macinata dei percorsi di montagna. Salivamo e scendevamo in mountain bike sentieri a volte tortuosi e a volte asfaltati, seguendo il cammino di Sant’Antonio verso la casa di FrancescoPetrarca. I fichi lasciavano al vento il profumo dei loro frutti maturi, mentre le foglie danzavano nel gioco disteso di ombre filtrate e nuvole appese. La Pianura Padana vista dall’alto si componeva delle campiture di colori perfetti, il maltempo aveva lasciato dietro di sé la quiete dopo la tempesta, quandotutto finalmente si distende e si placa, lo sguardo si allunga e i colori si accendono. Il Parco Regionale dei Colli Euganei. Istituito nel 1989, si estende per 18.649 ettari identificando un’area di grande interesse naturalistico, geologico e storico, costituita da un’insieme di rilievi di origine vulcanica formatisicirca 35 milioni di anni fa di cui il Monte Venda con i suoi 601 metri è il monte più alto. La morfologia è costituita da veri e propri coni dai pendii ripidi (formazioni vulcaniche), da alture dalle linee morbide (formazioni sedimentarie allungate) e dalla pianura alluvionale che circonda il complesso. La storiageologica del territorio, la singolare morfologia dei rilievi e il clima favoriscono la presenza di un sorprendente numero di specie vegetali e animali e rendono i Colli Euganei un’isola naturalistica complessa dove vivono a stretto contatto vegetazioni d’ambiente caldo arido e a carattere montano dellamacchia mediterranea al bosco di castagno, bosco di quercia, boscaglia di robinia e zone prative. Si segnala il prezioso endemismo della Ruta patavina (Haplophyllum patavinum), la più importante rarità del patrimonio floristico euganeo. Ogni ambiente ospita una particolare fauna tra cui il falco pellegrino,l’upupa, la ghiandaia, il gheppio, la volpe, il tasso, il riccio e il raro ululone dal ventre giallo. Il paesaggio vario e articolato e i corsi d’acqua della pianura circostante hanno avuto un ruolo essenziale anche negli insediamenti umani; cinte murarie, antichi monasteri, ville signorili testimoniano come da semprel’uomo abbia vissuto i Colli modificando l’ambiente naturale. Abitato fin dal Paleolitico, il Parco racchiude interessanti siti archeologici, musei naturalistici ed etnografici; al suo interno si collocano 15 comuni che uniscono al pregio ambientale le suggestioni di antichi borghi in pietra, castelli, pievi e itinerariletterari. Un altro aspetto caratterizzante l’area protetta è la presenza di aree termali conosciute e utilizzate fin dal VII sec. a.C. Il termalismo euganeo e l’unicità del paesaggio rendono i centri termali del Parco (Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme, Galzignano Terme e Teolo) i più importanti inambito europeo. Il Parco Regionale dei Colli Euganei può essere considerato un laboratorio permanente nel campo della tutela dell’ambiente e della “cultura euganea”. (Notizie tratte da un cartello informativo del luogo).

sabato 21 luglio 2012

Il Ponte Vecchio di Bassano del Grappa

La pioggia lucidava le strade lasciando scoprire tonalità bluastre. Quel ponte portava memoria della disgrazia indescrivibile della guerra, si lastricava di sassi di fiume e lasciava fluire su di sé ilpassaggio di migliaia di gente. La voce delle persone si disperdeva nella riflessione di un tempo passato, tra il filo spinato e le lettere dei soldati, lette e rilette da madri afflitte e giovani amanti lasciatein sospeso. Alcuni elmetti traforati rammentavano il terrore pulito dallo scorrere del Brenta, quegli oggetti morivano e rimorivano nel loro passato, non potendo far altro che lasciarsiguardare. Alcune mura portavano ancora i segni delle mitragliatrici, tenevano ancora impresso il suono del fuoco, di quell’impatto violento portatore di morte. Adesso tutto scorreva,sia sotto che sopra il ponte, così come l’acqua anche la vita seguiva il suo corso, passeggiando da un lato all’altro di Bassano del Grappa. Simbolo della città, il ponte costituì unafondamentale via di comunicazione, collegando Bassano con il Borgo Angarano. Già nel 1209 è documentata l’esistenza di un ponte ligneo, che fu più volte distrutto. Il disegno dell’attualeponte, intorno al 1569, si deve ad Andrea Palladio. La ricostruzione del 1947 avvenne ad opera degli Alpini, con il reinserimento dei due poggioli settecenteschi. Di ingresso alponte, detto anche degli Alpini, stanno due archi rinascimentali, rispettivamente del 1521 e del 1531. Nel Medioevo il ponte era difeso ai due capi da torri: riconoscibile una verso Angarano. (Notizie tratte da un cartello informativo del luogo).