domenica 9 settembre 2012

Il complesso "Su Nuraxi" di Barumini

Il Nuraghe di Barumini si innalzava al di sopra di distese sconfinate, ormai rivestite solo di erba secca. Quell’enorme complesso era visibile da ogni angolazione e raccontava agli uomini la possibile suggestione del mito dei giganti. Le enormi mura di basalto si componevano di pietre ciclopiche e seguivanoil ritornello di linee circolari. Il nuraghe “Su Nuraxi”, situato nei pressi del paese Barumini, nella regione collinare miocenica della Marmilla, ai piedi del tavolato basaltico della giara di Gesturi, il più noto e maestoso complesso nuragico della Sardegna, è stato dichiarato nel 1997 dall’Unesco Patrimoniodell’Umanità. La sua affascinante storia iniziò negli anni ’50 quando l’archeologo e accademico dei Lincei Giovanni Lilliu mise in luce il fortilizio costituito da una torre principale (A), delimitata da un vasto cortile (B) e da quattro torri (C,D,E,F) e circondato da un antemurale e da un vasto villaggio di capanne.L’aspetto originario del complesso era simile a quello di un castello medievale, con alte, svettanti torri cupolate. A distanza di tempo il “gigante di pietra” conserva la sua monumentalità e una grande forza evocatrice. La torre centrale o mastio, di forma troncoconica slanciata, originariamente più alta di 18 metri edattualmente m.14,10, contiene tre camere sovrapposte di cui quella superiore ridotta al contorno perimetrale di base, costruite con filari di pietre di basalto, degradanti verso l’alto, messe in opera a secco. Il corpo centrale e le quattro torri, unite da cortine murarie rettilinee, vennero rifasciati, per ragionistatiche e di maggiore difesa, con blocchi di pietra e coronati da mensole in basalto le quali sostenevano un ballatoio piombatoio. Il rifascio occluse l’originario ingresso meridionale sostituito da un secondo ingresso sopraelevato, aperto dalla cortina di N.E., che costituisce l’attuale accesso al monumento. L’ingressooriginario architravato conduceva ad un ambiente ellissoidale con due garritte a sinistra e a destra, da cui si accedeva al cortile nel quale è ricavato un pozzo, profondo più di venti metri. Nel cortile si aprono anche gli ingressi alla torre centrale e alle torri laterali e alla porta sopraelevata collegata alla scala checonduce alla sommità del bastione. Le torri sono provviste di due ordini di feritoie con funzione difensiva o presa di luce. Nella camera di base del mastio dotata di due grandi nicchie, fu rinvenuto un abbondante strato di sughero, probabilmente utilizzato come rivestimento del pavimento e delle nicchie. Ilcomplesso presenta diverse fasi costruttive. Secondo l’archeologo Giovanni Lilliu l’impianto primitivo del XVI-XV sec. a.C. era costituito dalla torre centrale intorno alla quale nel XIV-XII sec. a.C. vennero costruite le quattro torri e un primitivo antemurale. Nel XII sec. a.C. il fortilizio venne rifasciato el’antemurale arricchito di due torri, raggiungendo il numero di sette. Il soprintendente archeologo Vincenzo Santoni, sulla base di un recente riesame delle strutture e dei materiali, ritiene unitaria la costruzione del mastio, del bastione quadrilobato e del primo antemurale, datandoli tra la fine delXV e l’inizio del XIII sec. a.C.. Un esteso villaggio di capanne, a prevalente impianto circolare ma anche rettilineo, si espande a Est e a Sud del fortilizio turrito, all’esterno e all’interno dell’antemurale. Il villaggio è costituito da più di 200 capanne, edificate in diversi periodi  e utilizzate fino all’età tardo-romana, originariamentecoperte con travi di legno a raggiera e frasche e conservate in parte dell’elevato in pietre di basalto e marna. Focolari, giacigli, ceramiche di uso quotidiano, sistemi di canalizzazione delle acque ed un pozzo testimoniano che in queste si svolgeva la vita comunitaria. In alcuni ambienti sono stati rinvenuti elementiriferiti ad uso rituale. Fra le capanne si distingue la capanna 135, ubicata nel settore orientale del villaggio, di impianto sub rettangolare, sotto il cui pavimento sono stati rinvenuti pozzetti votivi. Un altro ambiente degno di particolare nota è la capanna 80, dotata di un sedile circolare e di nicchie, denominata “Saladel Consiglio” sulla base dell’ipotesi che vi si svolgessero riunioni di carattere civile e religioso da parte degli anziani del villaggio presieduti dal capo. È stato in essa rinvenuto un modellino litico di nuraghe. Rilevanti anche gli isolati abitativi del tipo “a corte” pluricellulare, dotati di un atrio centrale e vani circostanti (11,20,42). (Notizie tratte da un cartello informativo del luogo).

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