domenica 12 febbraio 2012

Monte Calvo da Cupoli

L’abbondante nevicata aveva ammantato ogni cosa in una quiete silenziosa. Dalle case, ai vicoli, alle strade di montagna tutto siunificava nella percezione speciale di un inverno perenne. Gli sci rimarcavano una traccia solitaria che serpeggiava nella neve,sprofondando su di una superficie immacolata e liscia. Salivamo attraversando tutti gli scenari di Monte Calvo, immergendocidopo un po’ in nuvole lente: potevamo vedere a tratti il nostro percorso, ma solo ad una certa altitudine ogni cosa si aprivafinalmente al nostro sguardo. Sopra le nuvole, il Gran Sasso appariva come una grande isola galleggiate, e di rimando anche lealtre montagne apparivano come sorelle dello stesso arcipelago. Il vento aveva pulito gran parte delle creste, scoprendo sassi eammucchiando polvere, mentre la croce manteneva a fatica gli ultimi grappoli di calaverna.

sabato 4 febbraio 2012

L'abbondante nevicata tra le frazioni di Cupoli, Cave, Vallinsù e Forcellette

Il silenzio apparteneva alla neve come se ne fosse stata una molecola costituente. Tutto si armonizzava in una distesa pacata, nemmeno un soffio di vento distoglieva quelle traiettorie morbidee dirette. La notte mano a mano avanzava nel chiarore dei riflessi, bastava poca luce per un riverbero totale così visibile fino in lontananza. Si leggevano nel cielo i profili di montagne distantichilometri e chilometri. Giravamo tra le frazioni alte del paese di Scoppito con gli sci da escursionismo, sfondando una neve così vaporosa ed abbondante da non percepire suoni. I lampionirischiaravano appena con trasmissioni a intermittenza, sovraccarichi da non so quale tensione. Quel silenzio incombente era sceso in maniera autoritaria, costringendo tutti a fermarsi. Dicolpo cessavano le corse e le considerazioni di cose secondare considerate importanti fino a quel momento. Adesso finalmente tutto poteva aspettare.

Quando il Libeccio incontra la Tramontana...

venerdì 3 febbraio 2012

Marruci sotto la neve

La neve continuava a scendere abbondantemente da ore, e tutto si assopiva sotto il suo passo. Riscoprivo il mio paese, così conosciuto e sconosciuto allo stesso tempo: erano anni che nonpassavo per alcuni vicoli, e rivederli ora era come assistere alla rievocazione di un sogno. Marruci si era incantata nel bianco, pareva come trattenuta da un abbraccio. Le strade eranocompletamente innevate e per questo si erano fermati tutti. Riscoprivo i vicoli, gli scorci, e, da lì, le angolazioni delle montagne, e tutto pareva tracciato dalla medesima mano, cheattraverso la neve unificava tutto. Finalmente si udivano i suoni secondari, il canto degli uccelli sfortunati, perché privi di cibo, l’abbagliare dei cani, e qualche voce di tanto in tanto. Incontravopersone che non vedevo da anni fuori le loro case, e incontravo la neve che attendevo da tempo con impazienza. Finalmente adesso non ero io che ero andata a cercarla in montagna, ma era lei che era venuta da me.