La strada correva tra Alghero e Bosa, mostrando forse uno
dei lati più belli della Sardegna, così legata al Maestrale, così selvaggia ericca di vegetazione. Quel vento di
Nord-Ovest ne aveva scolpito il suo lato occidentale, ne aveva macinato i
rilievi, e ce li regalavacome la visione di una montagna vecchia, di un
gigante plurimillenario rivestito dello scorrere del tempo. Il vento diMaestrale segnava ovunque la sua
presenza: si percepiva nella costa levigata dalla sua forza impetuosa mischiata
col mare,dagli arbusti fittissimi che salivano dritti verso la montagna, e dalle
querce da sughero che, nonostante cresciute all’interno,assumevano comunque la
forma piegata dal vento. Tutta quella natura selvaggia tratteneva i caratteri
autentici di quello cercavo,finalmente era questo quello che desideravo vedere
della Sardegna, lontana dai costosi poli di attrazione turistica e piùvicina
ad un’identità fatta di granito e di gigli di mare, tra il profumo dell’elicriso
e l’orizzonte perso nella parte più misteriosa del Mediterraneo.
sabato 8 settembre 2012
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