domenica 26 febbraio 2017

Alle Porte del Paradiso

Alle Porte del Paradiso sostavano i ricordi, il tempo passava ma rimaneva la consapevolezza che anche lo scorrere di un’intera esistenza non poteva comprendere quella eternità. Sarebbero passatii giorni, i mesi, gli anni eppure una vita intera non avrebbe trovato differenze, tutto si sarebbe presentato come disegnavano i ricordi, senza accrescimenti e sviluppi, ma vivo d’eterno. Faceva riflettere suquanto fosse breve la vita umana. La disposizione delle concrezioni marcava un fitto limite che divideva lo spazio, mentre tutto intorno il buio colmava i silenzi della terra.

domenica 19 febbraio 2017

Monte Aquilone e Monte Porraglia e gli antichi resti del Castello di Lucta sul Monte Autta

Camminavamo tra gli ultimi residui di neve e i primi fiori, tra le montagne secondarie situate tra il Lago del Salto e quello del Turano.Antichi sentieri ripercorrevano le orme dei pastori, con i faggi spogliati dall’inverno, e un’aria tiepida di inizio primavera. Trovavamosull’affaccio del Monte Aquilone e del Monte Porraglia bellissimi punti di vista sulle vallate sottostanti, ma era Colle Autta quello che attiravamaggiormente la mia attenzione. Vecchi ruderi erano il probabile basamento dell’antico Castello di Lucta, ormai dimenticato, razziato,distrutto dal tempo e oscurato alla memoria. Immaginavo ancora l’orrore delle genti saracene, mentre poco distante la vista si apriva sulpiccolo paese di Vallecupola, fatta dei colori della terra ed esaltata dai contrasti delle nuvole evidenziate da un’aria tersa.


sabato 11 febbraio 2017

Monte Navegna da Ascrea passando per l'antica Mirandella e il Castello del Drago di Monte Antuni

Un ripido sentiero conduceva ai ruderi di Mirandella, l’antica Ascrea si vestiva di rovi ed arbusti, e mirava ovunque dal suo strategico punto divista. A Sud il Fosso dell’Obito sprofondava al cospetto di Monte Cervia, antiche leggende narravano della disfatta di genti Saracene che quivennero uccise dai montanari, disposti a tutto pur di difendere le proprie terre. “Mentre gli armati passavano laggiù tranquilli e sicuri, imontanari cominciarono a rotolare enormi massi che schiacciarono la più gran parte di quegli uomini”. Mirandella svettava scoscesa sullaValle del Turano, e ne manteneva ancora il controllo visivo, celato solo un poco dagli alberi che ormai dimoravano solitari quelle mura. A Nordil Monte Navegna apriva la vista anche sul Lago del Salto, ponendosi a capo tra la bellezza di due magnifici specchi d’acqua. Le nuvole siriflettevano sulla superficie dei laghi, amplificando il senso del cielo, mentre il penisolotto di Monte Antuni rinviava sull’acqua la bellezzaspeculare del Palazzo del Drago. Un sottile istmo collegava a quella piccola montagna isolata, il nuovo castello sorgeva sui resti bombardatidel 1944, ma parte delle antiche mura erano ancora visibili completate dall’edera. Dalla sommità di Monte Antuni, Umberto ci descriveva lesue terre con occhi segnati d’amore e d’appartenenza, lasciandoci immergere in quella bellezza che ovunque mirava luoghi da scoprire.


L’accesso alla penisola di Monte Antuni è possibile su prenotazione contattando l’Associazione “Camminando Con” ai seguenti recapiti: Cellulare 3387863690 -  Mail: camminandocon@gmail.com - Sito www.camminandocon.org

sabato 4 febbraio 2017

Monte La Queglia e il Santuario italico-romano del Pizzo della Croce. Da Corvara a Pescosansonesco

L’antica mulattiera di Corvara si perdeva tra i rovi e i residui di neve, la via per la montagna scopriva mano a mano la geometria di praticoltivati, mentre un cielo nuvoloso disordinava ogni rigore. Attraverso un ripido canalino raggiungevamo la cima di Monte La Queglia, dove losguardo raggiungeva il mare scivolando sui morbidi pendii delle colline sottostanti. Davanti a noi la Majella innevata teneva fede all’inverno, latanta neve accumulata si era sciolta altrove a causa dei venti caldi, ma lì permaneva ancora. Il filo di cresta della montagna scendeva e saliva sulPizzo della Croce, trovando in un suo avvallamento un’importante area sacra: nei pressi del Laghetto del Morrone vi erano i resti di un anticoSantuario dove i Popoli Italici avevano prestato giuramento contro Roma. Lì dove erano stati rinvenuti un migliaio di oggetti votivi interracotta, frammenti di epigrafe e una statua di Giove, vi erano soltanto i rovi ad avvolgere i basamenti degli antichi templi.
 Grazie a Vincenza Bizzoni, Accompagnatore di Media Montagna, e a Guido Palmerini, archeologo, per averci indicato ed illustrato questo interessante percorso.